Incontri su incontri, parte così il giro di consultazioni con tutti i partiti che hanno sostenuto il neo presidente della Regione Nello Musumeci.
C'è una Giunta da comporre e c'è un governo che dovrà mettersi al lavoro il prima possibile.
Si discute sul metodo da adottare per la scelta del numero degli assessori regionali da riconoscere a ciascun partito politico. Seguendo questa ottica c'è da comprendere se ad esempio Gaetano Armao e Vittorio Sgarbi entrano in quota Forza Italia ovvero sono slegati dalle logiche di quella ripartizione, stessa cosa per Roberto Lagalla che non dovrebbe entrare in quota Cantiere popolare che mette avanti la posizione di Toto Cordaro gradito anche a Musumeci.
Tanti i nomi che si affollano ma la sintesi che si avrà sarà di natura politica e non tecnica anche se a decidere sarà certamente, per come ha anticipato, lo stesso Governatore dell'Isola.
Anche la presidenza dell'aula è richiesta, a battere i pugni è Gianfranco Miccichè che la reclama.
Non sarà facile per Musumeci che si avvarrà, tra tutti, del criterio della competenza e della capacità oltre che all'indicazione dei partiti. Una settimana durante la quale non necessariamente si potrebbe trovare la quadra.
Intanto pare che Musumeci partirà proprio dal contenimento della spesa dei consulenti e della burocrazia. Spostamenti e cambi per i dirigenti della Regione a cominciare da Giovanni Bologna, commissario anche della città di Marsala dal 2014 al giugno 2015, che potrebbe lasciare l'incarico alla Ragioneria regionale per spostarsi alla Funzione pubblica; Sebastiano Tusa potrebbe finire ai Beni Culturali.
Continua a tenere banco il problema delle liste degli impresentabili tanto etichettate ed attaccate da parte del movimento Cinque Stelle salvo proprio subire l'arresto di uno dei candidati in lista, Fabrizio La Gaipa.
Sulla composizione delle liste si è espressa Rosy Bindi, presidente Parlamentare della Commissione Antimafia: “Nessun candidato presidente in Sicilia aveva dei problemi. Stiamo finendo il lavoro di controllo sulle liste, non abbiamo ancora terminato. Non ci sono casi rilevabili dai certificati giudiziari che abbiano particolari problemi”.
Per la Bindi non ci sono gravi problemi di rilevanza penale ma le elezioni siciliane sono state marcatamente segnate dalla candidatura, e poi dalla elezione, di molti cognomi noti, come quello di Luigi Genovese.
Una responsabilità che spetta ai partiti sulla candidatura o meno degli stessi.
Sull'arresto per estorsione del grillino ha detto la sua anche Matteo Renzi parlando però di un certo garantismo a cui il PD ultimamente, sotto la guida renziana, fa appello: “A parti invertite si sarebbe già alzato l'urlo: Impresentabili! Onestà! Noi siamo orgogliosi di non pubblicare le numerose foto di questo signore con Di Maio e di Battista. E per noi quel cittadino - di cui neanche facciamo il nome per rispetto alla sua famiglia - è innocente. Siamo garantisti, sempre, noi. Peccato che i grandi opinionisti non diano spazio e attenzione alla contraddizione di questa cultura barbara del Movimento 5 Stelle che grida allo scandalo per un avviso di garanzia degli avversari e minimizza sulle indagini per omicidio colposo o per falso quando toccano i propri amministratori”.