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21/06/2018 08:02:00

"Versi per Europa" di Giovanni Lombardo

 di Marco Marino - Ci sono delle frasi, enunciati semplici e chiari, che hanno la forza di flettere la realtà. Prima che quelle parole vengano pronunciate, il silenzio; dopo, l'azione. È quella che viene chiamata dimensione perlocutiva del linguaggio, la riprova linguistica che con le parole si fanno cose. Più che dati e statistiche, oggi è la comunicazione che muove le sorti delle politiche nazionali e internazionali: basta un sostantivo e si crea il sintomo della crisi (pensiamo alla ripetizione della parola invasione); basta un avverbio per svelare il razzismo dietro l'ipocrisia e riaccendere il senso di comunità (pensiamo ad un recente uso di purtroppo).

Ed è in questi casi che la poesia, che registra i movimenti sussultori del presente, cerca di rispondere alla pandemia di parole ostili, a cui ci stiamo assuefacendo, e di creare, con la misura dei versi, un dialogo possibile per cambiare davvero lo stato di ciò che ci sta attorno. A questa dimensione perlocutiva della poesia ci introduce «Versi per Europa» di Giovanni Lombardo, un vademecum per stornare le credulenze del nostro tempo.

 

 

***

 

VERSI  PER EUROPA

 

 - I -

Vado senza frontiere ovunque sono in casa in Europa, però noi non abbiamo parola.            
Confronto i prezzi i costi gli stipendi, però noi non abbiamo potere su questa moneta onnipotente.                                                                                                                                 
Votiamo e questo voto non ha peso.                                                                                                
Mugge l’immenso toro dalle ventotto corna impotente alimentato soltanto dai banchieri.                        
Isterilisce e cerca inutilmente le fertili praterie dei cittadini.

 

 - II - 

La voglia di pace crebbe in monte, come Etna perenne in espansione.                                                    
Ognuno apportò il proprio colle, l’ampia pianura, la vetta spigolosa.                                                                          
Il ribollio degli egoismi mantenne le fratture e la montagna non fu terra di tutti.                                                                                             
Un terremoto piccolo. L’alto monte rotolò disperso nei vecchi macigni bordati di missili e rabbia.                                                                                                                                              
Questo è il mio incubo vissuto qui sulla lunga spiaggia sabbiosa del mare dei morti migranti.

 - III -

Minestrone di tutte le cristianità speziato dalle fedi più altre.                                                                                
Culla di laici e di atei, di scienze e credulenze, come cavallo che adombra per un’ombra.                                          
Teme la mezzaluna turca, le rotte antiche del Mediterraneo.                                                                  
Onora la moneta e chi la ruba.                                                                                                                    
Lega gli zoccoli e suborna il toro bianco dalle ventotto corna

- - - 

Credulenze = credenze + scemenze

 

Giovanni Lombardo

 

Marsala - Febbraio 2014