Pioggia di nomine, dai portaborse ai tuttofare, è questo quello che i deputati regionali si apprestano a fare, in mancanza di una chiara e proficua attività parlamentare.
Non hanno votato, al momento, nessuna legge, se non l'esercizio provvisorio. L'ultima seduta è durata meno din un'ora e mezzo.
Saranno ancora stanchi, per le fatiche della campagna elettorale.
A tracciare il passo, in controtendenza, è il presidente dell'ARS, Gianfranco Miccichè, che chiede un freno alle insane nomine, scrive direttamente ai capigruppo dell'Assemblea.
Le nomine dei collaboratori vengono regolate da alcune norme che sono state approvate nel 2014.
Ogni deputato regionale avrà a disposizione un budget di 58.700 euro annui, per poter assumere un solo collaboratore o dieci di loro o anche più, tanto la somma da spartirsi non cambia.
L'inquadramento è della categoria D6, una categoria alta, per intenderci.
Il contratto avrà la durata di cinque anni, i parlamentari li stanno siglando proprio in questi ultimi giorni di gennaio.
La legislatura passata ha regalato un aumento di budget alla nuova arrivata, il tetto prima era di 28.800 euro. Hanno pensato proprio a tutto, prima di congedarsi per poi essere rieletti.
E' un pullulare di autisti, portaborse, segretari. Si sa, per un nullafacente, legato al politico di turno, è un posto sicuro per i prossimi cinque anni. Tanto paga il cittadino, trattasi di danaro pubblico.
La modifica della legge, voluta da Miccichè, prevede dei tempi non brevissimi e allora il presidente dell'ARS ha scritto ai capigruppo:
“Si ritiene di dovere raccomandare che i soggetti contrattualizzati, utilizzando i contributi in qualità di dipendenti del gruppo, siano chiamati a svolgere unicamente compiti e mansioni coerenti alla natura del gruppo e per far fronte alle esigenze di funzionamento dello stesso. Percepiscano, entro il limite del contributo erogabile, una retribuzione adeguata ai compiti e alle mansioni svolte da ciascun lavoratore, fermo restando quanto previsto dalla normativa interna per il personale dei gruppi cosiddetto stabilizzato”.
E alla Regione si assisterà, a brevissimo, alla rotazione dei dirigenti.
Lo annuncia Nello Musumeci, presidente dell'isola : “Riteniamo di dover cambiare la metà dei dirigenti. Per coprire i posti, attiveremo una sorta di interpello per coinvolgere altre fasce di dirigenti. Chi ha l’ambizione di assumere ruoli di responsabilità, si faccia avanti, solo col curriculum. I tempi in cui il dirigente doveva essere segnalato dall’amico del giaguaro sono finiti”.
A restare al settore Bilancio quasi certamente sarà Giovanni Bologna, altro nome intoccabile sarà Fulvio Bellomo per le Infrastrutture. Poi ci sono Calogero Foti alla Protezione civile; Maria Elena Volpes ai Beni culturali; Dario Cartabellotta confermato alla Pesca. Incertezza per Fabrizio Viola a dirigere il Corpo forestale e per Gianni Silvia alla Formazione.
Ruggero Razza, assessore alla Salute, ha deciso di revocare a Salvo Giglione uno dei due dipartimenti che gestisce: Pianificazione strategica e Osservatorio epidemiologico.
Nessun obbligo, per il Governo, di garantire al dirigente defenestrato pari ruolo economico, abolita la clausola di salvaguardia.
E poi ci sono tutte le partecipate e gli enti controllati, l'obiettivo è quello di rimuovere i fedelissimi di Rosario Crocetta.
A Riscossione Sicilia dovrebbe arrivare Ugo Marchetti, gradito sia a Musumeci che a Gaetano Armao. Non saranno riconfermati Sergio Tufano che guida la Sas che presta servizi nel campo della sanità e dei beni culturali; Antonio Ingroia per Sicilia Digitale; Gaetamp Montalbano per Seus 118; Massimo Finocchiaro per l'Ast.
Chi saranno i nuovi dirigenti? Pronta Forza Italia a fare i nomi, ma l'elenco verrà consegnato, a Musumeci, solo dopo la presentazione delle liste per le elezioni Politiche.
Tante le poltrone da assegnare a cominciare dall'Irfis, Ircac, Crias, Irsap, l'Istituto Autonomo Case Popolari, i commissari dei Liberi Consorzi.
Entro il 16 febbraio dovranno anche essere nominati i nuovi vertici delle ASP .