Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
18/09/2018 06:00:00

Marsala, il caso Marrone/2: ecco cosa fa il consigliere mentre dice di essere in riunione

Abbiamo iniziato ieri a raccontare la storia del consigliere comunale di Marsala Alfonso Marrone (potete leggere la prima parte cliccando qui), licenziato dalla clinica nella quale lavora, per motivi che hanno attinenza alla sua attività politica. E adesso vi spieghiamo perchè.

Prima però, una considerazione: la prima parte della nostra inchiesta ha avuto, come prevedibile, tante reazioni. Dal "palazzo", cioè da Palazzo VII Aprile giunge voce di una querela per diffamazione in arrivo, perchè l'inchiesta di Tp24.it è ritenuta diffamatoria del consiglio comunale tutto. Strani tempi: l'ufficio di presidenza del consiglio comunale dovrebbe essere accanto chi racconta fatti circostanziati, e fare luce. Invece difende il fortino. Allo stesso modo abbiamo ricevuto alcuni messaggi di consiglieri comunali di Marsala, che vogliono restare anonimi, e che ci scrivono: "Avete fatto bene, la pacchia deve finire". 

E adesso. La seconda parte della storia. 
 
Marrone lavora alla casa di cura Morana dal Settembre del 1990, con una retribuzione di più di 2.000 euro mensili.
Dopo anni di carriera, Alfonso Marrone viene licenziato in tronco con la moglie. Perché? Per l’azienda c’è una “giusta causa”. E quale? L’azienda iniziava a sospettare che Marrone utilizzasse “allegramente” i permessi da consigliere comunale. Ovvero che prendesse le ore di permesso dicendo che era in commissione, ma che in realtà andava a fare altro. Non è una questione di poco conto: per il suo ruolo Marrone ha diritto ad un massimo di 36 ore mensili di permesso, retribuite (in pratica, sarebbe come lavorare solo tre settimane in un mese….) più altre 24 non retribuite. La vicenda è di interesse pubblico perché il Comune di Marsala rimborsa poi, nei limiti di legge, l’azienda. Un esempio? Solo per Marzo 2017 e per Aprile 2017 la Casa di cura riceve nell'agosto successivo quasi 3000 euro dal Comune di Marsala, dato che Marrone si è assentato per un totale di 109,50 ore per partecipare alle attività del consiglio comunale e delle commissioni consiliari. 

L’azienda ha il sospetto che Marrone prenda quei permessi "politici" per fare altro. Tanto che, con responsabilità, dichiara al Comune di Marsala che non vuole più i rimborsi, perché sta facendo degli accertamenti. E come provare a vedere se Alfonso Marrone si assenta da lavoro con una giustificazione falsa? Si ricorre ad un mezzo lecito: ovvero, ingaggiare un’agenzia investigativa, per seguire Marrone durante l’orario di lavoro (cosa faccia fuori da quell’orario, infatti, all’azienda non interessa) e vedere se effettivamente, durante le ore di permesso svolga effettivamente attività politica. 

Da Maggio ad Agosto dell’anno scorso, il 2017, Alfonso Marrone è stato seguito nei suoi spostamenti di lavoro da un’agenzia investigativa. Che ha scoperto che il sospetto dei titolari della casa di cura Morana era fondato. Sono ben 11, secondo la relazione, dal 31 Maggio al 3 Agosto, le occasioni in cui Marrone, fruendo dei permessi, finge di essere in una riunione di commissione consiliare o di gruppo (lui è anche capogruppo, ricordiamolo), mentre è altrove: a farsi gli affari suoi (tecnicamente è così, nella lettera di licenziamento si parla di “incombenze strettamente personali”). 11 casi in soli tre mesi. Dal 2012 ad oggi, chissà. Ma in quei tre mesi per 11 volte abbiamo la certezza, scritta in una relazione, che il consigliere comunale è stato pagato per alcune riunioni delle commissioni consiliari alle quali NON ha partecipato, e allo stesso modo ha chiesto e ottenuto permessi retribuiti. 

Così, dagli atti del processo emerge che il 31 Maggio Marrone esce dalla clinica alle 11,00 perché dice che aveva una riunione istituzionale e poi una seduta di commissione. Tuttavia non va mai a Palazzo VII Aprile. Non è che ci vuole un fine investigatore a capirlo: anche nel registro presenze della Commissione politiche sociali e della Commissione accesso agli atti lui risulta assente. E comunque, quel permesso gli serve per andare...dal gommista. Ci sta fino all’una. Poi va a casa. Lui produce come difesa agli atti una dichiarazione, che è, in base alla relazione investigativa, falsa. Lui non è ha svolto compiti istituzionali, è stato dal gommista.

Che non fosse alla Commissione politiche sociali, risulta anche dal foglio presenze della commissione, dove lui delega al collega Coppola la partecipazione alla riunione (potete vederlo cliccando qui),mentre l'altra commissione della quale fa parte, quella per l'Accesso agli atti, quel giorno neanche si riunisce (ecco qui l'altro verbale).  

Il 7 Giugno, stessa cosa: Marrone dice che alle 12 ha Commissione per l’Accesso agli Atti. In realtà se ne va alle 10 e 30 circa dal luogo di lavoro e sta a casa tutto il tempo.

E qui viene il bello. Perché invece Marrone produce in sua difesa, quando tutto questo gli viene contestato, un foglio giustificativo dove si attesta la sua presenza, firmato dal presidente della commissione, Aldo Rodriquez, Movimento Cinque Stelle.  Questa firma attesta, carte alla mano, una falsità: perché Alfonso Marrone non ha mai partecipato a quella seduta. Stiamo parlando della commissione "trasparenza", ironia della sorte, quella che dovrebbe, appunto, vigilare sulla correttezza degli atti del Comune, non a caso presieduta dall'esponente di un partito che ha nell'"onestà" uno dei suoi slogan. Eppure qualcosa non torna.... Qui potete scaricare il documento, firmato da Rodriquez, che attesta la presenza di Marrone alla sua commissione. Marrone in quel momento è altrove. 

Peggio ancora il 22 Giugno. Marrone al lavoro proprio non ci va. Dice che prima ha una fondamentale riunione di capigruppo e poi è in commissione politiche sociali. E invece sta a casa, poi alle 10 e 30 va effettivamente in commissione, ma alle 12 e 30 già ha finito, e torna a casa, nonostante abbia chiesto il permesso in azienda per la sua attività politica fino alle 14.

Il 26 Giugno stessa cosa. Avrebbe due commissioni: politiche sociali e accesso agli atti. Ma non ci va, se ne sta a casa, nonostante abbia chiesto il permesso all’azienda. Tra l’altro, nel verbale delle due commissioni risulta proprio assente.

Il 27 Giugno Marrone ha il permesso per mancare la mezza giornata, dalle 8 alle 14, ma ha riunione solo alle 12. E non ci va, perché va ancora una volta… dal gommista. Marrone qui si difende dicendo che aveva una riunione con il Sindaco, Alberto Di Girolamo, quel giorno (non certo dal gommista, speriamo…) ma secondo l’ormai ex datore di lavoro la riunione non si è mai tenuta.
Il giorno dopo (in pratica Marrone aveva permessi per non andare al lavoro quasi ogni mattina…) il permesso è utilizzato per andare dall’assicuratore, e dal geometra.
Un mese dopo, il 26 Luglio, idem con patate: il permesso serve non per andare in commissione, ma per vedersi con il genero e girare per alcuni uffici. Un altro permesso, il 3 Agosto, viene utilizzato per andare in farmacia, e via dicendo…

Giacomo Di Girolamo

- CONTINUA-