Nello Musumeci ha avviato le consultazioni con i partiti che lo hanno sostenuto, l'oggetto all'ordine del giorno è la composizione della Giunta.
Il neo presidente ha fretta di iniziare a lavorare ma allo stesso tempo l'incontro con Forza Italia, slittato per opera del commissario azzurro Gianfranco Miccichè, dovrebbe svolgersi ad ore.
I forzisti non sarebbero d’accordo con il presidente sulla formazione della Giunta prima dell'insediamento dell'ARS, fissata per l' 11 dicembre.
Miccichè ha messo in atto le sue manovre, ampie alleanze, chiede la presidenza dell'Assemblea, non soccomberà e non intende cedere posizioni.
Musumeci non intende aspettare ancora, vuole comporre la Giunta e presentarla ai siciliani proprio lunedì 27 novembre.
Contrari all'opzione azzurra, non solo il presidente della Regione, buona parte degli alleati della coalizione che vorrebbero iniziare a lavorare senza aspettare ulteriori venti giorni, creando di fatto un vuoto di governo.
Miccichè dalla sua cerca di portare sulla poltrona di assessore più forzisti possibili, contrario a nominare ai Beni Culturali l'accreditato Vittorio Sgarbi che finirebbe alla Fondazione Federico II.
Sgarbi non ci sta, parla di un accordo con Musumeci che esula da Forza Italia, sarà assessore, non in quota berlusconiana, unicamente a rappresentare il suo movimento “Rinascimento”.
Smentito, invece, l'asse di intesa tra Forza Italia e il Partito Democratico per arginare l'ascesa del movimento Cinque Stelle. Fausto Raciti, segretaro regionale dem, afferma di non portare avanti alcuna trattativa in tal senso senza prima che la direzione regionale del partito si riunisca. Questa la nota ufficiale ma i big dei due partiti sono già al cellulare per tentare di trovare un' intesa, non solo sulla questione grillina, ma per la spartizione delle poltrone.
La convergenza potrebbe trovare la quadra con la presidenza dell'ARS a Miccichè e la vice presidenza al PD, all'interno del quale ci sono posizioni da tutelare, lo chiede il deputato Luca Sammarito, il più votato di tutta la Sicilia per le regionali del 5 novembre.
I nomi, che potrebbero entrare in Giunta Musumeci, si affollano. In tanti avanzano richieste. Di certo c'è che accanto al neo Governatore ci sarà Gaetano Armao all'Economia e Roberto Lagalla all'Istruzione. In quota anche Toto Cordaro che rappresenterebbe Cantiere Popolare, Mimmo Turano UDC per la zona del trapanese che potrebbe avere la delega alle Attività produttive, per Marco Falcone(FI) la delega dovrebbe essere quella all'Agricoltura. Nessun assessorato, invece, per il trapanese Giuseppe Guaiana.
La poltrona più ambita, richiesta tutte le formazioni partitiche, è quella della Sanità.
Del resto assorbe gran parte del bilancio regionale e i sottogoverni con annessi consulenze si sprecano.
Il presidente pare che abbia già deciso di tenere per Diventerà Bellissima quella nomina assessoriale, il nome più quotato è quello del fidato Ruggero Razza.
Ad essere ambite non solo le posizioni e i sottogoverni delle Asp ma anche le postazioni altrettanto ben pagate che riguardano i rifiuti. Le Ato sono ancora attive e continuano a gravare sulle casse della Regione, nonostante siano tutte in liquidazione. Sono 27 le poltrone delle Ato da ben 6 mila euro al mese a cui si aggiungono le 18 poltrone delle Srr, più i commissari che si occupano del passaggio dall'Ato alle Srr. Poltrone che scottano per la remunerazione, un liquidatore può avere un compenso di circa 52 mila euro l'anno. Cinquantacinque in totale le poltrone da andare ad occupare nell'ambito dei rifiuti.
E' la Banca d'Italia a fare la fotografia all'Isola, una Sicilia che cresce ma troppo lentamente rispetto al resto del Paese. Un 2017 che ha visto un + 30% che riguarda l'export, resta invariato il drammatico dato della disoccupazione che è del 22%.
Ridotto ancora il settore delle costruzioni.
Brutte notizie ieri per il Piano delle Cave varato nel 2016, il Tar ne ha bloccato l'esecutività nella parte in cui limita l'esercizio delle imprese.