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04/05/2018 07:06:00

Petrosino, la condanna di Michele Licata per gli alberghi abusivi a Torrazza

 Non c’è solo la condanna alla pena detentiva (due anni e mezzo di carcere) per Michele Licata a conclusione del processo di primo grado per la “lottizzazione abusiva” della Zps di Margi Nespolilla e Torrazza.

Quello che forse gli fa più male è, infatti, la confisca e il trasferimento al Comune di Petrosino dei terreni (18 ettari) secondo l’accusa abusivamente lottizzati al fine di realizzare un grande complesso alberghiero con tanto di campo da golf.

E’ quanto ha sentenziato il giudice monocratico Lorenzo Chiaramonte, accogliendo in buona parte le richieste del pm Antonella Trainito. Il giudice ha, inoltre, ordinato anche la demolizione di due edifici ritenuti abusivi, il risarcimento danni alle parti civili e il pagamento delle spese processuali.

Parti civili nel processo sono stati il Comune di Petrosino (avvocati Giuliano Pisapia e Valerio Vartolo), il Circolo Marsala-Petrosino di Legambiente presieduto da Maria Letizia Pipitone (avv. Giovanni Gaudino) e Codici Onlus.

A titolo di risarcimento danni non patrimoniali, 20 mila euro Michele Licata dovrà versarli al Comune di Petrosino, 15 mila a Legambiente e 2 mila a Codici. Al Comune di Petrosino il giudice ha riconosciuto anche i danni patrimoniali, demandandone però al giudice civile la quantificazione.

La richiesta, sulla base della relazione dell’agronomo Antonella Ingianni, è di 357 mila euro per il ripristino dell’area. “Esprimiamo grande soddisfazione per la sentenza – hanno dichiarato gli avvocati Pisapia e Vartolo dopo la lettura del dispositivo - che ha confermato in maniera netta il quadro accusatorio della Procura, come richiesto anche dalle parti civili. Esprimiamo, inoltre, la nostra soddisfazione perché il tribunale di Marsala ha riconosciuto anche il danno, non soltanto di immagine, sofferto dal Comune di Petrosino, risarcendo la stessa comunità petrosilena per la lottizzazione abusiva compiuta dal costruttore Michele Licata. Questo è un risultato che premia anche gli sforzi e le battaglie dell’amministrazione comunale di Petrosino”.

E soddisfazione esprime anche Legambiente Sicilia, che in una nota afferma che “la lunga battaglia per la salvaguardia di Torrazza era giusta e non poteva che essere vittoriosa”.

Ma anche la difesa (avvocati Carlo Ferracane e Pensabene Lionti) ha ottenuto qualcosa: l’assoluzione dall’accusa di abusivismo per lo stabilimento balneare e la strada sterrata vicino la spiaggia di Torrazza.

 

Aveva provato anche a far breccia sul muro più alto sostenendo che in fondo la “Roof Garden” di Michele Licata stava anzi “bonificando” quei terreni “dove, per anni, molti vi hanno scaricato materiali edili di risulta e altri rifiuti”. E’ chiaro, però, che questa linea difficilmente poteva contrastare l’accusa.

Per Michele Licata, intanto, questa è già la seconda condanna, seppur di primo grado, di un certo peso. Il 2 dicembre 2016, infatti, il gup di Marsala Riccardo Alcamo lo ha condannato a 4 anni, 5 mesi e 20 giorni di carcere per una maxi-evasione fiscale, truffa allo Stato e malversazione. L’anno prima, inoltre, a seguito dell’indagine della Guardia di finanza che ha portato al crollo del suo impero economico, erano stati sequestrati beni (ristoranti e alberghi), società e liquidità per circa 130 milioni di euro.