L'onorevole Andrea Vecchio, 77 anni siciliano, portato in Parlamento da Mario Monti confessa oggi su La Stampa: «Qui non si fa una minchia. E non perché i deputati non vogliano. Molti sognano di essere ricandidati, ma da qualche tempo in Transatlantico li vedo muoversi come tanti cadaveri...».
Imprenditore edile noto per il suo impegno antimafia, Vecchio ha fondato la Cosedil S.p.A., società che opera nel settore edile. È attualmente deputato della XVII Legislatura, ed è il più anziano deputato in carica.
I parlamentari che col voto di primavera resteranno a casa sono parecchi. I 120 che perderanno il seggio per via del terzo posto del Pd (sondaggio Ixè), tutti gli altri che Renzi non ricandiderà (le riconferme previste sono un'ottantina su 283 eletti), Rosy Bindi (dice) per volontà sua, Sposetti, forse la Finocchiaro se non andrà alla Corte costituzionale, Sergio Zavoli e Mario Tronti, ecc. Sull'altro versante resteranno a casa Antonio Martino («Non ho più voglia»), Sandro Bondi, Bonaiuti, Francesco Colucci (nove legislature), ecc.
I gruppi parlamentari del Partito democratico rischiano di uscire più che dimezzati dalle prossime elezioni politiche. E quelli di Alternativa popolare potrebbero addirittura scomparire se ciò che resta del partito di Angelino Alfano non supererà la soglia del 3%. Per non parlare poi di Scelta civica, che nel 2013 portò alla Camera ben 37 deputati poi passati al Pd o dispersi nei cespugli centristi. I verdiniani, usciti da Forza Italia, difficilmente verranno ripresi dalla casa madre. Così, in mezzo a questo terremoto parlamentare, gli unici che provano a sorridere sono i potenziali candidati di Forza Italia, della Lega e del Movimento Cinque Stelle che i sondaggi stimano in ascesa. Mentre le donne di tutti i partiti rischiano meno ma solo perché ora ci sono le quote di genere.