L’estate è cominciata da circa due settimane, ma le passerelle sulla spiaggia, tanto attese dai disabili, rischiano di non arrivare a Selinunte e a Triscina.
Anche quest’anno le famiglie avevano fatto la loro richiesta per tempo. Ma pare che il comune di Castelvetrano, ancor prima del commissariamento per mafia, non abbia inoltrato la pratica di autorizzazione al demanio marittimo.
Considerando che dalla richiesta del comune alla relativa concessione sono quasi sempre passati 40 giorni circa, se questa venisse inoltrata oggi, le passerelle potrebbero essere installate a metà agosto.
Autorizzazione che al comune costerebbe 1000 euro (1.025,85 euro per essere più precisi), così come per gli altri anni.
Difficile al momento dire che cosa possa essere accaduto. Certo è che nel 2016, il provvedimento dirigenziale in cui veniva anticipata la somma all’Economo comunale era stato prodotto già nel mese di maggio.
Quest’anno non c’erano nemmeno 1000 euro da mettere sul piatto del buon senso?
E chi avrebbe dovuto provvedere all’installazione?
Ci sarebbe voluto un bando? Troppi soldi, considerando anche le spese di installazione? O troppa prudenza, visto che a marzo si erano già insediati gli ispettori prefettizi per lo scioglimento?
“Da vent’anni facciamo la nostra richiesta entro i termini previsti – ci dice Loredana Fiorenza, sorella di Giampiero che, con la sua sedia a rotelle il mare rischia di vederlo solo da lontano, nonostante coloro che lo accompagnano ogni volta sudino sette camicie per spostarlo tra sabbia e stradina dissestata – Quest’anno, andando dai vigili urbani, abbiamo capito che per i disabili non ci saranno possibilità di andare al mare, perché nel bilancio non è stata inserita la spesa per le passerelle e perché il comune non ha presentato in tempo la richiesta al Demanio. Che ci autorizzino almeno a fare qualcosa anche a nostre spese, in modo da non essere denunciati dalla capitaneria di porto”.
Serena Navetta, del Tribunale per i Diritti del Malato, non si arrende. Insieme ai disabili e ai loro familiari, sta cercando di fare l’impossibile perché spuntino le agognate passerelle ed ipotizzata la possibilità di un intervento di installazione da parte degli stessi familiari, si chiede: “E’ più grave installare una passerella abusiva, oppure negare il diritto di accesso al mare al disabile? Non è certamente nostra intenzione trovare colpevoli ed attribuire responsabilità, però esigiamo che il loro diritto di poter raggiungere il mare sia garantito – ha affermato con decisione - Devono avere le stesse opportunità di tutti gli altri.”
Giovanni, ci racconta anche che con la sua sedia a rotelle quest’anno non è riuscito ad andare in spiaggia a Selinunte. Pensava che almeno a Triscina avrebbe trovato una passerella per accedere al mare, ma niente da fare: “Indicatemi voi un posto dove posso andare a fare il bagno”.
E poi ci sono quelli che non hanno voce, o meglio, non hanno più voce. Come il cugino di Giovanni che, prima che la malattia lo colpisse, si era laureato in economia e commercio, con la passione per i libri e per il mare. Non parla più da tempo, ma è un concentrato di emozioni. “Ci fa capire quando è triste e quando è felice – ci dicono i suoi familiari – fino all’anno scorso il mare gli illuminava gli occhi. Il fatto che quest’anno non potrà goderselo, ci addolora veramente tanto”.
“Confidiamo molto nella volontà dei commissari prefettizi di aiutarci, per portare questi ragazzi al mare” ha concluso Serena Navetta che, a giorni dovrebbe essere ricevuta in Comune, dopo l’apertura già dimostrata da parte del commissario straordinario Salvatore Caccamo ad una soluzione del problema.
Egidio Morici