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08/09/2017 06:00:00

Alcamo, un mese dopo l’incendio: ecco cosa sappiamo

E’ trascorso più di un mese dal feroce incendio di Alcamo, che nella giornata del 30 Luglio scorso ha divorato la discarica di rifiuti D’Angelo, in contrada Sasi Vallenuccio. Un vero e proprio disastro ambientale, che ha profondamente segnato la cittadinanza: quella minacciosa “nube oscura”, infatti, ha sovrastato il cielo di Alcamo per giorni, anche dopo che le fiamme, che hanno arso il deposito rifiuti per quasi 24 ore, sono state estinte. E' stato necessario l'intervento dei Vigili del Fuoco e un Canadair per domare il rogo. 

Il principale pericolo per la salute della cittadinanza, nei momenti immediatamente successivi allo spegnimento delle fiamme, riguardava l'inalazione di sostanze tossiche; un secondo pericolo sarebbe poi legato agli altri effetti, quelli "a lungo termine", che spetta ai tecnici individuare: cioè la deposizione delle sostanze nocive sul terreno, sulle coltivazioni agricole, sugli alberi.

Quindi il primo Agosto viene reso pubblico il comunicato ARPA riguardo le condizioni ambientali della zona interessata; il comunicato fornisce dei dati, che dovrebbero rassicurare la cittadinanza in quanto segnalano una non tossicità dell’aria. Anche i dati raccolti dai Vigli del Fuoco relativi alla qualità dell’aria, dopo il campionamento in alcuni punti della città, hanno fornito un esito che si può definire confortante. Ma questi risultati positivi destano dei dubbi.
Possibile, dopo un lasso di tempo così breve, accantonare l’ipotesi di un grave caso di inquinamento da diossina?

La cittadinanza alcamese si dimostra parecchio titubante al riguardo, se non incredula dal comunicato ARPA, così come il Capogruppo PD Alcamo, Giacomo Sucameli, che avanza al Sindaco e al Presidente del Consiglio un’interrogazione a risposta scritta.
"Possibile che a soli due giorni dall’incendio"scrive Sucameli, "la situazione fosse già così poco preoccupante?"

Infatti, fino al giorno precedente ai dati comunicati sul sito del Comune, l’ordinanza sindacale raccomandava ai cittadini di stare ancora barricati in casa, di evitare il consumo di prodotti ortofrutticoli; eppure a poche ore di distanza da quel comunicato, di certo sconfortante per la cittadinanza, si verifica un totale ribaltamento di prospettiva.

Ad oggi non è stata fatta chiarezza sui tipi di rifiuti e materiali coinvolti nel rogo.
Il responso dei tecnici dell'ARPA, a tal proposito, potrebbe anche basarsi su "supposizioni", dato che al momento dell'incendio, per ovvi motivi di inagibilità, i tecnici non hanno potuto effettuare alcun sopralluogo, per constatare quali materiali più o meno dannosi potessero trovarsi a bruciare tra le fiamme.

Lo stesso sindaco, Domenico Surdi, a poche ore dall'inizio dell'incendio, aveva infatti dichiarato: "siamo molto preoccupati per eventuali emissioni nocive nell'aria, perché non abbiamo ancora contezza di ciò che il centro contenesse".

L'impianto, infatti, di proprietà dell'imprenditore alcamese Vincenzo D'Angelo -  cinquantenne già noto come "re dei rifiuti", finito in manette nel 2011 con l'accusa di associazione per delinquere transnazionale finalizzata all'illecito traffico di rifiuti - si presentava come grande centro di differenziazione dei rifiuti, il quale si occupava di ricevere al suo interno diverse tipologie di materiali, provenienti anche da differenti comuni siciliani.

Sucameli, esprimendo i timori della cittadinanza, afferma inoltre che: "è probabile che il loro comunicato (ARPA) si sia basato unicamente su supposizioni, e che non abbia tenuto conto del reale danno ambientale a cui Alcamo è ormai strettamente legata. C’è il rischio che la nube di fine luglio finisca nel dimenticatoio come tanti altri roghi, nell’amara certezza che tra qualche anno ne vedremo gli spiacevoli risultati?".

PALMERI.  Questa mattina la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Valentina Palmeri ha depositato sollecito formale presso l’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) a fornire i risultati ufficiali dei controlli sull’eventuale grado di tossicità del terreno conseguente al rogo che lo scorso 30 luglio 2017 ha distrutto l’impianto di trattamento rifiuti della società D’Angelo, sita in c.da Citrolo, ad Alcamo. “Ho chiesto - spiega la deputata - nell’interesse della cittadinanza alcamese e della collettività tutta, di effettuare un costante monitoraggio che interessi anche i comuni limitrofi. Dall’incendio sono già trascorsi 39 giorni, mi chiedo: quanto occorre per conoscere l’esito delle analisi? Sono veramente necessari tempi tanto lunghi per fornire risposte? All’indomani del rogo - continua Palmeri - insieme ai miei colleghi all’Ars Giancarlo Cancelleri e Giampiero Trizzino e al Sindaco di Alcamo Domenico Surdi, ci eravamo recati in sopralluogo nell’ex centro di raccolta rifiuti e avevamo chiesto all’ARPA di compiere tutte le analisi necessarie in tempi celeri. Oggi - conclude la deputata - sono costretta a reiterare questa richiesta”.