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01/12/2017 06:00:00

Prima giunta per Musumeci, sembra un Cuffaro bis. Crisi in Forza Italia

 Si è riunita ieri la prima Giunta del neo Governatore della Sicilia, Nello Musumeci. Una Giunta non di presentazione ma operativa. A guardarla bene, ad eccezione di qualcuno, sembrerebbe lo spettro politico di Totò Cuffaro .

La Sala Alessi ha accolto il nuovo governo siciliano, un Vittorio Sgarbi che ha concesso solo pochi attimi della sua presenza, del resto il suo dovrebbe essere un assessorato a termine, almeno fino alle elezioni politiche per le quali è lanciatissimo.

Sgarbi ha la delega ai Beni Culturali, si impegnerà, lo dice appena arrivato, per abbattere le pale eoliche non funzionanti e ad occuparsene sarà un commissario delegato, Carlo Rubbia. Ma le nomine non sarebbero finite qua, è previsto anche un commissario per le Arti del Mediterraneo, si tratta di Renzo Piano. Solo poche battute per il critico d'arte Sgarbi che vivrà questo impegno siciliano a mordi e fuggi, più su un aereo che sulla poltrona da assessore.

Ci sono tutti gli altri undici assessori, si parla di pianificazione e si parla di azioni immediate. Musumeci si vuole mettere al lavoro senza perdere tempo e iniziando dallo snellimento della burocrazia, parla di momento drammatico per la Sicilia e per quello che è stato trovato alla Regione.


Inizio di valzer per i dirigenti regionali, sollevata dall'incarico di segretaria generale Patrizia Monterosso, prende il suo posto Maria Mattarella, figlia di Piersanti e nipote dell'attuale Presidente della Repubblica.

La Monterosso non sarà del tutto defenestrata, a difendere le sue posizioni non un Crocetta qualunque ma direttamente Gianfranco Miccichè. Per i forzisti la Monterosso è una risorsa da valorizzare, un altro dipartimento la attenderà. Cambio anche nella gestione dei fondi europei a prendere il posto di Vincenzo Falgares in arrivo Roberto Sanfilippo, Musumeci lo preferirebbe nel suo staff.

A breve la convocazione della prima Ars targata centrodestra, lì il presidente eletto avrà una maggioranza risicata, in quell'occasione Miccichè dovrebbe avere i numeri per essere eletto presidente dell'Assemblea, l'accordo si è tessuto in queste settimane di intenso dialogo tra i forzisti e il Partito Democratico, a cui dovrebbe andare la vice presidenza.

Spartizione di poltrone, perché non tutte hanno lo stesso peso, non tutte valgono alla stessa maniera.

Gli assessorati che più di altri fanno gola sono quello all'Economia con delega su Gaetano Armao, e quello alla Salute di Ruggero Razza. Si pensi che dall'Economia passa la centrale unica di committenza quindi appalti milionari che riguardano anche la sanità.

E proprio sua Santità la Sanità rappresenta una poltrona chiave per l'appannaggio di mezzo bilancio della Regione, per una serie di sottogoverni. L'assessorato è stato affidato a Ruggero Razza, catanese e avvocato, uomo fedelissimo di Musumeci, si potrebbe dire che la delega verrà amministrata dallo stesso presidente. Il neo assessore Razza se la vedrà con i nuovi concorsi e con una serie di precari che sono stati rassicurati duranti la campagna elettorale.

A doversela vedere con i forestali siciliani e con un bacino di utenza molto ampio, che all'occorrenza diventa elettorale, sarà il neo assessore all'Agricoltura Edy Bandiera. Circa un miliardo e mezzo di spesa da utilizzare.

E proprio l'ingresso in Giunta del siracusano Bandiera, area di Stefania Prestigiacomo, scalzando il trapanese Giuseppe Guaiana, di area Tonino d'Alì, ha portato una faida interna agli azzurri.

Nella mattinata di ieri sono arrivate le dimissioni, da coordinatore provinciale, di d'Alì che hanno suscitato la reazione dello stesso Miccichè per i toni utilizzati.

D'Alì ha ricordato che da sempre Trapani è stata la provincia più azzurra della Sicilia e una delle più azzurre d'Italia:

“L’assoluta superficialità e noncuranza con cui viene considerato il partito trapanese è a dir poco offensiva...Già in sede di formazione delle liste eravamo andati incontro a “superiori esigenze” di partito e di coalizione accantonando la candidatura di Giuseppe Guaiana, primo degli eletti di tutte le liste alle due ultime elezioni amministrative trapanesi. A riconoscimento di quel gesto di disponibilità verso la richiesta del coordinatore Miccichè, era stata deliberata dal Partito regionale la sua inclusione nella squadra di governo della Regione, e poi annunciata durante un incontro con la stampa dallo stesso coordinatore siciliano del Partito...Gli esiti delle ultime designazioni di Forza Italia al governo della Sicilia, invece, sono stati di tutt'altro indirizzo e appaiono più frutto di moventi amicali, di alchimie e cinismo, piuttosto che di logiche di valutazione del merito sul territorio, se non addirittura di disprezzo. Forzature inaccettabili in un Partito che il presidente Berlusconi ha sempre sollecitato alla valorizzazione del merito. Merito che in questo caso è stato messo sotto i piedi da chi aveva il dovere di riconoscerlo. Io mi dimetto perché gli elettori di Forza Italia a Trapani non meritano questo trattamento” .

Hanno poi fatto seguito le dimissioni anche del vice coordinatore provinciale, Peppe Poma, e dei coordnatori di Trapani, Paceco, Valderice ed Erice: “Durante gli ultimi appuntamenti elettorali il nostro territorio ha dato ancora, se mai ce ne fosse bisogno, prova di lealtà e di assoluta coerenza ma è stato umiliato dalle scelte compiute dal coordinamento regionale, ricevendo un trattamento che non merita assolutamente. Per questo, scegliamo di dimetterci anche noi, seguendo il Senatore che riteniamo essere esponente irrinunciabile del Partito e dei cittadini trapanesi”.

Getta acqua sul fuoco il commissario azzurro Miccichè che dice che i forzisti del trapanese hanno ragione, verrebbe da dire è la ragione degli sciocchi averla riconosciuta da lui.

Il suo commento è stato quello di lavorare per riconoscere il giusto merito a tutti: “Forza Italia non aveva a disposizione posti sufficienti in giunta per rappresentare ognuna delle nove province siciliane. Oltre a Trapani, anche Agrigento ed Enna hanno contribuito tantissimo al successo di Forza Italia alle scorse elezioni regionali e sono certo che a breve ci saranno tutte le condizioni perché venga riconosciuto e premiato lo straordinario lavoro fatto da Vincenzo Giambrone e Gaetana Palermo”.

 

 

Non si è placata ancora la corsa alla ricerca degli impresentabili che hanno affollato le liste per questa competizione regionale. La presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, afferma che sono in sei gli impresentabili in Sicilia secondo il codice di autoregolamentazione e la legge Severino. Nomi secretati in vista di ulteriori accertamenti da parte degli uffici giudiziari e in ragione del fatto che non tuti gli eletti sono stati proclamati.

Rossana Titone