Prendete il "Collettivo FX", aggregazione di giovani street artist reggiani; il "Circolo Peppino Impastato", associazione di giovani salemitani di sinistra; la città di Salemi, una realtà sociale molto devota a San Giuseppe: mescolate il tutto con sapienza ed amore e otterrete un risultato straordinario.
Che si e' concretizzato in murale incredibile dalle dimensioni inconsuete, che occupa per intero la facciata laterale di un fabbricato parallelepipedo, ultimato da meno di un mese, giusto il giorno della ricorrenza dei festeggiamenti del santo falegname.
L'hanno battezzato "San Giuseppe di tutti i giorni" e lo si può ammirare dalle parti della zona nuova del paese, nella Via Leonardo da Vinci. Una scelta, anche questa, non casuale.
L'opera artistica rappresenta l'immagine della Sacra Famiglia, priva di retorica sacralità, colta nel vissuto quotidiano, tra le mura di una modesta casa e come pronta ad accogliere un "diverso".
Una versione profana, di una famiglia popolare come tante ce ne sono. Ma solo in apparenza. Quel celeste michelangiolesco che domina la rappresentazione, in forte contrasto col contesto di precarietà, ci ricorda la ieraticità popolaresca dei madonnari . L' auspicio per un mondo migliore, nella terra dove la lingua parlata non conosce il futuro?
Sono gli stessi ragazzi dell'Associazione Peppino Impastato a darci una chiave di lettura. Dicono che " l'obbiettivo del progetto non era solo di celebrare San Giuseppe, ma ragionare anche sul presente rispondendo a due semplici domande: “Come è messa Salemi oggi?”, "Da cosa ci deve proteggere oggi San Giuseppe?". Non una celebrazione del Passato, quindi, ma una riflessione sul presente. Un mezzo per interagire con i residenti, in modo che anche loro possano rispondere alla domanda posta dall'artista che ha eseguito l'opera, chiedendosi “da cosa dovrebbe proteggerli San Giuseppe”.
Una sfida, quella dell'Associazione che sottintende un impegno immane.
Il disincanto che caratterizza da sempre gli abitanti della prima capitale d'Italia ( il romanzo "Gli Illusi" di Catania, meglio di qualsiasi saggio sociologico, lo conferma) dovrebbe scoraggiare anticipatamente chiunque si ponesse un obiettivo di un radicale cambiamento culturale, prima ancora che politico.
Un'impresa ai limiti dell'immaginabile, a cui sembra non vogliano sottrarsi queste ragazze e ragazzi.
Dotati di un forte ottimismo della volontà, non esente da venature di pessimismo della ragione, da qualche anno sono presenti con la loro esuberante spontaneità sul palcoscenico delle iniziative politico-culturale, spesso sponsorizzate dall'Amministrazione comunale, e potendo usufruire di locali attrezzati di tutto punto, concessi loro in comodato gratuito dalla dirigenza del "Circolo Giuseppe Pedone".
Ma, si sa, i murales sono come le ciliege. L'uno tira l'altro.
E se con il "San Giuseppe di ogni giorno" si e' voluto aprire una finestra sulla speranza, con il secondo murale dal titolo "Sveglia! Ciò che c’è non è tutto", si e' voluto "pittare" la metafora della proverbiale apatia che caratterizza un popolo che ama lasciarsi abbindolare dai profeti di turno, in attesa che altri risolvano i suoi problemi.
In questo caso l'artista, ha utilizzato la parete di una ex centrale elettrica di trasformazione da alta in media tensione. Una scelta dal forte valore simbolico, trattandosi di un fatiscente manufatto, da un trentennio circa in disarmo, e che offende l'ambiente e l'occhio umano.
Sveglia! Un grido, più che una esortazione, per il cambiamento, plasticamente in contrasto con l'immobilità, tipica dei personaggi del teatro di Ionesco, con l'uomo ritratto che se ne sta disteso su un prato di sterpaglie, in attesa di non si sa che cosa!
Nel primo e' il Santo ad aiutarti, ma nel secondo e' l' antico detto popolare :"Aiutati che Dio ti aiuta!" a indicare la strada da perseguire.
E quale migliore modo per ricordarlo se non con un altro murale?
Il Collettivo FX , un gruppo di giovani street artist italiani, nato a Reggio Emilia ha presto ottenuto largo seguito in tutta Italia. Fondato nel 2010, ha già alle spalle numerose opere e progetti di riqualificazione urbana.
La loro attenzione e' rivolta principalmente sul sociale. Con i loro graffiti collocati in diverse città e luoghi degradati intendono stimolare la riflessione e la cultura alla bellezza. In Sicilia, hanno operato a Carini, Librino di Catania, Zen 2 di Palermo, Messina.
"La nostra vita è un'opera d'arte ‐ amano ripetere- che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l'arte della vita dobbiamo ‐ come ogni artista, quale che sia la sua arte ‐ porci delle sfide difficili"
Quella di Salemi, grazie appunto all'attivismo dei giovani del Peppino Impastato, certamente lo e'.
Franco Ciro Lo Re