Piero Grasso si, Piero Grasso non può dire di no.
E' questo il progetto a cui sta lavorando tutto lo schieramento di centro sinistra. L'attuale presidente del Senato, Piero Grasso, è l'unica chance che il centro sinistra ha per poter tentare in Sicilia la strada della vittoria. Non ci sono spiccate personalità che possano fare da collante e non ci sono altre figure che farebbero fare un passo indietro all'attuale presidente della Regione, Rosario Crocetta.
Non ci sono dubbi: Crocetta sosterrebbe Grasso, se non dovesse scendere in campo deciderà di candidarsi con o senza il PD a sostegno. Insomma i dem andrebbero spaccati, di fatto significherebbe consegnare la Sicilia nelle mani dei Cinque Stelle.
A Villa Niscemi, nei giorni scorsi, si è tenuto il primo vertice di coalizione di centro sinistra, l'incontro è stato voluto dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Il modello Palermo è quello che si vorrebbe esportare, con qualche differenza e con la consapevolezza che le elezioni regionali non sono le amministrative e che Palermo rappresenta una realtà diversa sai singoli territori di tutta la Sicilia.
L'incontro di Villa Niscemi non ha sortito gli effetti sperati, troppe tensioni, altrettante incertezze e solo un unico punto fermo: la discontinuità da Crocetta.
Non hanno accettato l'invito di Orlando gli alfaniani, il gruppo di Giampiero D'Alia, impegnati a Catania con il loro leader Casini, e Alternativa Popolare.
I nervi sono saltati quasi subito, Orlando è perentorio nel giudicare questo governo regionale fallimentare, si è assistito alla demolizione di singoli assessori della Giunta Crocetta, i rappresentanti del PD presenti, Rosalia Stadarelli, Teresa Piccione, Carmelo Miceli, Antonio Rubino non ci stanno, quegli assessori sono i loro e affrontare l'argomento Regione senza Fausto Raciti, non invitato, non sarebbe stata la strada giusta da percorrere. Rubino lascia l'incontro, la tensione sale.
Tutti gli altri rappresentanti politici, invitati e presenti da Nino Oddo e Carlo Vizzini per i socialisti, Totò Cardinale per Sicilia Futura, Totò Lentini, Sicilia Comune, Italia dei Valori con Ignazio Messina e Mdp con Mariella Maggio, sono convinti che serva non solo discontinuità ma una presa di posizione chiara, di distacco da questo governo regionale che ha i suoi ultimi sei mesi di vita.
Tutti orientati su Grasso, che al momento resta sulla sua posizione di non candidabilità, si richiede un profilo altrettanto autorevole, più facile a dirsi che a farsi, intanto si parte dal programma e dal prossimo incontro si metterà mani alla sua stesura.
Sinistra Italiana si organizza e parte da Caltanissetta dove si sono riuniti in assemblea regionale, in quell'incontro politico è emersa anche per loro la necessità di essere discontinui a Crocetta ma di non lasciare intentate le carte su Grasso. Solo in extrema ratio, se Grasso non dovesse cedere, a quel punto con convergerebbero su nessuno ma esprimerebbero un proprio candidato. Non sarebbe l'unico pezzo di sinistra a correre da sola ma si è espressa in tal senso Rifondazione Comunista, ad Enna riunitosi hanno deciso per la candidatura di Ottavio Navarra che però non ha ancora deciso nulla in merito.
I centristi non si sbilanciano, ascoltano il loro leader, Pier Ferdinando Casini, che va cauto e attende le mosse del centro sinistra sul nome del presidente, anche per Casini qualora il nome di Grasso dovesse essere ufficializzato non ci sarebbero dubbi sulla loro alleanza.
Insomma su Grasso pare che alla fine possa converge gran parte della politica siciliana, un'ampia coalizione che spianerebbe la strada alla vittoria.
A scrivere a Grasso sono un gruppo di intellettuali che chiedono al presidente del Senato di compiere il gesto d'amore: accettare la candidatura.
Gli intellettuali sono guidati da Vincenzo Di Fresco, socio fondatore della fondazione Giovanni Falcone, Marco Stassi, presidente dell’Adiconsum di Palermo e Trapani, e Davide Camarrone, giornalista della Tgr Sicilia. Dell’elenco fanno parte anche il dottore commercialista Giovanni Giammarva, la scrittrice Mari Albanese, le dirigenti scolastiche Daniela Crimi e Maria Luisa Simanella, il presidente del football club Antimafia Isidoro Farina, il docente dell’università di Palermo Giuseppe Notarstefano, il direttore del teatro Al Massimo Aldo Morgante, la docente di religione Anna Maria Saitta, il presidente del museodell’Opera dei pupi.
Nel frattempo c'è chi si è portato avanti, il movimento sicilianista ha presentato il candidato alla carica di presidente della regione: Franco Busalacchi.
Per Busalacchi niente più governi fantocci succubi di Roma ma autonomi dalla politica “Noi siamo pronti a scontraci con lo Stato per difendere gli interessi della Sicilia e per una piena applicazione dell’Autonomia, poi saranno i siciliani a scegliere se vorranno l’indipendenza o un nuovo patto federativo con lo Stato”.
Ai nastri di partenza anche i "vespri siciliani" che nella loro nota stampa rivolgono un invito ai siciliani: “Dopo più di trent’anni di false promesse, dopo averci addossato tutte le responsabilità della distruzione del territorio siciliano, dopo averci definito mafiosi ed illegali, adesso è arrivato il momento di agire. Alle prossime elezioni regionali non delegheremo più nessuno, vogliamo essere noi stessi protagonisti del vero cambiamento. Se sei abusivo, se hai un’età compresa tra i 35 ed i 55 anni, se hai una laurea in materie tecniche, economico o giuridiche, se hai esperienza amministrativa e soprattutto se vuoi che la Sicilia rimanga dei Siciliani, CANDIDATI!!!”. Chiunque voglia sposare il progetto politico dei vespri può farlo mandando una mail a vespriabusivisiciliani@gmail.com.
Non se la passano meglio nel centro destra dove ancora non si parla di alleanze e nemmeno di convergenze. Solo una certezza: la candidatura di Nello Musumeci.
Per il resto Forza Italia ancora non ha trovato il nome da spendere e i forzisti sembrano scollati tra di loro, non vanno tutti in un'unica direzione. Gianfranco Miccichè, commissario azzurro, è in campo per mettere insieme le varie anime. Non sarà facile c'è già chi ha preso il largo, troppi dubbi e troppe incertezze hanno determinato un centro destra alla deriva con le forze maggiori impegnate a trovare un uomo diverso da Musumeci, è il caso di dire che la storia,recentissima, non ha insegnato nulla.