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04/12/2017 07:25:00

Sicilia, la guerra nel Pd. Resa dei conti dopo la sconfitta alle Regionali

 Nessuna direzione regionale per il Partito Democratico. Una telefonata e tanti messaggi tra Matteo Renzi e Fausto Raciti, meglio congelare la direzione e rinviare a quando gli animi saranno più calmi.

In tanti chiedono le dimissioni del segretario regionale dem, resa dei conti nel PD.

Renzi annuncia il suo arrivo in Sicilia per mettere ordine e per cercare di rilanciare il partito che rischia l'implosione, c'è un'altra partita importante da giocare: le politiche del 2018.

Renzi ha già deciso, il suo partito deve essere smart, non una palla al piede fatto di politici alla vecchia maniera che preferiscono fare politica senza l'ascolto del territorio. Punta sui giovani, ne ha già dato prova alla Leopolda di Firenze, dove i dem gattopardeschi siciliani erano assenti.

Tante le questioni sul tavolo della segreteria siciliana a partire dal fatto che il PD non è nemmeno la prima forza di opposizione, il posto sul podio è del movimento Cinque Stelle.

Gongola chi ha vinto e racconta la sua verità, solo Renzi ha avuto il coraggio di ammettere la concreta e piena sconfitta.

A Palermo si è tenuta una riunione tra i deputati eletti alla presenza anche di Davide Faraone, si chiedono le dimissioni anticipate del segretario Raciti che non avrebbe marcatamente indicato la discontinuità da Rosario Crocetta. Sembra una barzelletta per chi in quel governo aveva assessorati, quattro targati PD, e soprattutto li ha tenuti in mano fino alla campagna elettorale, responsabilità di governo importanti per poi chiedere discontinuità. Magari da se stessi, non sarebbe male. Questione di volubilità e coerenza.

Si chiede a Raciti di pagare il prezzo per tutti, è sempre la storia di chi si aggiudica uno scranno e con spocchia dice di trovarsi all'opposizione per colpe altrui.

"Nessuno tocchi Raciti. Il Pd smetta di farsi altro male, basta litigi. Lancio un appello all'unità del partito. Adesso mettiamoci al lavoro per vincere le politiche". Lo dice l'ex governatore della Sicilia Rosario Crocetta parlando delle fibrillazioni interne al Pd siciliano, che portano diverse anime interne ai Dem a chiedere le dimissioni del segretario regionale Fausto Raciti e alla decisione di rinviare la direzione regionale a dopo l'arrivo di Matteo Renzi. Il segretario del Pd dovrebbe far tappa nell'isola tra martedì e giovedì.

"Qual è la responsabilità di Raciti ? - si chiede il governatore uscente -. Non si può scaricare su di lui la responsabilità di una sconfitta (quella delle regionali, ndr) che ha avuto radici nelle divisioni del Pd e nella decisione di replicare un modello fallimentare e cioè il modello Palermo alle regionali. Sia io che Raciti avevamo detto a Renzi che quel modello che non sarebbe stato vincente e di non prendersela, se così fosse stato, né con me né con Raciti".

Il prossimo 15 dicembre, che cade di venerdì, si riunirà l'ARS con il primo punto all'ordine del giorno: l'elezione del presidente dell'Assemblea e il suo vice. Anche lì i dem sono spaccati, alcuni pare abbiano trattato con Gianfranco Miccichè per la vicepresidenza, altri hanno chiuso la porta.
I più accreditati per la vicepresidenza sono i deputati dem Giuseppe Lupo e Luca Sammartino, quest'ultimo il più votato in Sicilia.
Nulla di scontato per le poltrone all'ARS che potrebbero essere ridisegnate dal giudice amministrativo in riferimento alla mancata presentazione della documentazione che richiede la legge Severino. I ricorsi presentati sono tantissimi, sono sette i deputati a cui vengono contestate le proclamazioni: Marco Falcone e Alfio Papale per Forza Italia; Angela Foti, Gianina Ciancio Francesco Cappello e Jose Marano per i Cinque Stelle; Giuseppe Zitelli per Diventerà Bellissima.
Se dovesse essere accertata dal Tar l' illegittimità degli eletti si riconteranno i voti di attribuzione delle liste, ovvia la diversa ripartizione dei seggi e dei resti tanto da far ridisegnare tutta la nuova geografia del parlamento sicialiano.

E' Nello Musumeci, neo presidente della Sicilia, a dire che i conti della Regione non sono messi bene e che sarà necessario confrontarsi con Roma in maniera seria. Musumeci ha trovato un deficit di cinque miliardi. In un clima non sereno il nuovo Governatore si trova ad affrontare il tema dei rifiuti e le deroghe romane, ma alcune discariche sono comunque piene: Trapani, Bellolampo e Ragusa. Pronto Musumeci a spedire all'estero i rifiuti con un costo però altissimo e che potrebbe gravare sul cittadino.