“È curioso che Armao si preoccupi più della manovra nazionale che di quella regionale, visto che assieme alla giunta di stakanovisti di cui fa parte è riuscito a partorire i documenti contabili appena a Natale, sperando, probabilmente, che assieme alla cometa arrivi anche il miracolo che poi porti all’ok di sala d’Ercole in tempo utile per scongiurare l’esercizio provvisorio”.
Lo affermano i deputati del Movimento 5 stelle all’Ars in risposta ad una intervista dell’assessore di Musumeci rilasciata a La Sicilia, nella quale Armao criticava la legge di stabilità in discussione a Roma e il reddito di cittadinanza, etichettato come una elemosina concessa al Sud.
“Piuttosto che criticare l’esecutivo nazionale – afferma il capogruppo Francesco Cappello – Armao farebbe bene a guardare al deserto assoluto di casa sua. Il governo regionale finora ha brillato solo per la sua inconcludenza e impalpabilità, che Musumeci, con scarsissimo successo, ha cercato di spacciare come dovere del silenzio. Peccato che ad alzare la voce siano state diverse categorie, tra le quali quella dei disabili, fortemente bistrattati da questo esecutivo”.
“Armao –prosegue Cappello – sembra Giano bifronte, gentile ed educato ai tavoli romani ogni qualvolta si tratta di passare all’incasso col governo nazionale, che sicuramente finora ha prodotto più fatti concreti per i siciliani che il governo regionale stesso, e inefficiente, privo di iniziativa e in assetto da campagna elettorale permanente effettiva in Sicilia”.
“La finanziaria regionale – conclude Cappello - per quel che ci è dato di vedere, è ben poca cosa, senza nessuna misura per i giovani e infarcita di norme spot come q uella che pretenderebbe di incentivare le nuove residenze in Sicilia in contropartita di un piatto di lenticchie o poco più. Sul reddito di cittadinanza, la sua è la solita speculazione. Saranno i fatti a parlare, quando il denaro messo in mano a gente con scarsissima capacità di spesa si rivelerà un formidabile volano per l’economia