Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
03/07/2018 15:13:00

Custonaci, “Il ricordo che se ne ha” di Mariza D’Anna, apre la rassegna “Baia d’Autore ...

“Il ricordo che se ne ha” (Margana Edizioni) di Mariza D’Anna, apre la rassegna “Baia d’Autore - Letture al Chiaro di Luna”, promossa dal Comune di Custonaci e organizzata dall’assessore alla Cultura e al Turismo, Fabrizio Fonte. Giovedì 5 luglio, alle 22.00, a Cornino nei lidi “Baia Cornino” e Aquarius”, il libro, che fa fa parte della collana “Cristalli di Sale”, verrà presentato da Peppe Occhipinti, docente in pensione, pittore e scrittore.

Il romanzo-memoria di Mariza D’Anna, giornalista professionista a La Sicilia, racconta la storia, in parte romanzata, della sua famiglia, i Fontana-Piacentino, approdati nella Libia coloniale i primi decenni del Novecento, fino alla cacciata degli italiani nel 1970.
Nel 1928 ai margini del deserto della Tripolitania, il bisnonno Francesco ottenne in concessione dallo Stato libico un vastissimo fondo pietroso che in pochi anni trasformò in una fiorente attività agricola con oltre mille ettari di uliveti, mandorleti e coltivazioni di bachi da seta.

Ma è il nonno Carlo la figura centrale del libro, descritto dai suoi venti anni attraverso un percorso che lo vede prendere le redini dell’azienda e portarla alla massima produttività, sino al 1° settembre 1969 quando, con un colpo di Stato il colonnello Gheddafi spodestò il re, prese il potere e mandò via dal Paese i ventimila italiani che vi risiedevano, “profughi” in una patria che non era più loro e dove non potevano più riconoscersi.

Nel libro viene evocato un ricordo personale, frutto di racconti vissuti e tramandati in famiglia, che diventa però patrimonio comune di tanti italiani: la storia di una vita trascorsa in Libia dove la convivenza tra popoli di culture, religioni e costumi diversi non solo fu possibile ma ricca di affetti e di solidarietà comuni.
Il libro è arricchito da documenti d’epoca, privati e pubblici, che ne dilatano la visione ed accompagnano gli esuli italiani in uno stesso destino che la Storia ha cancellato.