Ancora non vi sono dati ufficiali sul voto per le comunali a Corleone ma lo spoglio delle schede nelle 12 sezioni finora mostra un netto vantaggio di Nicolò Nicolosi. Il candidato sindaco appoggiato da una lista civica di Centrodestra, sarebbe al 55% seguito da Maurizio Pascucci (M5s) al 29% e da Antonio Saporito appoggiato da una lista civica di Centrosinistra.
"L'esito delle elezioni - esulta Nicolosi - è una vittoria per la città. I corleonesi si sono svegliati affidando a noi il compito di condurre Corleone verso nuove mete. Lo faremo con la squadra di consiglieri e assessori che abbiamo designato, lo faremo con tutti i corleonesi".
Corleone volta le spalle al candidato grillino che aveva aperto al dialogo con i familiari dei mafiosi. Maurizio Pascucci, ripudiato in extremis da Luigi Di Maio, chiude al secondo posto una competizione elettorale segnata proprio dai botti finali in casa 5 Stelle.
I riflettori si sono accesi sul paese, e su una campagna elettorale in cui raramente è stata pronunciata la parola mafia, solo negli ultimi giorni. Quando Pascucci, il candidato dei 5 Stelle, ha aperto pubblicamente a un dialogo con i parenti dei mafiosi “per aiutarli in un percorso di recupero e di fuoriuscita dalla zona grigia” e ha postato una foto con un nipote del boss Bernardo Provenzano.
In seguito a quest’iniziativa, il vicepremier Luigi Di Maio ha annullato il comizio previsto venerdì sera a Corleone, ha chiesto ai probiviri del movimento l’immediata espulsione di Pascucci e ha annunciato il ritiro del simbolo di M5S a chiunque venisse eletto. Il candidato sindaco ha deciso di andare avanti lo stesso e di sottoporsi al giudizio degli elettori. Che l’hanno bocciato. A spoglio ancora in corso, Pascucci parla già da sconfitto: “Il comizio di Di Maio, anche se ci fosse stato, non avrebbe influito sul risultato. In ogni caso, ho chiesto un incontro al leader del movimento per capire – dice - se c’è la possibilità di non essere espulso. Non penso di meritare questo provvedimento”.
Nicolosi, 76 anni, è stato sindaco dal 2002 al 2007, fallendo in seguito il secondo mandato per appena tre voti, con una coalizione di centrodestra; politico di lungo corso, ha fatto parte della Dc, fondatore del Patto per la Sicilia, poi è entrato nel Mpa di Raffaele Lombardo.
Sono andati a votare 6611 elettori su 10814, il 61,13%. A Palazzo Adriano ha votato il 68,53% degli elettori. I due comuni erano stati sciolti per mafia nel 2016. Si è votato per eleggere sindaci e consigli comunali che erano stati commissariati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.
Due i candidati a Palazzo Adriano, duemila abitanti: Nicolò Granà appoggiato dalla lista civica 'SiAmo' e Giuseppe Alessi sostenuto dalla lista 'Noi ci mettiamo la faccia'.