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07/06/2017 06:00:00

Marsala, morte a Villa Pizzo. Lo strano incidente di un muratore a casa del Senatore

 E’ il 27 Aprile scorso. Lo scirocco porta a Marsala il primo caldo. 

In Via Mazara c’è una villa, e che villa. Ha la piscina, il campo da tennis. Un’oasi di pace a pochi passi dal centro urbano, come si vede anche dall'immagine presa dall'alto, a fianco questo articolo. 
E’ una casa abbastanza conosciuta, dove si sono decise molte sorti della vita politica di Marsala. E' la casa di Pietro Pizzo. Senatore della Repubblica per tanti anni, classe 1940, Pizzo è il più popolare tra i politici della “vecchia guardia” a Marsala.

Adesso si gode il vitalizio qualche viaggio, la villa, con il campo da tennis e, appunto, la piscina.
Il 27 Aprile la piscina è vuota, ancora non è estate, i lavori di manutenzione sono in corso, ristagna qualche pozza d'acqua. 
C’è un uomo, però, in fondo alla piscina.
Sembra stia nuotando, in una posa un po'grottesca. 
Invece è morto.
L’uomo si chiama Gaspare Greco.

Cosa gli è successo?
Gli è successa una cosa grave.
Così dice Aldo Fratelli, che nella villa di Pietro Pizzo è di casa, quando chiama, alle 13 e 7 minuti, il figlio di Gaspare Greco, Nicola, classe 1976. E’ successa una cosa grave a suo padre.
Quando Nicola Greco arriva nella villa di Pizzo trova ambulanze, pompieri, la polizia.
Sono le 13 e 26.
Trova anche il padre. Sul fondo della piscina, coperto malamente da un telo argentato. Vicino a lui un martello pneumatico e un flex, uno strumento per la levigatura. La "cosa grave" che è successa è che suo padre è morto.
Come?
La tragedia è avvenuta alle 11 e 30, con i soccorsi che sono stati chiamati verso mezzogiorno. Padre e figlio hanno parlato al telefono poco prima delle undici.
Si, ma che incidente?
Un malore, dice il medico legale intervenuto sul posto: un malore, il signor Greco era un cardiopatico. Gli sarà venuto un infarto.
Il figlio sul fondo della piscina contempla il corpo del padre morto. La polizia fa notare che c’è un taglio sul cranio, si vede anche il sangue. Chiede al medico di scendere anche lui in piscina, di accertarsi da vicino. “Il medico risponde che non può - racconta oggi il figlio di Greco - perché aveva dolore alle ginocchia”. Proprio così: ho dolore alle ginocchia, non posso scendere. Anche l’altra figlia di Greco, Rossella, nel frattempo chiamata dal fratello, dice di aver sentito queste parole. 

5 Giugno, ieri. A Marsala ormai fa caldo, anche senza lo scirocco. 
Per la morte di suo padre,  Nicola Greco ha presentato denuncia alla Procura della Repubblica. Perchè più passa il tempo più si convince che suo padre non sia morto per un infarto.
E’ morto sul lavoro.
Lavoro nero.

Il signor Greco, infatti - racconta suo figlio nella denuncia- aveva 76 anni. E lavorava come carpentiere e muratore.

Per i figli non è vero che si è sentito male, ma è morto poiché é caduto dentro la piscina nella quale stava lavorando. “Sul luogo del lavoro - racconta - non è stato trovato nessuno strumento, un’impalcatura, che impedisse la caduta. La piscina era praticamente vuota, ed era alta, nel suo massimo, tre metri”. Il signor Greco stava lavorando a bordo piscina. Ed è caduto, dice il figlio. 

"Era un amico di famiglia", dice il senatore Pizzo, che parla di "incidente domestico". Per i figli invece era lavoro in nero: “Non era neanche amico di Pietro Pizzo. Si conoscevano perché mio padre aveva fatto per lui altri lavori di muratura in altre sue proprietà” racconta Greco. La storia di Greco è la solita, amara: una pensione misera - altro che vitalizio -  da manovale, e la necessità di fare a settanta e passa anni dei “lavoretti” per arrotondare.  Per quei lavori nella piscina della villa di Pietro Pizzo, ad esempio, percepiva cinquanta euro al giorno, come aveva confidato alla moglie. Non era un favore da amico. Era un lavoro a giornata presso un cliente. Solo che la morte è arrivata il secondo giorno.

Per i figli di Greco è difficile raccontare questa storia. Fino all’ultimo non avrebbero voluto neanche presentare un esposto in Procura. Ma si sono trovati davanti a tanti no per fare chiarezza sulla morte del loro papà. La polizia, ad esempio, ha scortato il cadavere all’obitorio, e anche lì il medico legale ha detto che non era necessaria l’autopsia - così raccontano loro nella denuncia - e che, anzi,  l’avrebbero dovuta eventualmente fare a loro spese.

Come consolazione, però -  questo va detto -  spese per il funerale del padre i Greco non ne hanno pagate. Ha fatto tutto il senatore Pietro Pizzo, che ha pagato direttamente il servizio funebre realizzato dalla ditta Marino e ha consegnato la somma di 1900 euro per comprare un loculo al cimitero. Riposi in pace, amen. "Ma la vita di un uomo vale 1900 euro?" commenta oggi amaro Greco.

Adesso però arriva la denuncia, sulla quale il senatore non intende al momento rilasciare alcuna dichiarazione, se non che è “addolorato” per tutta la vicenda.

“Ad essere addolorati - replica l’avvocato Vincenzo Forti, che assiste Greco in questa vicenda - sono in realtà i familiari, ai quali è stato sottratto l’affetto del loro caro, in una vicenda nella quale vanno chiarite tutte le circostanze, credo, in primis, per la serenità dello stesso senatore”.

“Ma davvero la vicenda di mio padre deve finire così?” racconta oggi Greco.Lui, che in una vita di sacrifici, un bagno in piscina non se l'era mai potuto permettere, muore sul fondo di una piscina, asciutta.   “Noi vogliamo solo capire cosa sia realmente successo. Vogliamo che si faccia un’autopsia, e che si faccia chiarezza. Era nostro padre, è andato via una mattina senza un vero perché….”.