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04/02/2019 07:18:00

Sicilia, scoperti i "furbetti" della bancarotta. Sedici misure cautelari a Messina

 Operazione "Default". Sgominata un'organizzazione con a capo due avvocati e un commercialista. I finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito 16 misure cautelari (due ordinanze di custodia cautelare in carcere, tre agli arresti domiciliari e undici ordinanze di divieto temporaneo di esercitare attività professionali o imprenditoriali) e al sequestro di beni del valore complessivo di circa 15 milioni di euro, nei confronti dei componenti di un'associazione per delinquere specializzata in reati di bancarotta, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, riciclaggio e auto-riciclaggio, falso ideologico in atto pubblico ed appropriazione indebita.

I sigilli sono scattati per un patrimonio immobiliare e mobiliare, costituito da alberghi, aziende, terreni nonché quote societarie e somme di denaro per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro.

“Le indagini, hanno permesso di individuare un’associazione per delinquere con al vertice 2 avvocati di affari messinesi (L.C.A. e B.F.) ed un commercialista peloritano (P.B.) i quali, anche avvalendosi di fidati prestanome (O.O. e B.G.) predisponevano per la loro nutrita clientela, composta da imprenditori operanti su tutto il territorio nazionale, illeciti strumenti ed atti giuridici per effettuare, a favore di società riconducibili a questi ultimi, operazioni finanziarie e societarie tese ad occultare il loro patrimonio ai creditori ed al Fisco“, spiegano le fiamme gialle. Nel corso dell’attività investigativa sono state ricostruite numerose operazioni illecite effettuate, nel periodo che va dal 2014 al 2017, dai professionisti messinesi per conto di importanti gruppi imprenditoriali presenti in diverse regioni italiane. “Secondo un consolidato schema operativo i professionisti indagati provvedevano a svuotare rilevanti poste patrimoniali da diverse società in difficoltà trasferendoli in altre di nuova costituzione, lasciando gli ingenti debiti in capo alle società originarie. Queste ultime, poi, venivano messe in liquidazione dagli amministratori, perlopiù individuati nei prestanome e, successivamente, chiuse nel più breve tempo possibile, all’insaputa dei creditori in modo da evitare che, nel termine di un anno, costoro potessero presentare istanza di fallimento“.

li imprenditori coinvolti, tutti destinatari della misura interdittiva, sono: F.D.A., ex proprietario del Jolly Hotel di Messina, e la moglie P.I. I due coniugi sono attualmente proprietari di due alberghi a Chianciano Terme (SI), posti sotto sequestro; R.F. ed il figlio A.F. costruttori della provincia di Reggio Calabria; F. R. F. ed i figli G.F. e O.F. imprenditori di Policoro (MT) operanti in diversi settori economici, unitamente alla loro collaboratrice E.Z. di Milazzo (ME). E ancora B.L. ed il figlio V.L., imprenditori del settore alimentare operanti della provincia di Reggio Calabria e P.V.B. faccendiere di Milano.
E' stato sottoposto a sequestro preventivo un patrimonio immobiliare e mobiliare, costituito da alberghi, aziende, terreni, quote societarie e somme di denaro per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro.