I risultati elettorali hanno decretato la disfatta disastrosa del PD a livello nazionale e l’apoteosi della coalizione di destra al Nord e del M5S al Sud, evidenziando che, a distanza di quasi due secoli dall’unità d’Italia, il Paese continua ad essere spaccato tra un Nord che, seppur in affanno, cerca di stare al passo con le aree più progredite dell’UE e un Sud sempre più impoverito e depredato delle sue migliori risorse economiche ed umane.
I politici esponenti dei partiti tradizionali piuttosto che cercare le cause che hanno indotto gli elettori a votare i movimenti antisistema, spinti forse dalla rabbia e dal timore di perdere un potere ormai sedimentato , mai ad oggi messo in discussione grazie ai voti clientelari ed imposti con supponenza, danno letture autoconsolatorie, oltre che miopi, ottuse e in più casi offensive, attribuendo la deflagrante vittoria grillina ad un elettorato “ povero materialmente, economicamente e culturalmente” privo di voglia di lavorare, attratto unicamente dalla promessa del reddito di cittadinanza.
E’ evidente piuttosto che il Sud ha per la prima volta dato un chiaro segnale di affrancamento dai partiti ritenuti a ragione colpevoli della sua crisi profonda, votando più che a favore di un partito contro i partiti. Si tratta di un vero, consapevole e chiaro voto di protesta che impone ai partiti, ma soprattutto al PD l’obbligo di autocritica e di un reale ed effettivo rinnovamento che non sia , come più volte è accaduto solo nominale, ma sostanziale.
Bisogna pensare ad una politica che, lungi dall’essere autoreferenziale, intenta alla salvaguardia di interessi personali e lobbistici, diventi servizio alla comunità per risolverne i numerosi problemi ed assicurarne la crescita reale.
Si auspica innanzitutto un’analisi seria soprattutto da parte del Pd e di tutte le forze di centrosinistra, che avvii un onesto confronto e preluda ad un rinnovamento totale della classe dirigente
È necessaria una nuova classe politica che interpreti i bisogni reali dei cittadini, renda le periferie visibili agli apparati di governo e metta veramente mano ad una serie di riforme organiche tali da guidare il paese fuori dalla crisi: gli italiani non vogliono più i soliti palliativi , che sanno di elemosina , bisogna avere un’idea di crescita, programmarla in modo preciso e duraturo, partendo dalle risorse che certo non mancano; il Paese non può più attendere.
In questo quadro generale desolante è la situazione della nostra città, una città che vive un notevole degrado, che non riesce a decollare economicamente, che non vede adeguatamente sfruttate le sue straordinarie risorse, che deve rinunciare ai suoi migliori cervelli costretti ad emigrare, che vede spegnersi le opportunità di sviluppo per la ventilata prossima chiusura dell’ aeroporto, che subisce il rinvio continuo dei lavori del nuovo porto, che non trova aiuti per la nascita di nuove attività imprenditoriali.
Anche a Marsala è sotto gli occhi di tutti il fallimento del centrosinistra e della sua classe dirigente, ed il voto ne è la conferma.
Il Laboratorio di Buona Politica si impegnerà, a cominciare dai prossimi giorni, ad incontrare la città, le sue forze vive, sociali ed economiche, per raccoglierne le esigenze e da qui proporre un percorso riformista alternativo a quello attuale.
Angela Guercio, coordinatrice LBP