Torniamo ad occuparci degli accessi al mare sul litorale marsalese. Ricostruiamo qual è la situazione e ciò che è accaduto nell’ultimo periodo. Ne abbiamo parlato sulle pagine di TP24.it un mese fa, quando abbiamo fatto il punto con il comandante dei Vigili Urbani, Michela Cupini, che non ha fatto altro che confermarci quello che già sapevamo, e cioè l’impossibilità da parte dell’amministrazione a poter intervenire per via della sentenza del Tar Sicilia che ha dato ragione ai privati. Potete leggere qui l’articolo completo.
La sentenza del TAR la n°836/2016, afferma che i proprietari possono arbitrariamente chiudere i cancelli delle proprie case e vietare l’accesso al mare ai bagnanti.
A distanza di qualche giorno è stata confermata l’effettiva chiusura di tutti gli accessi e che l’unica possibilità di accedere in spiaggia è di farlo dai lidi. Qualcuno, inoltre, ha chiuso con dei tufi l'unico ingresso disponibile ancora aperto, (potete leggere qui), rendendolo di fatto non più accessibile.
Nei giorni scorsi, sulla chiusura degli accessi al mare e sulla dichiarazione del comandante Cupini, c'è stato l'intervento di ProgettiAmo Marsala che con una nota ha invitato il sindaco e amministrazione comunale ad approfondire l'intera questione. Questa la nota completa di ProgettiAmo Marsala:
ProgettiAmo Marsala desidera esprimersi riguardo alla chiusura degli accessi al mare esistenti nel litorale della nostra città e sulla recente dichiarazione in merito da parte del comandante della polizia municipale il quale richiamando una recente sentenza ha dichiarato che i privati possono legittimamente impedire l'utilizzo degli accessi alla collettività.
Invero, la questione giuridica appare più articolata. La richiamata sentenza, in cui era parte il comune di Sciacca, riguarda un singolo accesso e delle precise circostanze. Preliminarmente ricordiamo a noi stessi che nel nostro ordinamento giuridico la sentenza vincola solo le parti ed ancora a rigore di logica è difficile pensare che l'intento del legislatore e/o della magistratura sia quello della chiusura indiscriminata di tutti gli accessi al mare di un intero comune salvi esclusivamente gli stabilimenti titolari di apposite consessioni.
Il Tar Sicilia ha, dunque, decretato che può essere chiuso l'accesso alle spiagge pubbliche.
Nella sentenza viene sottolineato che se il Comune vuole impedire ad un cittadino di sbarrare l'accesso pedonale alla spiaggia deve dimostrare l'esistenza di una servitù di uso pubblico (sentenza 836/2016).
La cassazione del 5.2.2015 n°2108 ha stabilito che in presenza di una servitù ad uso pubblico (dicatio ad patriam) è onere della parte che invoca l'esistenza di tale servitù provare la messa a disposizione del bene a favore della collettività.
Invitiamo il Sindaco e l'amministrazione comunale ad approfondire la questione che non può essere liquidata con il richiamo ad una singola sentenza ma richiede la verifica per singoli accessi delle circostanze e degli eventuali diritti maturati da ambo le parti (cittadini e proprietari). Certi che si possa pervenire ad un celere soluzione.
Alla luce di tutto ciò, la redazione di TP24 ha contattato l’assessore ai Lavori Pubblici Salvatore Accardi, che è stato molto chiaro, dicendoci che non si può percorrere la via di una ordinanza sindacale e che si sta valutando una possibile soluzione alternativa, che potrebbe essere quella di creare una servitù.
“Fermo restando che non ci può essere una ordinanza da parte del sindaco perché si andrebbe contra legem, stiamo valutando assieme agli uffici tecnici, e in particolare con l’ingegnere Francesco Patti, la possibilità alternativa di poter creare una servitù di passaggio anche temporanea, per il periodo estivo – afferma Accardi -. E’ un qualcosa che tecnicamente potrebbe essere percorribile, anche se stiamo valutando attentamente il tutto, vista la delicatezza della materia, e nei prossimi giorni potremo avere degli elementi più precisi. Bisogna comunque dire che per poter creare la servitù, sia nel caso dell’attivazione di una procedura d’esproprio temporaneo sia permanente, questa prevede un indennizzo per i proprietari”.
Questo è ciò che ha dichiarato l’assessore Accardi. Nei prossimi giorni seguiremo gli sviluppi di questa vicenda, per sapere cosa è davvero possibile fare per gli accessi al mare della nostra città e quale sarà la decisione dell’amministrazione. La maggior parte dei cittadini, specie quelli che sono abituati ad andare nelle spiagge libere, aspettano di sapere da dove poter passare per andare a fare il bagno al mare. Almeno questo, qualcuno, dovrà dirglielo.