L'Amministrazione Comunale targata Alberto Di Girolamo è al suo giro di boa, nel 2020 Marsala sarà chiamata ad esprimere il Primo Cittadino e i nuovi rappresentanti di Palazzo VII Aprile. Il sindaco uscente potrebbe ricandidarsi, qualche consigliere comunale uscente è a sostegno di questa scelta, anche gli assessori che in massima parte verrebbero riconfermati.
Ma quello che nessuno della giunta, sindaco compreso, ha capito è che l'indice di gradimento per ciascuno di loro è molto basso.
Pesa un giudizio negativo sull'operato, non bastano i comunicati stampa fatti per ogni finanziamento ottenuto ad alzare l'asticella del consenso.
A riprova di come non siano ben visti è la totale assenza di partecipazione dei cittadini alle manifestazioni pubbliche, con temi di assoluta attualità e importanza. I cittadini non ci sono, preferiscono fare altro e non perché sono tutti ignoranti e ad un evento culturale preferiscono la passeggiata, questa Amministrazione non gode di alcuna simpatia.
Si rischia di parlarsi addosso, nei convegni, nei dibattiti, duranti gli incontri: i cittadini non ci sono.E allora questo sindaco e questi assessori una riflessione, anche amara, dovranno pur farla. C'è qualcosa che non funziona, non ha mai funzionato. E' un rapporto mai creato tra gli amministratori e il resto della città, c'è distanza e a metterla sono stati proprio i cittadini.
La riflessione dovrebbe indurre a fare un passo indietro, a comprendere che evidentemente si è sbagliato nella programmazione, nella comunicazione mai esistita, nel tirare dritto con determinate decisioni quando la città chiedeva altro, vedasi il nuovo Piano di raccolta differenziata.
Tanti annunci, tanta filosofia, scarsissima buona pratica e mancata aderenza con la realtà. Eppure la giunta Di Girolamo è composta da professionisti che hanno dimostrato di sapersi mettere in gioco, ma la politica è altra cosa. Bisogna avere appeal tra la gente, un appeal spontaneo e non indotto. L'unico ad avere riscontro tra la cittadinanza è Rino Passalacqua, il sorridente, l'architetto che si ferma per una battuta con chiunque, che non ha la puzza sotto il naso.
Bisognerebbe, dunque, fermarsi un attimo, comprendere come sia il caso di scendere, di stoppare un turno, di non invadere per forza spazi che i cittadini non sono più propensi a concedere. Si è rotto l'anello, e nessuno di loro sarà spendibile per la città nei prossimi anni, troppo inflazionati. Si fanno spazio già le prime candidature. C'è il nome di Diego Maggio, ex dirigente della Provincia, andato in pensione da qualche giorno. Ha le idee chiare sul tipo di città da costruire, totale discontinuità dall'Amministrazione Di Girolamo, ma ci sono tutta una serie di alleanze da costruire. Maggio ha dimostrato di amare Marsala, di portare il suo nome e il suo vino ovunque, la politica però è fatta di tele, da tessere e da dipingere. Non bastano i buoni propositi.
Torna il nome di Massimo Grillo, che ha fatto intendere più di una volta di volerci riprovare e di riproporre, rivisitato, il programma che i cittadini hanno bocciato nel 2015. Altre figure fanno capolino, poi si ritirano, tentennano, ci ripensano. L'UDC potrebbe esprimere un candidato sindaco di area e sparigliare gli assetti esistenti. Il consigliere comunale Giovanni Sinacori è spinto a puntare al governo della città con una alleanza trasversale, percorso non semplice. Ma sono tutti nomi buttati sul piatto, che potrebbero rischiare di essere bruciati e di finire la corsa prima di cominciarla.
In molti sono alla ricerca del volto nuovo, del professionista, del manager, dell'imprenditore. Non vanno di moda le tessere di partito, la politica non ha ascoltato più la base, ha fatto scelte di nicchia e ha salvaguardato le proprie posizioni. Ha messo distanza, ora recuperare appare difficile, è il caso di capire che non si corre più per la poltrona: bisogna creare una nuova classe dirigente mettendo a sopire il proprio ego.