Oltre settecento spettatori per Sergio Cammariere, il primo successo di pubblico della stagione teatrale marsalese voluta dal direttore artistico Moni Ovadia. Non è stato un sold out, tuttavia, considerando il numero di spettatori degli spettacoli precedenti, si può considerare un grande successo.
Sono venuti da tutta la Sicilia per assistere al suo concerto. E se qualcuno sta già pensando che forse la comunicazione promozionale stia cominciando a funzionare, ebbene, siamo costretti a deluderli. L’inchiostro speso non si è liquefatto come il sangue di San Gennaro, nessun miracolo, lo hanno saputo direttamente dal sito ufficiale del cantautore.
Sul palco del teatro Impero: Sergio Cammariere al piano e voce, Amedeo Ariano alla batteria, Bruno Marcozzi alle percussioni, Luca Bulgarelli al contrabbasso, Daniele Tittarelli al sax soprano.
Come per i colori primari estesi a cinque, con i loro strumenti hanno dimostrato di essere in grado di ridipingere le note arricchendole d’infinite sfumature. E questo concerto, se fosse un quadro, sarebbe un notturno di Vincent van Gogh.
Un’atmosfera raffinata, a tratti melanconica, mai ordinaria. Io tour conferma il talento di Sergio Cammariere, anche nella scelta dei musicisti che si sono esibiti con assoli da brivido. Il pubblico è stato coinvolto e incitato a completare le strofe.
Una lunga carriera quella di Cammariere, compositore instancabile di colonne sonore. Ricordiamone alcuni: il film di Mimmo Calopresti “L’abbuffata” che vinse il Premio come “Migliore Colonna Sonora” al Festival del Cinema Mediterraneo di Montpellier. Nel 2010, insieme al trombettista Fabrizio Bosso, Cammariere si cimenta pure nel commento sonoro per tre Comiche del grande Charlie Chaplin. Nello stesso anno compone le musiche per “Ritratto di mio padre”, con la regia di Maria Sole Tognazzi, vincitore del “Premio Speciale Documentari sul Cinema” al Taormina Film Fest 2011.
Realizza inoltre, un prestigioso lavoro per il Teatro, con “Teresa la ladra” – interpretato da Mariangela D’Abbraccio. Il testo è tratto dal romanzo “Memorie di una ladra”, della grande scrittrice Dacia Maraini. Ma l’elenco sarebbe molto più lungo.
Calabrese nonostante l’aspetto longilineo, cugino, a quanto pare, del compianto Rino Gaetano. Ma le sue vere radici affondano nella musica della migliore tradizione jazz, con guizzi di originalità interpretativa personalissima. Figlio legittimato del grande cantautorato italiano che ha saputo reinterpretare, aggiungendo contaminazioni che giungono da mondi lontani.
Un grazie dunque a Sergio Cammariere che ha mostrato come si fa la musica senza essere ridondanti, perché l’arte, come dice lui stesso per l’amore… non si spiega.