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06/08/2017 06:00:00

Sicilia 2017: Forza Italia scarica Musumeci, Crocetta scarica il Pd

 Elezioni regionali 2017: Forza Italia scarica Nello Musumeci, mentre Rosario Crocetta riunisce il suo Megafono e con un documento del "direttivo" dice che lui è candidato, alla faccia del Pd. 

Lo abbiamo anticipato tante volte: Forza Italia non avrebbe scelto Nello Musumeci.
La settimana che è appena trascorsa doveva essere decisiva, soprattutto dovevano esserlo gli incontri a Roma.
Gli accordi si dovevano perfezionare, la riunione tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, di martedì scorso, è saltata per mano forzista. Il Cavaliere ha preferito raggiungere il Trentino.
Le trattative in Sicilia vengono proseguite dal commissario regionale degli azzurri, Gianfranco Miccichè, che ha già dichiarato che la strada la vuole fare insieme ad Alfano.
Non è piaciuto il comportamento di Musumeci, non ha condiviso le posizioni drastiche di Giorgia Meloni: Alfano non venga in Sicilia a fare campagna elettorale per noi. Parole dure che hanno consentito a Miccichè di battere in ritirata:

“Ho fatto trattative tutta la vita, da quando lavoravo in Fininvest. Se vado da un cliente devo offrirgli qualcosa, non dirgli che deve fare quello che voglio io. Musumeci ha snobbato Alfano, che io ho cercato, e infine l'ha invitato a non farsi vedere in Sicilia in campagna elettorale. Un ministro degli Esteri... Musumeci poteva dirmi subito come stavano le cose".

E' una spaccatura interna e profonda quella che si è creata nel centro destra, che affonda le sue radici già lontano nel tempo. Non c'è la capacità di fare sintesi e di compattare nel momento strategico per la vita e il rilancio dell'intera Isola.
Per Miccichè il nome da mettere sul tavolo sarà un nome scelto da Forza Italia, un nome su cui si costruirà un'alleanza moderata così come vuole il Partito Popolare Europeo.
Non è da solo Miccichè, Saverio Romano non si è mai spostato, in Sicilia, dall'area di centro, e non disdegna la presenza di Alfano e di tutti i centristi.
Miccichè si appresta a rompere con il candidato di centro destra, Nello Musumeci, in uno scenario, irresponsabilmente, uguale a quello del 2012. Musumeci è visto come l'uomo di destra non ricattabile, tutto d'un pezzo. La trattativa che vedrebbe convogliare su Musumeci è saltata, restano ancorati alla candidatura Diventerà Bellissima, Fratelli d'Italia, Noi con Salvini e gli autonomisti.
Ad ammiccare ad Alfano sono anche quelli del PD, lo stesso Renzi sta lavorando a non disperdere i voti dei centristi.
Insomma Alfano è visto come l'uomo buono sia per il centro destra che per il centro sinistra e difatti il Ministro degli Esteri, adesso, e quello dell'Intero, prima, lo ha fatto proprio con governi di centro sinistra.
A trattare con Alfano è Graziano Delrio, Alfano sarebbe garantito per le prossime nazionali: posto in Senato.

Il Partito Democrato con un centro destra che implode torna a fare un giro di valzer. Ha speranze di una rinnovata vittoria se solo riuscisse a fare sintesi sul nome di un candidato.
Tanti sono i nomi che circolano, su quasi tutti ci sono delle pregiudiziali, da Fabrizio Micari, rettore dell'Università di Palermo, legato però a Lagalla, a Toti Amato, presidente dell'ordine dei Medici di Palermo. Restano in campo Antonello Cracolici, la cui candidatura non trova sfonda e Giuseppe Lupo. In area dem c'è Davide Faraone, in giro per la Sicilia, ma la sua eventuale candidatura potrebbe essere un'arma a doppio taglio. Votare lui significherebbe esprime un voto di preferenza sullo stesso Matteo Renzi, Faraone è il suo numero uno di riferimento in Sicilia.

Rosario Crocetta, attuale presidente della Regione, non demorde: è candidato. Sostiene di avere voti e numeri. Non si comprende bene se in Sicilia o su Marte. Lo dice anche a Renzi: “Io sono il naturale candidato alla presidenza della Regione. Lo Statuto del Partito democratico prevede che il presidente uscente sia il naturale  candidato.... Avevo detto che avrei fatto un passo indietro se ci fosse stato Grasso.  Tramontata quell’ipotesi, non mi pare che ci sia un altro Grasso dietro l’angolo”.

