A Trapani iniziano le prime scaramucce tra il sindaco Giacomo Tranchida e Dario Safina, consigliere comunale e amico dello stesso Tranchida.
Tema: il decreto sicurezza. Le risposte, i passi avanti e quelli indietro fatti dal sindaco non sono piaciuti a Safina, che ha elogiato la presa di posizione netta di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo.
Facciamo un passo indietro, le dichiarazioni chiamate in causa sono quelle che Tranchida ha rilasciato durante una nostra trasmissione radiofonica, su Rmc 101: in quei pochi minuti il Primo Cittadino di Trapani ha affermato che la legge va rispettata ma il decreto di fatto fa finire sulle strade i deboli.
Secondo Tranchida gli uffici devono ottemperare alla legge ma opterà per delle deroghe, nelle more chiederà un incontro e una soluzione con Anci.
Insomma, non si è ben capito a detta di Safina se Tranchida applicherà il decreto oppure no.
Il consigliere comunale che ha espresso la sua posizione a mezzo social ha ricevuto dei pesanti insulti tanto da decidere di querelare tutti i leoni da tastiera.
Una di queste querele è toccata ad un attivista di Casa Pound che su facebook ha ingiurato il vice presidente di Palazzo Cavarretta, che con una nota stampa ha spiegato le motivazioni per le quali ha deciso di ricorrere alle vie legali, ricordando anche: “A quanti pensano di poter insultare che, in un Paese democratico ed antifascista, le posizioni politiche sono certamente criticabili ma non è in alcun modo consentito offendere chi liberamente e nel rispetto dei valori Costituzionali esprime opinioni”.
Il ricavato di queste querele verrà devoluto, dichiara Safina, all’Anpi sezione di Trapani, con lo scopo di divulgare tra i giovani una cultura antifascista.