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03/01/2018 04:00:00

Il cane tornò tardi

  di Leonardo Agate - Non era la prima volta che Antonio tornasse tardi, abbondantemente dopo l’orario della cena, e sempre aveva ricevute le reprimende di Margherita, la moglie.

Stanotte era andato un poco più in là con il trascorrere del tempo, complice la bella compagnia degli amici. Pure qualche bicchiere di troppo, che non aveva offuscato però la mente sempre vigile di quell’uomo che sapeva il fatto suo. Così, salendo la scala per arrivare al secondo piano del suo appartamento pensò bene di togliersi le scarpe per non fare rumore, ed entrare cautamente a casa. La moglie di sicuro dormiva, dopo averlo aspettato inutilmente per la cena, e incavolata dopo la televisione era andata a letto. Meglio non svegliarla. Antonio avrebbe potuto dire l’indomani mattina di essere rientrato quando già lei dormiva, senza specificare l’orario, a dire il vero inoltrato. Mentre cautamente cercava di infilare la chiave nel portoncino di casa, un ospite uscendo dall’altro appartamento della vicina signora del piano, restò perplesso vedendolo con le scarpe in mano. Antonio confuso non seppe dire altro che “ buonanotte…con questo caldo….”. Ma era la viglia di Natale.
Antonio entrò a casa, e vide tutto buio come si aspettava. Non accese le luci e si avviò senza far rumore alla sua camera. Si svestì e si dispese sul letto sotto le coperte per prendere sonno.
Anche Margherita aveva fatto tardi quella notte, e non era ancora rientrata. Le amiche e gli amici l’avevano condotta prima al bar e poi convinta a fare quattro salti da uno di loro. I quattro salti divennero otto e anche sedici. Il caviale e lo champagne erano ottimi, e pure la compagnia. Insomma, tornava a casa più tardi del marito, e temeva di svegliarlo e sentirsi chiedere con chi era stata e come e perché. Anche lei scoperta con le scarpe in mano mentre tentava di infilare la chiave nella serratura, dal solito individuo di prima , l’ospite notturno della vicina, non seppe dire di meglio che “Il caldo…non so sopportano davvero queste scarpe…” L’ospite cominciò a convincersi che faceva caldo, anche se quel giorno era caduta la neve, e pensò di non mettere le scarpe alla prossima uscita.
Entrata a casa, Margherita si rassicurò vedendo che tutto era buio e che poteva impunemente andare a letto. Come fece. All’improvviso, poco dopo che si era addormentata, un rumore alla portoncino d’ingresso la svegliò di soprassalto. Anche Antonio ne fu svegliato. Il cane, che la sera era uscito pure lui, era tornato e voleva rientrare, sentendo freddo fuori. Non aveva sentito dire ai padroni che c’era caldo, e sentiva realmente freddo. Grattava la porta con insistenza. Antonio e Margherita si alzarono e andarono nell’ingresso ad aprire a Frank, tutti e due irritati dall’aver interrotto il meritato riposo dopo la notte di bagordi. Margherita diede uno manrovescio sul muso di Frank, così “impari a tornare tardi!” Una pedata sulla coscia gli diede invece Antonio, gridandogli “ma è ora di tornare questa, screanzato d’un cane!”.
I cani sono fedeli e sopportano i padroni. Non rispose, né sapeva cosa rispondere, riconosceva di avere torto: si era attardato troppo con quella schifiltosa che nemmeno l’aveva soddisfatto del tutto. Prese pure le busse ora, e corse alla cuccia.
“Bisogna controllarlo di più questo cane” osservò Margherita. Antonio giudiziosamente rispose che aveva ragione.