Non ha diagnosticato un infarto. E per questo un medico di Marsala in servizio al pronto soccorso di Mazara del Vallo dovrà risarcire l'Asp con 150.000 euro. Lo ha stabilito la Corte dei Conti. Nel 2007, in servizio al pronto soccorso dell'ospedale di Mazara, non ha diagnosticato ad un paziente l'infarto in corso limitandosi ad eseguire un elettrocardiogramma e dimettendolo dopo avergli somministrato il Plasil «farmaco notoriamente preposto all’attenuazione dei sintomi della nausea». Morì così poco dopo il paziente, Damiano Asaro, aveva 58 anni. Il medico, Giovanbattista Passalacqua, 68 anni, è stato condannato per omicidio colposo. L'Asp ha risarcito gli eredi della vittima con 450.000 euro. E adesso una parte, 150.000 euro, dovrà essere Passalacqua a versarli all'Asp di Trapani, per "danno erariale indiretto".
La sentenza della Corte dei Conti è la 318/2017: «La superficialità tenuta dall’odierno convenuto nella gestione del paziente Asaro – si legge nelle motivazioni - rivela innegabilmente una estrema leggerezza nello svolgimento delle professione sanitaria, per avere lo stesso sottovalutato i sintomi di un infarto del miocardio in corso che, unitamente alle abitudini di vita rivelate ed ai dati anamnestici importanti raccolti, avrebbero dovuto, secondo le basilari nozioni di semiotica rispondenti agli ordinari parametri di diligenza e perizia medica, imporre esami specifici più approfonditi».
Questo il racconto della vicenda nella parole della sentenza della Corte dei Conti (che potete leggere per intero cliccando qui):
In data 7 giugno 2007, alle ore 13.15 circa, il sig. Asaro si recava al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Mazara del Vallo accusando un forte dolore in sede epigastrica, forte sudorazione e nausea.
Il dott. Passalacqua, di turno in ospedale, ha visitato il sig. Asaro e, dopo aver effettuato un elettrocardiogramma risultato regolare ed aver somministrato plasil in fiale, lo dimetteva.
Il sig. Asaro è rimasto a casa dalle 14.00 alle 18.45 circa ove, però, persisteva la sintomatologia dolorosa; il medico di famiglia, chiamato al domicilio, consigliava al sig. Asaro di recarsi nuovamente in ospedale.
Alle 19.20 il sig. Asaro si recava al Pronto soccorso di Mazara ove veniva sottoposto a nuovo elettrocardiogramma ed esame degli enzimi a seguito dei quali emergeva una situazione cardiaca assai compromessa, per la trattazione della quale il sig. Asaro veniva trasportato all’Ospedale di Sciacca.
Durante il trasporto, alle 21.15 si constatava l’arresto cardiaco e si procedeva alla rianimazione.
Alle 21.40 il paziente veniva ricoverato presso l’Ospedale di Sciacca ove decedeva alle 22.30.
Del decesso del sig. Asaro è stato ritenuto responsabile il dott. Passalacqua per non avere lo stesso tenuto una condotta adeguatamente prudente e diligente da consentire di effettuare una diagnosi tempestiva della patologia in atto e, pertanto, per non avere prontamente riconosciuto i sintomi dell’infarto del miocardio in atto che ha portato alla morte del sig. Asaro medesimo.