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24/09/2018 06:00:00

Marsala, il consiglio comunale e l'informazione: quando la casta si chiude nel fortino...

Cominciamo dalla fine, che è meglio. Cioè dalla morale, come in tutte le storie che si rispettino. E la morale, nel nostro caso, è questa: ah, com'è bella l'informazione libera, basta che sia fatta con il culo degli altri.

Mi si perdoni il francesismo, ma cerco di farmi capire da tutti, perchè di questo si tratta. Questo ho imparato, ancora una volta, vedendo le reazioni scomposte di tutta la fauna politica marsalese rispetto all'ultima inchiesta di Tp24.it. Ho imparato, cioè, che l'informazione, il giornalismo, piacciono, quando denunciano fatti lontani da noi, che non richiedono nessun esame di coscienza.  Fossi inviato sul fronte di una guerra, sarei un eroe per la città, quasi al livello di Boschetto. Siccome ho deciso che la mia trincea è prorio casa mia, questo posto nel mondo dove vivo, scopro da vicino che le inchieste, quando ci toccano da vicino, non ci piacciono affatto. La stampa locale cosa dovrebbe fare, secondo molti? raccontare incidenti stradali, ospitare le belle rubriche sui mestieri di una volta, lanciare strali contro la mafia e il governo, plaudire ai consiglieri comunali che parlano di pali della luce e stradelle, amabilmente punzecchiare qualche politico nostrano, ma senza esagerare, per carità, che poi i contributi, la pubblicità, i favori... 

Noi, invece, abbiamo il pallino del racconto delle cose.

E insomma. Abbiamo raccontato il singolare caso di un consigliere comunale, Alfonso Marrone, pizzicato ben 11 volte in soli tre mesi mentre si faceva gli affari suoi nonostante utilizzasse un permesso di lavoro per svolgere l'attività politica. Abbiamo raccontato il fatto bene, senza cori da stadio, portando documenti, collegando le cose, e sollevando un caso: come fa Marrone ad essere a casa e contemporaneamente invece risultare presente nella commissione consiliare diretta dal grillino Rodriquez? Questa la sintesi. 

Ingenuamente (la mia imbecillità mi sorprende sempre), pensavo, mentre lavoravamo a questa inchiesta, alle reazioni che ci sarebbero state: lo scandalo, le dimissioni di Marrone, il mea culpa dello stesso Sindaco Di Girolamo (eletto con i voti di Marrone), un serio dibattito, soprattutto sul possibile danno erariale causato da questa vicenda... . Ma sono imbecille.

La reazione, invece, è stata quella del fortino. La potete vedere nella sintesi che abbiamo fatto. Si sono messi, i consiglieri comunali di Marsala, tutti intorno al collega consigliere,  bravissima persona, a fare da corona, con un clima vagamente intimidatorio, farcito da una doppia ignoranza: ignoranza dei fatti, ignoranza giuridica. 


Nessuno ha avuto la decenza di commentare il punto. E il punto è che c'è un consigliere accusato (non da noi, ma dal datore di lavoro che l'ha licenziato!!),  carte alla mano, di aver mentito  in tre mesi almeno una decina di volte, utilizzando i permessi per fare attività in consiglio comunale per farsi gli affari suoi.
Questo è il punto.
Ma la piccola casta dei 1400 euro al mese e dei permessi retribuiti difende se stessa.

Il via lo dà ovviamente il regista di Palazzo VII Aprile, il presidente del consiglio comunale Enzo Sturiano. E' fresco di laurea, ne ha guadagnato in sicurezza di esposizione, purtroppo, invece, la confidenza con l'italiano è sempre quella, e al Cepu non l'insegnano. Ma quello che voglio notare è, come, ad un certo punto, Sturiano allarghi l'orizzonte già ampio della sua solidarietà. E non solo si stringe vicino al consigliere Marrone, vittima di un complotto, ma anche al grillino Rodriquez, presidente della commissione dove non si capisce se Marrone c'era o non c'era. Ecco, Sturiano non invita Rodriquez a fare chiarezza, a fare un esposto in Procura (magari chi pedinava Marrone  ha commesso un abbaglio). No. Succede invece questa cosa, segno dei tempi. Infatti, per loro il momento è così grave che Sturiano, il più barone fra i nostri politici locali, dà del tu, del tu di vicinanza, di condivisione di pene, di afflato, al consigliere Rodriquez, che invece è stato eletto con i Cinque Stelle, e dovrebbe essere, sulla carta, l'anti - casta, la lotta al sistema. No, si danno del tu, i due, si danno supporto e sostegno, Aldo & Enzo, perchè anche l'anticasta a Marsala è diventata casta. Si addomestica, ci si coccola, ci si spalleggia a vicenda. I due nuovi amici per la pelle avevano un modo per uscire bene da questa brutta storia, ripeto: fare una querela per falso. Non alla stampa (ma capace che lo fanno davvero...), ma a chi sostiene, in una deposizione, sotto giuramento, che un consigliere comunale firma la sua presenza in commissione mentre è altrove. Perchè abbiamo il dovere di sapere e di capire, tutti. E' a questo che serve l'informazione.
Guardando invece Rodriquez e Sturiano che vanno a braccetto, mi chiedo a cosa serva la politica, se nuovo e vecchio potere sempre si coprono.

Dato che Sturiano dà la stura - omen nomen? -  ognuno poi in consiglio si sente di intervenire. E chiaramente, siccome l'argomento è la stampa, diventano tutti scienziati della libertà di informazione.  Ivan Gerardi non ha neanche la decenza di non parlare, dato che è avvocato di Marrone e consigliere comunale. Si avventura in un intervento imbarazzante, in spiegazioni for dummies del principio di non colpevolezza, ad un certo punto parla di garantismo. Ma cosa c'entra? Noi raccontiamo un fatto, mica diamo giudizi. E tra l'altro, noi sappiamo di questa vicenda grazie a lui, Gerardi, che ha fatto ricorso contro il licenziamento del suo assistito. E' lui che ha scatenato il processo, rendendo questo fatto pubblico...

Il culmine del ridicolo lo raggiunge la consigliera Giusy Piccione. Ci accusa di aver riportato cose verosimili, di fare congetture. Povera stella, non ci arriva. E' proprio questo il ruolo della stampa: lavorare sul verosimile, cioè sull'analisi logica dei fatti, metterli insieme, sollevare dubbi. Ad esempio: se un consigliere in tre mesi viene scoperto dieci volte mentre si prende dei permessi di lavoro per farsi gli affari suoi (ripeto: lo dice il suo datore di lavoro, non noi), 30 consiglieri in 5 anni quante ne avranno combinate?  Ecco, il senso della verosimiglianza. 

Se un consigliere comunale - faccio un esempio - durante la campagna elettorale per le Regionali, cambia improvvisamente schieramento, per sostenere un candidato alla Regione, e poi viene assunto in una cooperativa vicina a quell'onorevole, è verosimile parlare di voto di scambio? 

Potrei continuare, ma non mi interessa. E interessa a pochi. Questa vicenda verrà dimenticata presto, questa come altre, per carità. E i nostri consiglieri comunali torneranno a fare quello che gli riesce meglio: litigare su stradelle da asfaltare e pali della luce. 

Giacomo Di Girolamo