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03/01/2019 07:15:00

La rivolta: Orlando dice no a Salvini. Palermo non applicherà il Decreto sicurezza

10,30 -  "Il provvedimento di cui stiamo parlando potra' essere sottoposto all'esame di una autorita' giudiziaria e, attraverso questa, della Corte Costituzionale. Cosa che io faro'. In attesa di far questo ho sospeso l'applicazione. Ognuno faccia la propria parte, io ho fatto la mia, sostenendo che le persone che vivono nel nostro territorio, lasciate in una condizione di incertezza, diventano mine vaganti e un attentato alla sicurezza".

Lo ha detto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, capofila del movimento dei primi cittadini che vuole la sospensione del provvedimento sulla sicurezza, intervenendo a Radio Anch'io, su Radiouno.

08,00 - Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, dice no al decreto Salvini e per questo ha  chiesto al dirigente dell'Anagrafe di non applicare le norme previste dal «decreto sicurezza» (poi convertito in legge dal Parlamento) nella parte in cui si nega la residenza agli stranieri richiedenti asilo. Non è un mistero che il primo cittadino del capoluogo siciliano sul fenomeno dell'immigrazione abbia idee diametralmente opposte a quelle del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, principale ispiratore delle norme che restringono le maglie per gli stranieri. Più volte i due sono stati in polemica e su fronti contrapposti rispetto ad alcune questioni cruciali che riguardano i diritti dei migranti: dalla chiusura dei porti alle misure sull'accoglienza. L’ultima volta avevano polemizzato a colpi di tweet. Con Orlando a dire che il leader leghista è ossessionato dagli stranieri e così facendo favorirà le mafie. E la replica dura: «Vergognoso. Quasi quasi lo querelo».

Il Sindaco ha emesso un provvedimento con una precisa indicazione sull’applicazione sul territorio di Palermo riguardo alla legge 132 del 2018. In particolare l’articolo 13 che nega la residenza sul territorio nazionale ai richiedenti asilo. A tal proposito Orlando impartisce la disposizione di «sospendere, per gli stranieri eventualmente coinvolti dalla controversa applicazione della legge, qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona con particolare, ma non esclusivo, riferimento alle procedure di iscrizione della residenza anagrafica». Alla base di questa decisione c’è il fatto «che questa amministrazione - scrive Orlando - considera prioritario il riconoscimento dei diritti umani per tutti coloro che comunque risiedono nella nostra città».

In una conferenza stampa, il primo cittadino di Palermo spiega: "Il nostro non è un atto di disobbedienza civile né di obiezione di coscienza, ma la semplice applicazione dei diritti costituzionali che sono garantiti a tutti coloro che vivono nel nostro paese". Per il sindaco del capoluogo siciliano "siamo davanti ad un provvedimento criminogeno. Ci sono migliaia, centinaia di migliaia di persone che oggi risiedono legalmente in Italia, pagano le tasse, versano contributi all'Inps e fra qualche settimana o mese saranno senza documenti e quindi illegali. Questo significa incentivare la criminalità, non combatterla o prevenirla".

Non c’è dubbio che la scelta di Orlando farà discutere e susciterà polemiche. Le sue prese di posizione contro le politiche del ministro Salvini non si contano più, questa è l’ultima di una lunga serie. Ed è corroborata da una serie di riflessioni giuridiche che il sindaco sottopone all’attenzione del suo dirigente. A cominciare col dire che «l’impianto normativo (del cosiddetto decreto sicurezza, ndr) continua a suscitare polemiche e allarmi diffusi anche a livello internazionale per il rischio di violazione dei diritti umani in caso di errata applicazione, con grave pericolo di violazione anche della legge umanitaria internazionale». Il primo cittadino richiama i principi della Carta costituzionale e in particolare gli articoli 2, 14, 16 e 32. Si tratta di previsioni che concorrono a tutelare libertà fondamentali (domicilio, salute, movimento, domicilio) e che secondo questa interpretazione vengono messe in discussione dalle norme varate dal governo e approvate successivamente da Camera e Senato.

A questo proposito, infine, Leoluca Orlando cita una sentenza della Corte Costituzionale secondo cui «lo straniero è anche titolare dei diritti fondamentali che la Costituzione riconosce spettanti alla persone. In particolare, ciò comporta il rispetto, da parte del legislatore, del canone della ragionevolezza, espressione del principio di eguaglianza, che, in linea generale, informa il godimento di tutte le posizioni soggettive».

Rispetto all’assunto di Orlando, il decreto Salvini va in un’altra direzione: rendere più difficile ai richiedenti asilo restare in Italia. Uno dei punti principali è la cancellazione dei permessi di soggiorno umanitari, una delle tre forme di protezione che potevano essere accordate ai richiedenti asilo. La protezione umanitaria, durava per due anni e dava accesso al lavoro, alle prestazioni sociali e all’edilizia popolare. Tutto spazzato via. Al suo posto il decreto introduce una serie di permessi speciali (per protezione sociale, per ragioni di salute, per calamità naturale nel paese d’origine), della durata massima di un anno.

 
"Alcuni sindaci del Pd annunciano che non applicheranno il Decreto Sicurezza, alla faccia dei mille problemi che hanno i loro concittadini. Ricordo a questi sindaci di sinistra che il Decreto Sicurezza, una legge di buon senso e civiltà, è stato approvato da Governo e Parlamento, e firmato dal Presidente della Repubblica. Prima dobbiamo pensare ai milioni di Italiani poveri e disoccupati, difendendoli dai troppi reati commessi da immigrati clandestini, poi salveremo anche il resto del mondo" replica Salvini.