Finita l’estate possono riprendere le demolizioni delle case abusive costruite a due passi dal mare a Marsala.
E’ prevista per questo mese, infatti, la ripresa delle demolizioni dei fabbricati dichiarati, irrevocabilmente, abusivi sulla costa marsalese. Stiamo parlando degli immobili costruiti entro i 150 metri dalla battigia, non osservando la legge regionale del 1976 che indica il vincolo sulla costa.
A Marsala sono 509 gli immobili costruiti contro legge, e dal 2011 si cerca di demolirli. Sono passati sette anni, infatti, da quando è stata abbattuta, tra le proteste, la prima casa sul litorale di contrada Spagnola. Quello era solo un rudere, iniziato e mai completato. Poi sono cominciate le demolizioni di altre case sul litorale sud e in quello che comprende Spagnola e Birgi. Ma in questi anni le procedure sono andate davvero a rilento. Si è andati talmente piano che ad un certo punto sembrava che si aspettasse la solita sanatoria da parte del Governo regionale o di quello nazionale.
Adesso si apre una nuova fase di demolizioni, con le ruspe che proprio a settembre dovrebbero rimettersi in moto. Ad eseguire questa nuova fase (la quarta dal settembre del 2011) sarà la «Gimul srl» di Campobello di Licata che si è aggiudicata il nuovo cottimo fiduciario, presieduto dall’ingegnere Mario Stassi, funzionario del Settore Lavori Pubblici, con un ribasso del 28,4200 per cento sul prezzo a base d’asta di 62.474,00 euro comprensivo di 1.670,39 euro per oneri della sicurezza e 13.744,28 per Iva, oltre a 23.781,72 euro per somme in amministrazione. Dovrebbero essere una dozzina gli immobili per cui le ruspe entreranno in azione, non si sa però in quale zona, se nella costa sud, quella dei lidi, o a nord, davanti la laguna dello Stagnone.
Questa che comincerà sarà una nuova fase. In sette anni sono stati demoliti 22 immobili, che nella maggior parte dei casi erano ruderi. Poca roba, ma comunque rispetto ad altri Comuni, a Marsala, qualcosa si è fatta.
Nel 2014 la Procura della Repubblica di Marsala puntò alla tolleranza zero sul fronte dell’abusivismo edilizio sia nei confronti degli abusivi, sia degli stessi Comuni per far rispettare l’iter delle demolizioni ed evitare rallentamenti. Quell’inziativa portò alla firma di un protocollo d’intesa promosso dalla Procura e firmato da Regione, Comuni e Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani per fissare regole e procedure per la fase esecutiva delle demolizioni ordinate con sentenze passate in giudicato e che la stessa Procura è tenuta per legge ad attivare.
Non c’è solo Marsala ad avere a che fare con le case abusive, è una piaga che coinvolge tutti i comuni costieri siciliani. A Castelvetrano c’è una frazione, Triscina, che è quasi interamente abusiva.
Ad Alcamo il Comune ha lanciato un ultimatum a una settantina proprietari di immobili abusivi. Dopo la lettera senza risposta di un anno fa con la quale il Comune intimava ”il rilascio dell’immobile abusivamente detenuto e il pagamento dell’indennità di occupazione sine titulo”, nelle scorse settimane è stata notificata l’ingiunzione di pagamento a quei proprietari che non hanno mai presentato istanza di sanatoria. Alcune ingiunzioni sono anche per importi elevati, per questo il Comune se al trentesimo giorno non dovesse ricevere i pagamenti “procederà all’esecuzione forzata e all’adozione di misure cautelari quali il fermo amministrativo dei beni mobili registrati. L’ipoteca sugli immobili di loro proprietà, il pignoramento di crediti e cose. Come i conti correnti bancari, stipendi e fitti”.
Dopo anni di lentezze burocratiche non proprio accidentali, indagini per omissioni d’atti d’ufficio, e pacche sulle spalle agli abusivi, i Comuni siciliani stanno capendo che non possono voltarsi davanti l’obbligo di eseguire gli abbattimenti.
Nei giorni scorsi però la Regione Siciliana ha inviato gli ispettori in 35 comuni inadempienti nel contrasto all’abusivismo edilizio. Si tratta di verifiche in quei comuni che devono fornire valide motivazioni sul perchè da circa un anno non hanno fornito risultati sui controlli periodici anti abusivismo edilizio o per esempio perchè determinati iter si sono fermati. Ma soprattutto gli ispettori vorranno capire perchè non sono stati intrapresi quegli atti contro le costruzioni abusive, come, appunto, le demolizioni.