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24/10/2017 07:32:00

Perché la Procura di Trapani ha fatto perquisire ieri la nave di Save the Children

 Un risultato è stato raggiunto: ostacolare i prossimi soccorsi in mare. Ieri la Procura di Trapani ha fatto perquisire, con un gran dispiegamento di uomini e mezzi che erano in attesa di giorni, la nave della Ong "Save the children" al porto di Catania.

La nave, "Vos Hestia", è utilizzata per salvare vite nel Mediterraneo. La nave non è sotto sequestro, ma come segno di protesta per quanto accaduto, Save the Children ha fatto sapere che non riprenderà la propria attività di soccorso di naufraghi in mare.

Da tempo la Procura di Trapani indaga su un possibile accordo tra le navi delle Ong e gli scafisti. Una pista che non ha portato ancora a nulla di concreto, se non al sequestro di una nave o, come ieri, perquisizioni a bordo. Ed è tutto molto ironico, se pensiamo che in questo stesso periodo un'inchiesta giornalistica internazionale ha raccontato che per fermare il flusso di migranti dal Nord Africa il governo italiano ha stretto degli accordi con due potenti milizie libiche che solo qualche tempo fa erano direttamente coinvolte nello stesso traffico. E allora la Procura di Trapani dovrebbe fare una perquisizione al Ministero dell'Interno, o interrogare Minniti...

Ieri dunque la Polizia ha eseguito una serie di perquisizioni a bordo di nave Vos Hestia, l'imbarcazione di Save the Children impegnata nelle operazioni di soccorso ai migranti nel Mediterraneo centrale, che attualmente si trova nel porto di Catania. A bordo della nave, nei mesi scorsi, ha operato anche un agente sotto copertura. La perquisizione, eseguita dagli uomini del Servizio centrale operativo, è stata disposta dalla procura di Trapani che ha da tempo aperto un fascicolo sull'operato delle Ong.

Ad agosto scorso la procura di Trapani ha disposto il sequestro della nave Iuventa della Ong tedesca Jugend Rettet, accusata di contatti con i trafficanti. E a settembre era finito sul registro degli indagati anche il nome di Marco Amato, comandante nella nave Vos Hestia. L'accusa nei suoi confronti è la stessa ipotizzata per il personale della Iuventa: favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. A fare il nome del comandante sarebbe stato Pietro Gallo, l'uomo che lavorava per la 'Imi security service' - la società che si occupava della sicurezza a bordo della nave di Save the Children - e che con le sue dichiarazioni ha fatto partire l'inchiesta. A bordo della Vos Hestia ha operato per diverso tempo anche un agente sotto copertura che ha documentato con diverse foto i presunti contatti in mare aperto tra i trafficanti libici e gli uomini a bordo della Jugend Rettet.

 La perquisizione sulla nave Vos Hestia "è relativa alla ricerca di materiali per reati che, allo stato attuale, non riguardano Save the Children". La documentazione oggetto della ricerca "come si evince dallo stesso decreto di perquisizione" è "relativa a presunte condotte illecite commesse da terze persone". E' quanto afferma Save the Children, in merito alla perquisizione che la Polizia sta eseguendo a bordo della sua nave nel porto di Catania. L'ong rende anche noto di aver sospeso le operazioni di soccorso in mare "come già pianificato data la riduzione dei flussi".

Save the Children ribadisce in una nota di aver "sempre agito nel rispetto della legge durante la propria missione di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo" e conferma "ancora una volta che l'Organizzazione non è indagata". "Tutte le operazioni sono state condotte in strettissimo coordinamento con la guardia costiera italiana e nella massima collaborazione con le autorità. La nostra missione è sempre stata guidata unicamente dall'imperativo umanitario di salvare vite" afferma l'ong, che conclude: "Confidiamo che la magistratura, nella quale l'Organizzazione ha piena fiducia, faccia immediata chiarezza sull'intera vicenda". "Oltre a ribadire la nostra totale estraneità alle indagini, Save the Children annuncia la sospensione della propria attività di ricerca e salvataggio in mare, come già pianificato, e del resto attuato anche lo scorso anno. La decisione arriva dopo aver valutato attentamente la riduzione del flusso di migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo centrale per raggiungere l'Europa e le mutate condizioni di sicurezza ed efficacia delle operazioni di ricerca e soccorso in mare nell'area" dichiara Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia. "Per troppo tempo abbiamo supplito all'inesistenza o inadeguatezza di politiche europee di ricerca e soccorso, nonché di accoglienza dei migranti, cercando di portare un contributo concreto e volto al salvataggio delle vite di bambini e adulti" conclude Neri.