Continuiamo la nostra campagna sulla sicurezza a Marsala. Torniamo ad occuparci dei fatti accaduti qualche giorno fa in un condominio di corso Giovanni Amendola, dove è scoppiata una rissa tra giovani immigrati ospitati in uno degli appartamenti del Palazzo Impero. Lo facciamo lasciando raccontare la vicenda ai diretti protagonisti, i condomini, che con una lettera inviata alla nostra redazione, raccontano del loro disagio e l'insicurezza che vivono quotidianamente. Il fatto che più ci ha colpito di questo racconto, tra le altre cose, è che all'interno del condominio in questione ci sia un appartamento trasformato, non si capisce come, in una sorta di "albergo" dove alloggiano addirittura 15 ragazzi. Fatto incomprensibile, che dovrebbe già di per sè mettere in moto delle verifiche da parte di chi ha il dovere di controllare come vengono gestite queste strutture che ospitano i giovani migranti. Di seguito la lettera dei condomini:
"È ormai evidente a tutti che la questione dell’‘accoglienza’ immigrazione a Marsala comporti notevoli disagi per la cittadinanza. La decisione di inserire all’interno di molti condomini marsalesi comunità che gestiscono l’ospitalità dei migranti sta risultando pericolosa per la gente comune. È giusto quindi dar voce a chi vorrebbe che la sicurezza e i diritti di cittadinanza fossero rispettati e salvaguardati in questo paese.
L’esempio eclatante proviene dalla rissa avvenuta giorno 5 giugno sera, in Corso Giovanni Amendola, nel Palazzo Impero, in un appartamento al terzo piano che una cooperativa ha preso in affitto per la realizzazione di un centro di seconda accoglienza per minori, noncurante di tutte le problematiche conseguenti alla presenza di un gruppo di 15 ragazzi in un singolo alloggio.
L’episodio è chiara spia di una situazione di pericolo che vivono costantemente quanti, tra i condomini, rientrano da soli la sera tardi per motivi di lavoro, o per altre ragioni. Non ci sono forme di controllo su ciò che accade nell’appartamento; gli operatori sono ragazze molto giovani, che evidentemente non sono in grado di contenere i conflitti e di far mantenere il rispetto delle regole condominiali. Gli ospiti sono liberi di muoversi nelle aree comuni del condominio senza alcun controllo da parte degli operatori, trasportano le bici in ascensore fino al terzo piano, invece di posteggiarle nell’apposito garage del palazzo, sono molto rumorosi, non solo di giorno ma anche in orario serale (dopo le 21.00), non permettono ai condomini dei piani superiori e inferiori di dormire la notte. La turbativa dell’ordine pubblico in un condominio di un paese civile non deve verificarsi, né tanto meno si deve temere per l’incolumità fisica del condomini.
Non si entra chiaramente nel merito di come vengano gestite le giornate di questi ragazzi; ma è evidente che tale appartamento non è adatto a contenere e a far vivere dignitosamente un numero così elevato di persone. Da quanto si osserva i ragazzi stanno sempre a casa, anche nelle giornate festive. Vivendo in ambienti così piccoli è facile che esplodano situazioni conflittuali. Occorrono strutture di ‘vera’ accoglienza, come centri polivalenti dove questi ragazzi possano essere impegnati in attività ludiche, sportive, ricreative e, perché no, anche lavorative. Bisognerebbe insegnare loro un mestiere per evitare che, una volta superata l’età per sostare in questi centri di accoglienza, si trovino completamente spaesati, non integrati, non supportati adeguatamente dalla politica, e diventino, dunque, facile preda della criminalità locale.
Integrazione non significa fare affari con le vite fragili di ragazzi che soffrono, a cui, con queste modalità, non si darà certamente un futuro, e al contempo causare disagi a chi in un condominio vive. Le cooperative dovrebbero prestare maggiore attenzione all’individuazione di locali idonei a tali attività, in modo da non arrecare pregiudizio alla pacifica convivenza.
Nonostante le segnalazioni fatte fin da subito dall’amministrazione condominiale del detto palazzo circa la problematica e la poca accortezza della cooperativa in questione nell’individuazione dell’appartamento al terzo piano come luogo per la suddetta attività, le Istituzioni locali e nazionali sono state completamente assenti, anche quelle democraticamente elette; il che lascia forti dubbi sulla reale volontà di affrontare seriamente la questione dell’accoglienza".
I Condomini del Palazzo Impero