La forma dell’acqua è il miglior film degli Oscar 2018. La pellicola di Guillermo del Toro conquista in totale 4 statuette in una premiazione senza grosse sorprese rispetto alle previsioni. A Frances McDormand il premio come miglior attrice protagonista per l’intenso ruolo della madre coraggio Mildred Hayes di Tre manifesti a Ebbing, Missouri. L’antidiva per eccellenza si commuove e chiede alle colleghe donne presenti in sala di alzarsi in piedi e condividere con lei l’applauso. A Gary Oldman l’Oscar come migliore attore.
Nessuna polemica, nessuna gaffe, nessun clamoroso colpo di scena. La 90esima edizione dei premi Oscar doveva ed è stata celebrativa, pacata e piuttosto noiosa. In una scenografia incastonata in una brutta grotta tempestata di pietre Swarowsky, il cui interno muta continuamente, in varie gradazioni di kitsch che spaziano dalla sala da ballo della Bella e la Bestia al palco di Ballando con le Stelle (la sobrietà non è per Hollywood), il conduttore Jimmy Kimmel ha aperto le danze verso le due di notte (ora italiana) ricordando l’incidente dell’anno scorso, quando a Warren Beatty venne data la busta sbagliata e chiamò sul palco gli attori di La la land invece che quelli di Moonlight. «Un grande onore essere qui», ha scherzato il conduttore. «Lo scorso anno mi hanno chiesto se volevo fare una gag con i notai e io ho detto di no, così hanno scelto di fare un numero comico tutto loro». Per poi rivolgersi agli attori in sala: «Se sentirete il vostro nome, non alzatevi subito. Aspettate un poco».
L’edizione numero 90 ha evitato le proteste (nessun dress code com’era accaduto ai Golden Globes o ai Bafta), ma ha segnato qualche punto per le donne. Kimmel, ricordando che solo l’11% dei film sono diretti da donne, ha voluto complimentarsi con Greta Gerwig, presente tra il pubblico: è la quinta donna nominata per la Miglior regia nella storia degli Oscar, con il film Lady Bird (la prima fu la nostra Lina Wertmuller nel 1967 con Pasqualino sette bellezze). Ma non è l’unico record femminile di questi Academy Awards: Meryl Streep, infatti, è l’attrice con più nomination nella storia degli Oscar (21) grazie al suo ruolo in The Post, mentre Rachel Morrison è la prima donna a ricevere una candidatura per la miglior fotografia con Mudbound. Questi Oscar hanno visto anche la candidatura dell’attore più anziano (l’88enne Christopher Plummer) e dell’attore più giovane nella categoria Miglior protagonista dal lontano 1939 (il 22enne Timothée Chalamet).
La cronaca della serata.
Il primo Oscar dell’edizione 2018 arriva poco dopo le 2 del mattino (ora italiana): il Miglior attore non protagonista è il bravissimo Sam Rockwell per il suo poliziotto razzista in Tre manifesti a Ebbing, Missouri. L’attore 49enne, che riceve la statuetta dalle mani di Viola Davis, dedica la vittoria alla memoria di Philip Seymour Hoffman e ringrazia la protagonista del film, Frances McDormand, riuscendo a farla commuovere. Subito dopo, tocca a L’ora più buia che vince per il Miglior trucco. E non poteva che essere così: il volto di Churchill modellato su quello di Gary Oldman è davvero una prova da Oscar. Quando sul palco sale la splendida 94enne Eva Marie Saint (la protagonista del mitico Fronte del porto) è standing ovation di tutto il Dolby Theatre. L’attrice premia Mark Bridges per i Migliori costumi per Il filo nascosto, mentre il Miglior documentario è ​Icarus, per la regia di Bryan Fogel.
