L'Amministrazione Comunale di San Vito Lo Capo ha scritto all'Assessore regionale alle Risorse agricole e Pesca e al Direttore generale della Pesca per sollecitare interventi in favore della marineria, duramente penalizzata dalla situazione attuale.
“Alle difficoltà generali che da anni investono il mondo della pesca, e soprattutto di quella locale che è detta piccola ma tale non è per il bagaglio di tradizioni di cui è depositaria, oggi si aggiungono i danni enormi provocati dalla abnorme crescita degli stock di tonni e delfini che, giustamente protetti, hanno alterato il delicato equilibrio biologico e ambientale con pesantissime ricadute sul lavoro dei nostri pescatori, mettendo in pericolo la stessa sopravvivenza di questa nicchia antropologica e professionale” si legge nella nota a firma del sindaco Matteo Rizzo e dell'assessore alla Pesca Giacomo Pappalardo.
Da anni enormi branchi di delfini, ma anche di grampi (grosso cetaceo) e di tonni sono costantemente presenti nel mare di San Vito: per i turisti è uno spettacolo straordinario, ma per i pescatori rischia di tradursi in un disastro economico: questi animali marini “presenti in centinaia di esemplari nei pressi della costa sanvitese, depredano sistematicamente le reti dei nostri pescatori -scrivono sindaco e assessore - portando via il pesce ma soprattutto strappandole per metri e metri, costringendo così gli operatori della piccola pesca costiera a lunghi fermi per ricostituire gli attrezzi, con notevole dispendio di tempo e denaro: al mancato guadagno si aggiunge infatti la necessità di acquistare nuove pezze di rete e successivamente di procedere alla loro cucitura”.
La presenza di branchi di grandi pesci ha causato un ulteriore problema per i pescatori: la scomparsa del pesca azzurro (alici, sgombri, sarde) cibo di tonni e delfini.
Matteo Rizzo e Giacomo Pappalardo si dichiarano consapevoli “ della assoluta necessità di rispettare le leggi in tema di pesca del tonno, e di salvaguardare le specie protette quali i delfini e altri mammiferi marini”, ma chiedono alle Istituzioni regionali “di volere prestare la massima attenzione ai problemi posti, perché una ulteriore contrazione delle unità impegnate nella piccola pesca avrebbe ripercussioni gravissime sulla collettività sanvitese, che si troverebbe a registrare la diminuzione di posti di lavoro, oltre la perdita di quel valore aggiunto che l’offerta di pesce fresco “a miglio zero” ha per il turismo, voce principale della nostra economia”.
La nota inviata alla Regione Siciliana si conclude con un invito a “recepire la richiesta di aiuto, studiando le soluzioni che – tenendo conto delle leggi – possano assicurare la prosecuzione di un mestiere antico e ricco di cultura e storia”.