Si allarga lo scandalo dei finti rimborsi del Movimento Cinque Stelle, e dei finti bonifici di alcuni parlamentari che solo all'apparenza hanno detto di restituire indietro parte dei compensi ottenuti, e invece hanno fatto ben altro.
Ad esempio Marco Canestrari, profondo conoscitore del pianeta Cinque Stelle fa notare uno strano bonifico di Michele Giarrusso, il parlamentare siciliano, interprete dell'antimafia "verace" dei grillini.
C'è un bonifico di Michele Giarrusso (Gennaio 2015) che ha le date sballate. Valuta 21/1/2015, timbro "Eseguito" del 20/1/2014. "Che l'abbia falsificato?" si chiede Canestrari, autore di Supernova (con il giornalista Nicola Biondo). A questo link c'è il bonifico sospetto.
Replica Giarrusso: "Ancora una volta la stampa di regime da il meglio di se, approfittando di qualsiasi cosa, anche falsa, infondata e/o irrilevante, per gettare fango sul Movimento e sui portavoce. Nel caso che mi riguarda, confermo che i bonifici da me effettuati ai fini delle restituzioni, pubblicati sul nostro sito tirendiconto.it sono assolutamente veri e regolari; CHIUNQUE affermerà il contrario, anche solo divulgando notizie false e diffamatorie costruite ad arte da altri, verrà immediatamente chiamato a risponderne in tribunale. A Catania si dice che "i piaceri si pagano", quindi chi sta pensando di gettare fango sul sottoscritto, per i motivi suindicati, sappia sin da ora che non lo farà gratis".
Della restituzione di metà degli stipendi dei loro parlamentari il Movimento 5 Stelle ne ha fatto una bandiera. «È quello che ci differenzia dagli altri partiti» sottolinea il candidato premier Lugi Di Maio.
Peccato che, a quanto pare, non tutti deputati e senatori del Movimento siano proprio immacolati da questo punto di vista. La trasmissione «Le Iene» ha infatti scoperto che in alcuni casi quelle restituzioni non avvengono.
E i politici i soldi se li tengono in tasca. Cifre e conti che non tornano, per un «buco» che si aggirerebbe intorno ai 500mila euro.