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11/02/2018 06:00:00

Sicilia, Musumeci mette mano ai dirigenti. Ancora polemiche per gli stipendi d'oro

 Lo aveva detto all'inizio del suo mandato, lo ha confermato a pochi mesi di distanza.
Nello Musumeci ha messo le mani sulle nomine dei dirigenti.
Lo ha fatto azzerando tutte quelle che erano legate al nome dell'ex presidente della Regione, Rosario Crocetta.
Dal 15 febbraio prossimo è prevista la revoca di tutti i dirigenti regionali di nomina croccettiana, entro cinque giorni poi i nuovi nomi.
Si salvano dallo spoil system due dirigenti pronti al pensionamento: Maria Elena Volpes e Gianni Silvia.
Il criterio adottato per le future nomine lo stabilisce Musumeci: “Competenza e rapporto fiduciario, come la legge prescrive. Nel frattempo abbiamo ricevuto tanti attestati di disponibilità. Appare chiaro, dunque, che la futura squadra di dirigenti generali comprenderà volti nuovi e dirigenti già collaudati".
La Giunta regionale si è riunita per parlare delle prossime nomine, per smarcare le stesse da un eventuale accordo politico.
All'Agricoltura potrebbe arrivare Dario Cartabellotta oppure Fulvio Bellomo. Sono questi i due nomi in corsa per il dipartimento in questione.
Alla Programmazione arriverà quasi certamente Roberto Sanfilippo, uomo di Musumeci. Sanfilippo prende il posto di Vincenzo Falgares che andrà agli affari extraregionali.
Arriva al dipartimento Famiglia Maria Diliberti, al Lavoro Francesca Garoffolo.
Rino Giglione alla Salute potrebbe essere sostituito, l'assessore Ruggero Razza ha in mente un altro nome.
Al Turismo il nome accreditato è quello di Lucia di Fatta, vicina allo stesso assessore Pappalardo.
Al Territorio, a fianco dell'assessore Toto Cordaro, andrà Mario Parlavecchio che però si contende il posto con un altro fedelissimo di Cordaro, Peppe Battaglia.

Si torna a parlare di stipendi d'oro per i dipendenti regionali dell'ARS.
Il presidente dell'Assemblea, Gianfranco Miccichè, ha accusato i preti di frontiera, che a Palermo hanno a che fare con la povertà ogni giorno, di avere catalizzato l'attenzione dei media, creando un polverone.
I quattro sacerdoti rispondono con una lettera al segretario dell'assemblea, che si fa interprete di Miccichè, Fabrizio Scimè. Si tratta di don Rosario Giué, don Franco Romano, don Cosimo Scordato e don Francesco Stabile: “Abbiamo evidenziato che l’orientamento a togliere il tetto degli stipendi (già enormi!), manifestato fin dall'inizio della legislatura a livello politico, ci era parso inopportuno, se non addirittura scandaloso, a fronte di una situazione socio-economica che pone la Sicilia all'ultimo posto a livello europeo. Prendiamo atto con piacere di quanto sta avvenendo negli ultimi giorni, l’aprire cioè una seria riflessione sulla questione da noi posta. Siamo contenti che voi state cercando di introdurre limiti stipendiali a contratti in corso preoccupandoci di contemperare le esigenze di solidarietà e contenimento della spesa con i diritti dei lavoratori. Tuttavia abbiamo l’impressione che alcune sigle sindacali di categoria vogliano fare rientrare dalla finestra quello che fanno uscire dalla porta, non assumendo anche loro la richiesta di una svolta fino in fondo. Facciamo, infine, sinceramente appello alla “elevata professionalità ed efficienza” perché i responsabili sul piano politico e gli altri soggetti coinvolti possano trovare la soluzione giuridica adeguata, che si muova in direzione di compensi omologati a quelli delle altre regioni d’Italia; e, ancora più auspicabilmente, vicini agli stipendi dell’impiegato e del lavoratore medio italiano e degli altri impiegati regionali, senza distinguere tra lavoratori di serie a, b., c...”.