La Polizia di Stato di Palermo ha eseguito un provvedimento di sequestro beni per circa 6 milioni di euro nei confronti di due imprenditori vicini al mondo delle scommesse.
La Polizia ha eseguito un decreto emesso dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione con il quale, su proposta del Questore di Palermo, è stato disposto il consistente sequestro patrimoniale nei confronti dei palermitani Benedetto Bacchi di 46 anni e Francesco Nania di 50 anni: sigilli a 11 beni immobili tra Palermo, Partinico e Borgetto, 3 veicoli, 6 rapporti finanziari, 1 quota societaria, 4 società con sede a Partinico, 4 società aventi sede a Malta e attive prevalentemente nei settori dei giochi e scommesse e dell’edilizia.
C'è anche una lussuosa villa in viale Margherita di Savoia a Mondello. Bacchi, titolare del marchio "B2875" con sede legale a Malta avrebbe scalato il potere grazie all'appoggio dei boss di Cosa nostra. Nania sarebbe stato il suo braccio destro. Entrambi sono stati coinvolti nell'operazione "Game Over” che lo scorso febbraio ha portato all’arresto di trentuno persone, accusate a vario titolo dei reati di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso, riciclaggio e associazione per delinquere finalizzata alla produzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini hanno confermato l’esistenza di una forte compenetrazione tra l’attività dell’organizzazione mafiosa Cosa Nostra e la gestione e distribuzione sul territorio delle sale da gioco e di raccolta di scommesse in seno alle quali, quotidianamente, si muovono consistenti flussi di denaro che rappresentano una delle più cospicue fonti di reddito degli ultimi anni per la stessa associazione criminale.
In questo contesto tra gli arrestati figurava, con un ruolo di primissimo piano, proprio Bacchi, imprenditore del settore dei giochi e delle scommesse online, il quale, tramite un vero e proprio accordo contrattuale con Cosa Nostra palermitana, era riuscito, nell’arco di un breve arco temporale, a monopolizzare il settore e realizzare una rete di agenzie di scommesse abusive capaci di generare profitti quantificati nell'ordine di oltre un milione di euro mensili. Le indagini hanno dimostrato come parte dei profitti ottenuti tramite questo sistema, venivano poi distribuiti come compenso alle famiglie mafiose, in relazione al volume d’affari dei punti scommesse distribuiti nelle varie aree di influenza mafiosa.
Le indagini patrimoniali svolte dall’Ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniali della Divisione Anticrimine della Questura di Palermo accertato che l’ingente patrimonio di Bacchi era frutto del riciclaggio di capitali di provenienza illecita e che i beni erano anche intestati a prestanome. Lo stesso provvedimento eseguito oggi, dispone l’amministrazione giudiziaria della SI.CO.SE srl., con sede a Partinico: è emerso il controllo diretto da parte sua dell’attività di impresa, esercitata dalla stessa società. Nania, che sarebbe stato a capo della famiglia mafiosa di Partinico, già sorvegliato speciale e condannato per la sua partecipazione all’organizzazione mafiosa, con sentenza definitiva che ha terminato di espiare nel 2013, sarebbe stato il “gancio” interno a Cosa Nostra che ha sostenuto l'imprenditore nei rapporti con le varie articolazioni territoriali legate ai boss. Nania, come emerso dall'inchiesta, avrebbe sviluppato un proprio progetto imprenditoriale nel settore dell’esportazione di prodotti alimentari verso gli Stati Uniti, servendosi di un commercialista campano a sua volta finito in manette durante il blitz di febbraio. Quest'ultimo avrebbe anche fatto da prestanome e formale intestatario della Trading Enterprise srl, che fa parte del patrimonio sequestrato.