Al lavoro Nello Musumeci, presidente della Regione, e Gaetano Armao, assessore all'Economia. Pochi giorni alla chiusura del 2018 e la mancata approvazione del bilancio comporterebbe l'esercizio provvisorio. Opzione questa che si vorrebbe scongiurare, pertanto il testo è stato rivisto, uno snellimento, da 23 articoli si è arrivati a 16.
Non ha trovato spazio la rimodulazione dei canoni demaniali, si è pensato, invece, di ridimensionare, sotto il segno della razionalizzazione, i costi del personale delle partecipate. Si tratta dei lavoratori della Resais che vengono utilizzati dagli enti pubblici senza però che questi ultimi si facciano carico dei relativi costi, a pagare è sempre la Regione. Il nuovo sistema prevede un meccanismo di equità per gli enti pubblici che impieghino tali lavoratori.
In Finanziaria si pensa anche ai Liberi Consorzi. Per gli Enti intermedi in semi dissesto sono in arrivo delle somme per consentire di fronteggiare il pagamento delle rate dei mutui. Presente il “modello Portogallo”: la Sicilia meta dei pensionati che decideranno di viverci stabilendoci la propria residenza a fronte di sgravi sui consumi e sul pagamento delle tasse, esenzione dal pagamento dell'Irpef per i primi dieci periodi di imposta. A questo si aggiunge l'esenzione dalla imposte comunali e della tassa automobilistica.
Boccata d'ossigeno pure per i siciliani possessori di auto con una cilindrata non superiore ai 1200 cavalli, niente tassa per chi ha un reddito non superiore ai 25 mila euro annui. Si prevedono agevolazioni per le imprese che chiederanno l'accesso al credito.
Sedici articoli che potrebbero essere approvati prima dello scadere del 2018 e che eviterebbe l'esercizio provvisorio. Ci saranno a Sala d'Ercole i numeri per l'approvazione? Critico Peppino Lupo, capogruppo all'Ars del Pd: “Mi chiedo come facciano il presidente Musumeci e la sua coalizione a pensare di affrontare l’esame della manovra economica all’Ars entro l’anno, se non hanno neppure una maggioranza per approvare una 'leggina' sulle aiuole”. Il riferimento è al ddl sulla adozione degli spazi verdi regionali da parte delle amministrazioni comunali, ritirato dall'ordine del giorno dei lavori d'aula.
Gianfranco Miccichè, presidente dell'Ars, ha tenuto la conferenza stampa di fine anno. Ha ribadito come in Assemblea non ci siano più i numeri per garantire la maggioranza all'esecutivo regionale: “Qualche modifica va fatta alla legge elettorale”. Per Miccichè chi vince deve avere una maggioranza che consenta di avere il numero legale. Ha tenuto a precisare che l'Ars quest'anno è costata 4 milioni di euro in meno e che si prevedono ulteriori risparmi di un milione e mezzo. E sulla lentezza dell'attuale governo regionale Miccichè ha tenuto a sottolineare che il governo Crocetta ha lasciato un disastro economico senza precedenti.
Trovano fondamento, intanto, le voci di un cambio in giunta. A lasciare sarà Mariella Ippolito, attuale assessore alla Famiglia, al suo posto in arrivo un designato dall'Mpa di Raffaele Lombardo, si tratta di Antonio Scavone. Il cambio dovrebbe arrivare proprio durante la pausa delle feste natalizie.