Si ribella Trapani, la provincia più azzurra d'Italia, contro le scelte di Gianfranco Miccichè, che pur di vincere le elezioni a qualsiasi prezzo e garantirsi l'elezione a presidente dell'Ars, ha di fatto mortificato il partito, promettendo prima un posto in Giunta al pupillo di D'Alì, Peppe Guaiana, e poi lasciandolo, di fatto, a piedi.
Dopo alcuni giorni di silenzio Guaiana interviene con una lunga dichiarazione:
L’unica nota positiva di questa faccenda è che finalmente, tra lo stillicidio di notizie ed illazioni, è stata scritta la parola FINE, cioè si è chiuso definitivamente, ma negativamente, il percorso iniziato il 13 ottobre 2017 che avrebbe dovuto portare la mia persona, quale Uomo di partito in Forza Italia della Provincia di Trapani e che ha sempre rispettato e seguito tutte le superiori decisioni, ad essere nominato Assessore Regionale nella nuova Giunta del Governatore Musumeci.
Si è consumato alla fine uno psicodramma che ha visto come regista il Coordinatore Regionale, per chi non lo conoscesse si chiama Gianfranco Miccichè, uomo abile di parola (“Guaiana sarà assessore” ha dichiarato in conferenza stampa), ma estremamente incoerente nei fatti, salvo che la conferma del deludente risultato nella campagna elettorale personale.
Ahimè, l’ammetto: sono giovane e sono stato estremamente ingenuo ma soprattutto inesperto, perché avrei dovuto immediatamente capire a naso quale aria tirava.
Invece, come da Uomo di partito che crede e rispetta i ruoli senza provare a scavalcare nessuno (anche se c’erano prima, ci sono adesso e sono sicuro che ci saranno ancora domani i contatti e i rapporti con persone qualificate), sono stato costretto in queste settimane a subire l’onta dell’ironia, lo sfottò di conoscenti, le risatine degli amici e non.
La mia sintesi finale è che, parlando di “Uomini” l’amara verità scritta da Sciascia in uno dei suoi capolavori è ancor oggi inesorabilmente reale.
Un partito che ha la pretesa di considerarsi la vera alternativa per migliorare le sorti dell’Italia, ma che in realtà non è in grado di tutelare né di valorizzare nella regione e a maggior ragione a Trapani, tra le città più “azzurre” d’Italia, la persona giovane che è stata l’espressione di un grandissimo consenso da parte di chi detiene il vero potere, gli elettori trapanesi che hanno votato ancora una volta Forza Italia, la persona giovane che per ben due volte è stata largamente la più votata, la persona giovane che è riuscita a coagulare a sé, nelle poche decine di giorni di sua campagna elettorale regionale, consensi e adesioni che pochi possono riuscire ad immaginare, consenso da tutta la provincia, ancor oggi riaffermato con centinaia di espressioni di solidarietà, tra visite e telefonate.
Forse il motivo è stato proprio ed esattamente questo: il terrore, nel partito, che io potessi uscire decisamente troppo forte dalla tornata elettorale regionale, troppo forte per chi pensava di riuscire a manovrarmi nel futuro e per quei soggetti politici provinciali “vecchi”.
Per questo ringrazio sentitamente quelle persone della provincia che, molto poco onorevolmente, si sono lasciate andare a pettegolezzi, illazioni ed accuse, tutte realmente infondate nei miei confronti, nelle stanze palermitane, sobillazioni che certamente saranno nulla al confronto quando usciranno fuori gli scheletri politici dei loro antichi armadi.
Voglio ancora una volta ringraziare il Sen. Tonino D’Alì che nella vicenda ha tracciato l’indirizzo politico e profuso sforzi, ma senza alcun esito favorevole al territorio.
Ma la mia vicenda politica, per rispetto dei tantissimi amici che mi sostengono, non finisce qui, perché il futuro è già cominciato.
Noi abbiamo la forza, la volontà, la determinazione, il consenso e sappiamo andare oltre... loro no.
Il momento, le tribolazioni, l’amarezza e delusione personale mia e di quanti mi sostengono, impongono una pausa di riflessione ad ampio raggio.
Per questo, quindi, pur rimanendo ancora in Forza Italia, mi auto sospendo da qualsiasi operatività nel partito e rimetto qualsiasi decisione soprattutto alla volontà ed i consigli di coloro che mi hanno accompagnato nel mio percorso politico.
Non è infatti tanto a me che è stato fatto lo “sgarbo”, ma soprattutto ai trapanesi.
Sulla vicenda interviene anche Silvia Calvanico, la giovane mazarese candidata alle ultime elezioni regionali con Forza Italia nel collegio di Trapani:
“Spinta da una doverosa e quanto mai opportuna analisi politica degli ultimi eventi, esprimo piena solidarietà al grande gesto di alta dignità politica espressa dal Sen. D’Alì con le sue dimissioni da coordinatore di Forza Italia della provincia di Trapani. Pur rammaricandomi infatti per tale scelta, non posso non cogliere il giusto senso di fattiva protesta che attraverso essa si vuole veicolare ai vertici del partito.
Partito che si è ahimè dimostrato insensibile non solo rispetto al gesto di ritiro della candidatura di Giuseppe Guaiana, dovuta esclusivamente ad esigenze non certo proprie, ma anche e soprattutto rispetto ad un inequivocabile ed eccellente risultato elettorale che ha premiato la lista di Forza Italia della mia provincia. Attraverso l’esclusione di Giuseppe Guaiana dalla prima giunta del Governo Musumeci, si è quindi mortificata l’intera comunità di Forza Italia della provincia trapanese.
Auspico pertanto che i vertici di Forza Italia sappiano al più presto porre la giusta e dovuta attenzione ad un Partito che in provincia di Trapani ha dimostrato con migliaia di preferenze di essere quantomai vivo e oggi più che mai autorevole e credibile interlocutore del nostro meraviglioso territorio.
TRAPANI SVEGLIATI. Si organizza il centrosinistra in vista delle amministrative. Pietro Savona ha riunito i suoi nel movimento Trapani Svegliati: "Vuole rappresentare una nuova voce dei cittadini trapanesi che oggi subiscono una condizione di vita poco consona alle esigenze di ogni categoria, di ogni fascia di età".
Il promotore dell’incontro, Pietro Savona, già candidato Sindaco alle ultime elezioni, ha dichiarato che "è cambiato sostanzialmente il contesto politico e sociale della città, oggi più vulnerabile di prima, e che oggi sarebbe sbagliato anteporre i nomi e le pretese personali, senza realizzare le giuste intese tra tutte le forze sociali e politiche tenendo conto di quelle forme di associazionismo non surrogato di clientele e trasformismi".