Qual è l'assetto economico e sociale della provincia di Trapani? Lo abbiamo visto ieri analizzando la prima parte dello studio condotto per il Libero Consorzio di Trapani. Oggi vediamo, alla luce della situazione economico e sociale del territorio, quali strategie di sviluppo si possono mettere in campo, secondo il report.
Lo studio condotto per il Libero Consorzio Comunale di Trapani ha permesso di fare un'analisi del territorio, come è cambiata la società negli ultimi anni, quali sono le criticità e i punti di forza, le caratteristiche ambientali, culturali, paesaggistiche della provincia di Trapani. Ha messo nero su bianco l'assetto economico e produttivo della provincia, delineando i settori in cui si sono sviluppate più ricchezze negli ultimi anni – come il Turismo – ed evidenziando anche il gap con il resto d'Italia e con la media regionale dal punto di vista dell'occupazione, del reddito medio per abitante.
Questa fotografia dell'assetto sociale ed economico della provincia non era però l'unico scopo dello studio condotto da Terrana Architetti per conto dell'ex Provincia, e costato circa 6 mila euro.
L'obbiettivo è, alla luce delle peculiarità del territorio, individuare degli assi strategici che possano definire la Vision “Strategia Libero Consorzio Comunale di Trapani 2020”. Gli assi di intervento sono tre. In molti casi vengono prospettate linee di intervento molto scontate, di cui si parla da decenni, come lo sviluppo di infrastrutture e trasporti, in altri casi si forniscono idee sul creare rete per la valorizzazione dell'identità culturale del territorio.
SICILIA OCCIDENTALE CENTRO DEL MEDITERRANEO – RECUPERO TERRITORIALE E URBANO E POTENZIAMENTO DELL'ARMATURA TERRITORIALE
Il primo obiettivo è quello di migliorare i trasporti, e i collegamenti territoriali a livello regionale, nazionale e internazionale, “con un piano dei trasporti particolarmente dettagliato ed efficiente e con particolare riguardo all'aeroporto di Trapani, ai sistemi portuali di Trapani, Marsala e Mazara del Vallo, e al potenziamento di autostrade e ferrovie”. Questo report, è singolare, arriva dopo l'uscita forzata del Libero Consorzio dalla gestione dell'aeroporto di Birgi, e nel bel mezzo della crisi dello scalo trapanese con l'addio di fatto di Ryanair e l'abbandono dell'aeroporto dalle istituzioni.
Altro obiettivo è quello di dare un'identità nuova e migliorare l'immagine del territorio attravaerso campagne di makting che ne aumentino l'attrattività. La proposta è quella di un'idea di territorio “che individua nel mare una grande risorsa identitaria, naturale, culturale, economica e territoriale”. In sostanza l'antica idea della provincia di Trapani al centro delle reti di cooperazione e relazioni nel Mediterraneo, sia dal punto di vista economico che turistico.
Si legge nel report:
“L'immagine negativa con la quale ancora oggi viene percepito il territorio trapanese (degrado edilizio dei tessuti storici e delle periferie, abusivismo edilizio e scarsa cura dei beni culturali e ambientali) rappresenta ancora un fattore fortemente negativo con ripercussioni, oltre che sull'ambiente, anche sull'attrattività turistica del territorio. Occorre quindi intervenire, sia con interventi concreti per accrescere la qualità urbana di tutto il territorio provinciale, in sinergia con gli altri strumenti strategici, programmatori e pianificatori che investono l'intero territorio provinciale, sia con azioni mirate di marketing”.
E quindi un miglioramento della qualità della vita prima di tutto di chi vive nel territorio da trasmettere poi a chi visita la provincia di Trapani sia per svago che per affari. In questo senso il report individua di primaria importanza il dare possibilità alle persone di una mobilità più veloce e sicura con l'efficienza della rete stradale e dei trasporti in genere. In più occorre avviare processi di riqualiFicazione urbana dei centri storici alle periferie, al riuso di grandi aree dismesse. Valorizzare il sistema costiero con la connessione anche delle aree protette come parchi, riserve, Sic Natura 2000. Potenziare quelle attrezzature anche immateriali connesse allo sviluppo economico basate sulla “conoscenza”. Ovviamente migliorare servizi pubblici e perseguire uno standard di sicurezza sociale.
SSICILIA OCCIENTALE TRRRA DI ANTICHE CULTURE. SVILUPPO DELLE INTEGRAZIONI TRA ATTIVITA' TURISTICHE, RISORSE AMBIENTALI E CULTURALI.
