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21/12/2017 06:00:00

Castelvetrano e il caporalato. Nasce lo sportello contro l'illegalità in agricoltura

  Non c’è dubbio che se Matteo Messina Denaro è ancora libero, la responsabilità sia anche di una parte della società castelvetranese che lo favorisce. Ce lo dicono le intercettazioni, i numerosi arresti nel corso degli anni e le recenti perquisizioni che hanno prodotto decine di indagati.

Ma davvero non si intravede nessuna luce in fondo al tunnel? E’ così pervasiva questa cornice di collusione che impedisce allo sviluppo di camminare al passo con la legalità?

 

In controtendenza, rispetto allo sconforto generale e al mero rifiuto dell’etichetta mafiosa, c’è dell’altro.

Proprio a Castelvetrano ha infatti sede lo sportello per il collocamento e contro l’illegalità in agricoltura, in provincia di Trapani. Si tratta dell’attuazione della legge 199 e del protocollo “Cura-Legalità-Uscita dal ghetto” per combattere il caporalato in agricoltura. Un protocollo firmato da Cgil, Cisl e Uil, oltre che dal comune di Campobello di Mazara,  che ha tra gli obiettivi  quello di fornire ad aziende e lavoratori anche quei servizi accessori come il trasporto sul luogo di lavoro e l’accesso ai bandi per l’ospitalità dei lavoratori migranti.

Una risposta di civiltà, dopo le crude vicende dei migranti stagionali, venute alla luce nel 2013, in seguito alla morte di un ragazzo senegalese a causa dell’esplosione di una bombola di gas, nell’accampamento di Erbe Bianche, nella periferia di Campobello. Arriva dopo altre risposte che nel corso degli anni sono state tentate, non sempre con successo (ne abbiamo parlato qui).

 

Il fatto che lo sportello di Castelvetrano abbia a disposizione un elenco di lavoratori extracomunitari in regola, pronti a farsi assumere, certamente può contribuire a combattere l’abuso. E’ il primo tentativo in Italia di creare un luogo trasparente d’incontro tra domanda e offerta nell’ambito del lavoro migrante stagionale.

Ed il riscontro c’è stato.

Uno degli inscritti è Vincenzo Italia, un piccolo imprenditore, titolare della ditta Terre in Fiore di Castelvetrano che, nel 2013, fu oggetto di un attentato intimidatorio in cui gli tagliarono 500 alberelli di melograno, tentando anche di bruciare gli ulivi (che invece si salvarono grazie ad un provvidenziale acquazzone).

Non mi sono mai arreso, ho continuato a portare avanti la mia azienda, convinto che anche in questo territorio difficile si possa fare impresa  nel rispetto della legalità – ha affermato Italia - La mia azienda è iscritta allo sportello per il collocamento contro l’illegalità in agricoltura. Siamo già in tanti e spero che altri possano aggiungersi. Se vogliamo toglierci il peso della mafia che portiamo sulle spalle, credo che questo sia un atto concreto”.

 

Certo, siamo ancora nella fase embrionale ma, come ha detto Giacoma Giacalone, segretaria della Flai Cgil di Trapani, “va inteso come la traccia di un percorso che speriamo sia esportabile in tutta Italia, seminando l’idea che tutti possono trarne beneficio, non solo i lavoratori ma anche i cittadini che si sentono invasi dal fenomeno delle migrazioni come se fosse altro rispetto al business oleario, ricchezza del territorio”.

In effetti, la popolazione locale, come in tante altre regioni d’Italia, non è in grado di svolgere

tutto il lavoro. E spesso, le centinaia di migranti che si riversano sul territorio,   diventano facili

prede dei cosiddetti caporali. Fenomeno che chiaramente ha più possibilità di prendere piede in assenza di una regolamentazione strutturata.

 

Secondo l’ufficio provinciale del lavoro, durante la stagione di raccolta si sono iscritti allo sportello 850 lavoratori migranti, dei quali 780 sono stati assunti da 208 aziende, anche queste registrate allo sportello.

Certo, sarebbero previsti anche incentivi per migliorare la sistemazione dei lavoratori. Quest’anno però l’unico sito messo a disposizione dei comuni, è stato il parcheggio dell’ex oleificio Fontane d’0ro, confiscato alla mafia. Un sito che però, tra lungaggini burocratiche e restrizioni, ha finito per non assolvere alla sua funzione, rimanendo inutilizzato.

 

L’indicazione della prefettura, per il prossimo anno, è quella di distribuire il numero dei migranti stagionali in più siti, garantendo condizioni di vivibilità più umane rispetto alla periferia campobellese (Erbe Bianche), oltre a rapporti di lavoro contrattualizzato, contro lo sfruttamento ed il caporalato.

Tra i siti che potrebbero ospitare una parte dei lavoratori, sono stati presi in considerazione i locali del centro di distribuzione dell’ex Gruppo 6 di Giuseppe Grigoli, anche questi confiscati alla mafia.

In merito, il prefetto Darco Pellos ha riferito che si sta valutando l’ipotesi, anche se occorrerà il beneplacito dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati che dovrebbe provvedere alla ristrutturazione dei capannoni.

Come ha sottolineato il commissario straordinario di Castelvetrano, Salvatore Caccamo, si tratterebbe di un utilizzo di una parte della struttura, temporaneo e limitato nel tempo (appunto, il periodo della raccolta delle olive), che non limiterebbe l’Agenzia nel continuare la ricerca di imprenditori privati che vogliano acquisirla.

 

 

Egidio Morici