Gaetano Armao, vicepresidente della Regione siciliana e assessore all'Economia, annuncia che a breve verrà approvata dalla giunta regionale la finanziaria, per poi entro dicembre essere approvata dall'Ars. Sarà una finanziaria leggera, come indica lo stesso Armao. A gennaio, invece, si procederà con l'approvazione di una serie di collegati che riguarderanno le norme di un certo spessore politico, insomma si attende la legge di stabilità del governo nazionale, e quindi conoscere l'ammontare dei loro trasferimenti alla Sicilia. Niente grandi numeri, non ci sono spazi e margini, dice l'assessore, che puntualizza che tutte le norme che dovranno creare sviluppo saranno oggetto dei collegati alla Finanziaria, previsti per gennaio.
La povertà dilagante, l'irregolarità dei lavoratori e il lavoro nero restano le grandi piaghe della Sicilia. Ci sono le riforme che attendono, essenziali per la Regione, a partire da quella della Pubblica Amministrazione, il diritto allo studio, il settore della pesca, i rifiuti. Armao intende procedere spedito con un modello di Finanziaria simile a quella del Portogallo con misure che possano attrarre i pensionati europei, e non solo, facendoli trasferire in Sicilia.
Si prevede, per queste categorie di soggetti, un trattamento fiscale agevolato come l'abbattimento delle tasse regionali. La Finanziaria, tuttavia, potrebbe non essere questo grande sogno e di leggero potrebbe non avere nulla. Si devono trovare i soldi per le province che rischiano di dichiarare il loro dissesto, al 31 di ottobre non avevano approvato i loro bilanci. A questo si aggiunga che lo Stato effettua un prelievo forzoso importante sui Liberi Consorzi.
Gli enti sono al collasso, hanno chiesto alla Regione di stipulare un mutuo con la Cassa Deposito e Prestiti, un mutuo che costerà almeno 150 milioni di euro. Intanto il governo nazionale giallo-verde prevede una stancata non indifferente per le Regioni che non si adegueranno al dettato nazionale, che prevede l'abolizione dei vitalizi. Vitalizi che in Sicilia sono stati aboliti nel 2013. La norma nazionale è chiara, si rivolge anche alle Regioni a statuto speciale come la Sicilia, se non ci si allineerà entro massimo un tempo di sei mesi la decurtazione dei trasferimenti dallo Stato alla Regioni sarà pari all'80%, decurtazione che non riguarderà la spesa sanitaria e dei trasporti.
Bisognerà, pertanto, rivedere e rideterminare il trattamento previdenziale dei vitalizi esistenti, e quindi ricalcolare tutti gli assegni erogati secondo il metodo contributivo. Tuttavia, per la Sicilia la situazione è ugualmente diversa, l'Ars ha una sua amministrazione e la Regione un'altra ancora. In buona sostanza se il parlamento regionale non si dovesse adeguare a pagare sarà la stessa Regione. Ci sarà un serrato confronto in aula tra il grillino Giancarlo Cancelleri e lo stesso presidente dell'Ars, Gianfranco Miccichè.