Sappiamo bene che la provincia di Trapani è ricca di risorse ambientali e culturali. Beni creati dall'uomo e dalla natura che il mondo ci invidia. Allora come rendere queste attrazioni ancora più, attrattive? Secondo lo studio è prioritario creare sinergia tra le diverse risorse “artistiche, culturali, religiose ed eno-gastronomiche del territorio e del sistema turistico dell'intera provincia, al fine di dare vita a circuiti, itinerari, soggiorni monotematici e pluritematici da proporre all'ospite”. Il lavoro da fare secondo la strategia del Libero ConsorZio è quello di riorganizzare il territorio, anche con interventi fisici, con nuove regole di funzionamento e sistemi di comunicazione che “rilancino l'identità culturale”. Questo con lo “sviluppo del patrimonio culturale, materiale e immateriale”. Ma soprattutto occorre valorizzare e risanare ciò che c'è nel patrimonio culturale e naturale facendo crescere le collaborazioni tra pubblico e privato, “anche nella direzione di migliorare l'accoglienza e l'ospitalità e di sviluppare i servizi aggiuntivi, le infrastrutture ricettive” più tutte le strategie di destagionalizzazione e diffusione attraverso le nuove tecnologie del prodotto “Sicilia Occidentale”.
Perchè non si è fatto tutto questo ancora? Il report sottolinea l'assenza di una cabina di regia che pianifichi e programmi tutto, e “un diffuso individualismo di enti e privati, una bassa percezione da pare dei residenti del proprio ruolo strategico” nell'ospitalità. Altro dato importante sottolineato è lo sviluppo lento e poco innovativo dell'offerta ricettiva che ha determinato “un appiattimento sulle esigenze dei gruppi organizzati, che al massimo permangono una notte o poco più per poi riprendere la strada verso qualche altra destinazione siciliana”. Su questo asse, secondo lo studio, gli obiettivi da perseguire sono quelli di valorizzare l'eredità culturale e archeologica lasciata dalle antiche culture del Mediterraneo: Elima, Fenicio Punica e Greca. Promuovere l'interazione del sistema culturale e naturale della Sicilia Occidentale. Definire una più lunga permanenza turistica sviluppando prodotti innovativi e realizzando sinergie tra operatori. Riorganizzare e potenziare il sistema dei servizi offerti al turista e l'accoglienza ricettiva favorendo la crescita professionale degli operatori.
SICILIA OCCIDENTALE TERRA DI PRODOTTI DI QUALITA'- SVILUPPO DELLA FILIERA AGROALIMENTARE
I problemi dell'agroalimentare li sappiamo. Produciamo tante buone cose, ma le vendiamo male. Lo studio suggerisce di “riorientare” le attività agricole e le politiche di sviluppo utili a valorizare il patrimonio agrario e non solo della produzione, incentivando quindi anche l'aspetto paesaggistico oltre che produttivo. “E' importante favorire partnership pubblico-privata, tramite adeguati accordi” per costituire reti tra il tessuto imprenditoriale piccolo e frammentato. La Sicilia Occidentale, quindi, dovrebbe essere “il luogo ideale per la localizzazione di imprese legate alle attività produttive tipiche”.
Alcuni degli obiettivi da perseguire sono, appunto, la costituzione di sistemi di rete capaci di attivare connessioni innovative per il trasferimento delle conoscenze e la promozione dei prodotti, l'incremento della competizione. Informazione e formazione dei produttori agricoli. Conservazione e risanamento del territorio. Politiche per favorire lo sviluppo di un “terziario del verde”. Sviluppo di pratiche agricole eco-compatibili.
COME?
La domanda è come si raggiungerebbero, secondo lo studio del Libero Consorzio, tutti questi obiettivi per il 2020? Come si attuerebbe la strategia?
La risposta è nei programmi di investimento dell'Unione Europea. I programmi comunitari a gestione diretta per il periodo 2014-2020 hanno una allocazione totale di circa 219 miliardi ai quali vanno aggiunte le dotazioni finanziarie sull'Italia dei programmi di Cooperazione Territoriale che sono non meno di 2 miliardi. Poi ci sono i Programmi Operativi Nazionali (Pon). Tra questi c'è il Fondo di Rotazione italiano che per il periodo di riferimento è complessivamente di 71 miliardi di euro. I Fondi Strutturali FESR, FSE, FEASR E FEAMP prevedono in Italia la realizzazione di 74 Programmi Operativi. E poi ci sono i Programmi Operativi Regionali che per la Sicilia tra POR FESR, POR FSE E PSR sono circa 7,5 miliardi di euro.