Dubbi e perplessità anche in Azione Civile, schieramento di sinistra. "Azione Civile partecipa ad ogni processo collettivo in cui si ritrovino principi programmatici condivisibili e in cui venga utilizzato il metodo democratico della partecipazione dal basso". È quanto puntualizzano le referenti regionali Giusy Clarke Vanadia e Giovanna Pedroni. "E quindi, in coerenza con tali nostri principi, in relazione a certe notizie di stampa circa l'esito dell'assemblea di sabato scorso della sinistra politica siciliana, Azione Civile Sicilia comunica di non avere fino ad oggi designato alcun candidato alla presidenza della regione siciliana, ne' di avere fatto alcuna scelta per la formazione di liste per le elezioni". Perplessità e remore sulla candidatura di Ottavio Navarra.

E ieri, 5 agosto, è partito il tour del movimento Cinque Stelle. Giancarlo Cancellieri ha iniziato a Marina di Ragusa nelle varie tappe siciliane sarà in compagnia di Luigi di Maio e di Alessandro Di Battista.

 

IL DOCUMENTO DEL MEGAFONO. Si è riunita ieri e oggi, alla presenza di circa 150 quadri provenienti da tutto il territorio siciliano, la direzione regionale del megafono che ha approvato il seguente documento:

1) Il Megafono esprime la propria preoccupazione sul metodo scelto da alcune forze di maggioranza, rispetto alla candidatura del presidente della Regione. E’ prassi consolidata nel centro sinistra, che il presidente uscente venga ricandidato a meno di non trovarsi di fronte a fatti gravi, che rendano inopportuna la candidatura. Crocetta è il primo rappresentante del centro sinistra che dal 1946 in poi, ha vinto le elezioni con mandato popolare;

2) La Sicilia che abbiamo trovato nel 2012 era sull’orlo del fallimento, con un bilancio in default, con 11 punti di Pil persi in 7 anni e con ben 300mila lavoratori che avevano perso il posto di lavoro; non utilizzava i fondi europei, era tra gli ultimi posti per i livelli essenziali di assistenza sanitaria. Era la Sicilia delle prebende, delle clientele, dello sperpero di denaro pubblico;

3) Il governo Crocetta ha risanato il bilancio, rilanciato la crescita e creato le condizioni per lo sviluppo di questa terra. Il bilancio risanato di questa Regione deve servire per dare futuro e prospettive ai giovani, alle donne, ai disoccupati, ai deboli, alle persone con disabilità, ai precari, agli imprenditori. La situazione non si affronta né con nostalgia di un ritorno a un passato che ha distrutto la Sicilia, né con avventure irresponsabili modello Comune di Roma;

4) Non si può con un colpo di spugna cancellare quanto è stato fatto per tornare a mediazioni infinite, alla politica politicante, ai tragici riti del potere;

5) Il presidente della Regione deve essere scelto dai siciliani, non teleguidato da Roma. La Sicilia è chiamata ad esprimere la propria classe dirigente;

6) L’unico movimento civico nato in questi anni in Sicilia, con una ramificazione sul territorio e che ha vinto per la prima volta nella storia con il superamento del quorum, è il Megafono. Un movimento di giovani, donne, cittadini che non vogliono la politica politicante, ma la politica che parli il linguaggio della gente;

7) Il Megafono si batte per la libertà e la dignità del popolo siciliano, proponendo agli alleati una competizione franca, attraverso le primarie di coalizione da convocare per il 10 o il 17 settembre;

8) Il Megafono ritiene che il presidente della Regione non può essere espressione di lobby occulte, ma debba essere selezionato in modo trasparente. Non c’è alcuna ragione, anzi per il PD esisterebbe persino un obbligo statutario, a riconfermare il presidente uscente;

9) Il Megafono ritiene, insieme al suo Presidente Rosario Crocetta, di sottoporre alla verifica dei cittadini la scelta del nuovo candidato del centro sinistra. Niente investiture dall’alto, magari camuffate da scelte civiche;

10) Il modello Crocetta nel 2012 è partito proprio come una scelta civica, furono proprio i partiti del centro sinistra a interrompere il governo civico del presidente, chiedendo un governo politico. Risulterebbe paradossale oggi se, quegli stessi partiti che hanno impedito a Crocetta di portare avanti quell’esperienza, adesso chiedessero di usare quel modello per eliminare dalla competizione Rosario Crocetta. Noi siamo pronti alla sfida, al confronto, al dialogo rifiutando, però, la subalternità ai potentati. Il metodo delle primarie è quello più corretto per iniziare insieme un nuovo percorso che parta dalle cose buone già realizzate, per raggiungere nuovi, importanti traguardi per la Sicilia. Noi siamo in campo con Crocetta, candidati ma non disponibili a subire passivamente ordini dall’alto, che umiliano il popolo siciliano.

E’ stata formalizzata la costituzione di una commissione con rappresentanti di tutti i territori, che è già al lavoro per la composizione delle liste e del programma.