Tutti contro il provvedimento della Regione che vieta la produzione di pane fresco durante le domeniche e le festività. Dai consumatori e dalle associazioni che rappresentano i panificatori arrivano i dissapori più accesi. Soprattutto nel territorio palermitano, dove il consumatore è ormai abituato a comprare il pane appena lavorato e sfornato durante tutto l’anno, domeniche e festivi inclusi, il decreto che porta la firma dell’assessore Mariella Lo Bello viene visto come una polpetta avvelenata, che colpisce i giorni considerati dai fornai i più produttivi. Ma la paura è che l’abusivismo riconquisti campo agli angoli delle strade, con la vendita del pane senza un patentino di qualità e controllo igienico.
E così i panificatori della Confartigianato capitanati da Nino Buscemi sono pronti a rivolgersi al tribunale amministrativo per «bloccare questa follia», dice Buscemi. Ma dovranno far presto, perché il decreto entrerà in vigore il 20 novembre, trenta giorni dopo la sua pubblicazione in Gazzetta (20 ottobre 2017).
«La prossima settimana - continua il presidente dei panificatori palermitani di Confartigianato - si svolgeranno riunioni tra i panificatori di tutta la provincia. Già si percepisce un certo fermento. Le aperture domenicali hanno rappresentato una conquista sul campo della contrattazione, e sono servite ad arginare il fenomeno dell’abusivismo. I panifici non venderanno pane surgelato. Tutto questo non lo accetteremo», conclude Buscemi, che ricorda le lotte per ottenere le aperture domenicali.
Fu l’allora deputato regionale DS Gianfranco Zanna a scrivere un emendamento, poi approvato, che permise di inserire i panifici fra quelle attività commerciali che, secondo la legge sul commercio, hanno diritto alla deroga domenicale, come edicole e fiorai.
Dall’assessorato rimarcano il fatto che a scegliere la strada della non panificazione nelle domeniche e nei festivi sono state le associazioni di categoria. Ma sia Confartigianato sia Cna hanno bocciato il provvedimento.
E non solo loro. A preoccupare l’Adiconsum è «la previsione del divieto di panificazione nelle giornate domenicali e festive - dice Marco Stassi, presidente Adinconsum Palermo Trapani - Fermo restando l’assoluto rispetto, per il riposo domenicale e festivo dei lavoratori, chiediamo che venga garantita, come prevede il testo, una turnazione delle aperture degli esercenti e che vengano intensificati i controlli sugli abusivi».
Così, come mossa geniale per togliere le castagne dal fuoco, il decreto dà la possibilità ai sindaci di derogare alla chiusura, in base anche a ciò che il territorio vuole. «A noi risulta che le associazioni dei panificatori si stanno schierando contro il provvedimento - dice Sergio Marino, assessore alle Attività produttive del Comune di Palermo - e che il provvedimento annulla una consuetudine alla quale la città tiene particolarmente. Tutto ciò ci porta a considerare l’apertura di un tavolo dove assieme al sindaco e alle associazioni di categoria e dei consumatori cercheremo, nei limiti della legge, di ripristinare condizioni favorevoli per imprese e consumatori».
La Federcosumatori ci va giù pesante contro il decreto: «È un atto che va fuori da ogni logica - dice il presidente della Federconsumatori di Palermo, Lillo Vizzini - Riceviamo continue telefonate da parte dei panificatori che denunciano la presenza di venditori abusivi di pane. E la Regione che fa? Toglie la possibilità di panificare la domenica, agevolando l’avanzata degli abusivi. Il provvedimento - tuona Vizzini - va contro gli interessi dei consumatori, contro l’equità delle regole nel commercio. Sollecitiamo l’intervento del Comune, con un programma di deroghe».
Parlano anche i diretti interessati. Piero La Barbera, titolare di un panificio dice di non essere d’accordo al decreto: «La domenica - afferma l’imprenditore - è una giornata importante per il nostro lavoro, così come i festivi, perché sono giorni in cui le famiglie si riuniscono. Togliere la panificazione in questi giorni significa distruggere il mercato e le abitudini dei palermitani».
I decreto che prevede i limiti alla produzione di pane fresco, è nato per garantire «il riposo, la salute e i diritti civili e religiosi degli operatori del settore», individuando il regime di chiusura domenicale e festiva e un regime di turnazione in caso di piuÌ€ festivitaÌ€ consecutive.
«Con la chiusura domenicale non si risolve nessun problema - dice Dario Fazzese, segretario generale Flai Cgil - bisogna invece volgere lo sguardo verso le condizioni contrattuali. Che senso ha riposare la domenica se poi le imprese non pagano i giusti salari? Prima risolviamo questo aspetto, che si risolve soltanto con l’applicazione dei contratti di lavoro».