A questo punto, Mary J. Blige, l’unica persona nominata nello stesso anno come miglior attrice non protagonista e per la miglior canzone, si esibisce con la sua Mighty River dal film Mudbound. Di buono lo spettacolo degli Oscar ha la velocità: alle 3 è già la volta della statuetta al Miglior montaggio sonoro, che va a Richard King e Alex Gibson per Dunkirk. E veloce arriva anche la prima delusione italiana: Alessandra Querzola, candidata per la Miglior scenografia per Blade Runner 2049, perde contro Paul D. Austerberry, Shane Vieau e Jeff Melvin per La forma dell’acqua. Ed è la prima statuetta per il film di Guillermo del Toro. Il premio per il Miglior film in lingua straniera finisce in Cile grazie al bel film di Sebastián Lelio ​Una donna fantastica (Una mujer fantástica), incentrato sulle vicende tragicomiche di una giovane trans.
Alle 3.30 sale sul palco, per ricevere il meritato premio dopo una lunga carriera, Allison Janney. È la sua prima nomination come Migliore attrice non protagonista e va subito a segno: «Ho fatto tutto da sola!», commenta. Meritato anche l’Oscar come Miglior film d’animazione a ​Coco, regia di Lee Unkrich e Adrian Molina. Il film celebra la cultura messicana e che porta un bel messaggio con sé. Altro primato di questa edizione: finalmente un’attrice transgender sale sul palco degli Oscar per presentare: è Daniela Vega, protagonista di Una donna fantastica, che annuncia l’esibizione di Sufjan Stevens con la canzone Mystery of Love, del film Chiamami con il tuo nome. Alle 4 arriva il primo Oscar (quello per gli effetti speciali) a Blade Runner 2049, mentre Dunkirk incassa la terza statuetta per il Miglior montaggio, dopo il Miglior sonoro e il Miglior montaggio sonoro.
Alle 4.30 arriva il primo Oscar per Chiamami col tuo nome: a quasi novant’anni il maestro americano James Ivory vince per il suo adattamento dal romanzo di André Aciman. «Che siamo omo o eterosessuali tutti siamo passati attraverso l’esperienza del primo amore», ha detto Ivory. «Ringrazio Luca Guadagnino per la sua sensibilità di regista». Lo sceneggiatore e regista è ora il vincitore più anziano della storia degli Oscar. La Miglior sceneggiatura originale va all’horror politico del regista afroamericano Jordan Peele Get Out.
Alle 5 in punto La forma dell’acqua conquista il secondo Oscar per la Miglior colonna ad Alexandre Desplat. La pellicola poco prima aveva vinto anche per la struggente colonna sonora di Alexandre Desplat, che ha ringraziato il regista Del Toro per avergli ispirato questa «melanconia dell’amore». Migliore canzone è Remember me dal cartoon Coco, scritta dalla coppia Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez, che hanno salutato le figlie in platea e dedicato l’Oscar alla loro nonna, da poco scomparsa.
Per quanto veloce, la cerimonia è decisamente un tour de force, soprattutto per chi vive da questa parte del mondo: pochi minuti prima delle 5.30 del mattino finalmente Gary Oldman vince l’Oscar come Miglior attore grazie alla sua interpretazione di Churchill in L’ora più buia: la dedica è alla madre di 99 anni che lo sta seguendo in diretta dall’Inghilterra («Ora accendi il bollitore, io porto a casa un Oscar»). Secondo momento commozione per Frances McDormand che riceve il premio come Migliore attrice protagonista per Tre manifesti a Ebbing, Missouri e fa alzare in piedi a condividere con lei l’onore tutte le donne (attrici, registe, costumiste, sceneggiatrice) candidate in questa edizione degli Oscar. Mancano 15 minuti alle 6 e finalmente la coppia che l’anno scorso si è resa protagonista del disastro La la land/Moonlight, ovvero Faye Dunaway e Warren Beatty, ci riprova e senza incidenti questa volta annuncia correttamente il miglior film: è La forma dell’acqua di Guillermo del Toro, che agguanta così la quarta statuetta e dedica il premio «ai giovani registi di tutto il mondo che hanno dei sogni». Sul palco c’è tutto il cast del film. Kimmel ringrazia, saluta e finalmente si chiude. Al prossimo anno!