Gommoni moderni e veloci adibiti al trasporto di sigarette e immigrati clandestini, una rotta unica all’interno del canale di Sicilia con partenza da Tunisi e destinazione Isola Grande di Marsala percorribile in tre ore e mezza circa. Sono questi i traffici messi in piedi dall’organizzazione criminale fermata ieri dagli uomini della Guardia di Finanza di Palermo e Marsala, sotto la direzione delle indagini della Procura di Palermo.
Ciò che più risalta però dall’operazione “Scorpion Fish” è che l’organizzazione era pronta a svolgere la propria attività illegale anche a favore di soggetti ricercati dalle autorità di polizia tunisine per la commissione di gravi reati o per avere possibili connessioni con formazioni di natura jihadista.
Lo svela una delle intercettazioni del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Palermo. Uno dei clienti, ascoltato al telefono dagli investigatori del Gico, dice: “Spero di arrivare in Italia e che non mi rimandino indietro per terrorismo". La banda di malfattori, infatti, aveva programmato (ma non ancora attuato) l’illecito approdo sulle coste trapanesi, tra gli altri, di soggetti pericolosi in corso di individuazione, uno dei quali temeva, oltre che di essere arrestato dalla Polizia tunisina, anche di essere respinto dalle Autorità di Polizia italiane per “ terrorismo ”.
Con l’operazione “Scorpion Fish” sono finite in manette 15 persone: Akremi Toumi, Angelo Allegra, Salvatore Allegra, Anis Beltaief, Nabil Ben Ahmed, Amine Ben Alaya, Fathi Ben Ammar, Helmi Bouzid, Hamadi El Gharib, Michele Graffeo, Chiheb Hamrouni, Mongi Ltaief, Giovanni Manuguerra, Sarra e Sodi. Tutti assieme hanno messo in piedi una sorta di “agenzia di trasporto” guidata da cittadini di nazionalità tunisina e altri soggetti italiani appartenenti ad un’associazione per delinquere dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al contrabbando di tabacchi lavorati esteri. Oltre ai fermi sono stati eseguiti i sequestri di 10 autovetture e di due imbarcazioni utilizzate dall’organizzazione e usate per i traffici illeciti.
La banda seguiva un iter ben programmato. Le indagini hanno svelato un vero e proprio sistema illecito “transnazionale”, attivo tra la Tunisia e l’Italia, in cui ogni membro dell’organizzazione rivestiva un ruolo ben preciso occupandosi, a seconda dei casi, del reperimento delle “prenotazioni” dei clandestini e della raccolta degli importi dovuti per il viaggio, della movimentazione e della custodia del contante, del reperimento e dell’approntamento dei natanti utilizzati, della loro conduzione nelle traversate e, infine, del primo collocamento dei clandestini e delle sigarette contrabbandate sulle coste siciliane, in luoghi nella disponibilità dell’organizzazione. In prossimità delle spiagge e delle calette di approdo, l'organizzazione offriva ai clandestini un servizio navetta fino alle basi logistiche, dove gli immigrati – una volta rifocillati e forniti di vestiario – potevano raggiungere in libertà le destinazioni desiderate.
Il volume d’affari - I pacchetti di sigarette, per la maggior parte marche estere tra le quali Pine Blie e Business Royals, venivano vendute nei mercati trapanesi e palermitani, al prezzo di non più di 3 euro a pacchetto, con guadagni di oltre 17 mila euro ogni quintale contrabbandato. Ben più redditizia, invece, è risultata l’attività di favoreggiamento dell’illecito ingresso di soggetti tunisini sul territorio nazionale: ogni clandestino pagava in Tunisia all’organizzazione, per arrivare in Italia, non meno di 2 – 3.000 euro a viaggiatore.
Ogni viaggio Tunisi-Marsala poteva far guadagnare all’organizzazione criminale anche fino a 40 mila euro. Alle due figure fondamentali per il trasporto, l’esperto pilota dell’imbarcazione e al “navigatore”, andavano rispettivamente, 5 mila e 3 mila euro.
Le indagini hanno permesso di ricostruire esattamente l’esecuzione di 5 traversate. In un caso, anche grazie alla stretta cooperazione tra gli investigatori e la componente aeronavale della Guardia di Finanza (Gruppo di Esplorazione Aeromarittima di Messina e Reparto Operativo Aeronavale di Palermo), è stato possibile monitorare in “diretta” lo sbarco sulle coste marsalesi, riuscendo ad intercettare i 14 clandestini sbarcati e a sequestrare oltre un quintale di sigarette di contrabbando.
Ed altri viaggi programmati, ma non andati a buon fine avrebbero portato nelle casse dell’associazione criminale oltre 100 mila euro di guadagni.