Secondo le voci che girano ad Erice, come abbiamo raccontato ieri, l'assessore Angelo Catalano, arrestato venerdì mattina, negli ultimi anni si sarebbe arricchito, e di molto, grazie proprio al modo dinsivolto in cui si muoveva. "Come ha fatto a costruirsi una villa da 800 - 900.000 euro, con tanto di piscina, se ha solo l'indennità di assessore?" chiede il consigliere Spagnolo parlando con il collega Manuguerra, che lo sta registrando a sua insaputa. Manuguerra gira questa registrazione alla Digos, che avvia delle indagini, anche per capire il tenore di vita di Catalano. E scopre che l'architetto, in effetti, ha qualcosa che non va. Dichiara 40mila euro nel 2013 e nel 2014, 52mila euro nel 2015, 46mila euro nel 2016, quasi 60mila euro nel 2017. Si tratta di redditi che derivano quasi tutti dalla sua indennità di assessore e poi di vice sindaco, perchè, tra l'altro, anche se molti fanno finta di non saperlo, la legge impone ai tecnici (architetti, ingegneri, etc.) che diventano assessori di non esercitare la professione nel loro Comune, per evitare confilitti di interessi (poi in realtà succede che assessori che sono architetti o ingegneri continuano lo stesso a lavorare, fanno solo firmare i progetti a colleghi compiacenti, ma questa è un'altra storia...). La moglie Giuseppa Li Causi nello stesso periodo formalizza dichiarazioni di imposta con il segno meno. Ma nonostante questi redditi "normali", i due coniugi nel 2013 fanno un muto da 120.000 euro, estinto nel 2016. Altro mutuo da 70.000 euro, estinto nel 2016. Un terzo mutuo, poi, di 250.000 euro viene attivato nel 2015. E' ancora attivo e ha assoribito i primi due mutui. La Finanza scopre che c'è una sproporzione tra le entrate del conto della coppia, presso la Banca Toniolo, e le entrate dichiarate. Ci sono numerosi versamenti di contanti, che non trovano giustificazione. Giusto per rimanere agli ultimi mesi: 300 euro il 5 Gennaio 2018, 1350 euro il 16 Marzo, 3000 euro in contanti il 27 Marzo. Come mai?
Forse bisogna collegare questo dato a quello che dichiara il dirigente del Comune di Erice, l'architetto Pietro Pedone, che più da vicino ha visto Catalano all'opera. Ecco cosa racconta agli inquirenti: "La maggior parte degli interventi di manutenzione dell'lluminazione pubblica e delle strade non vengono programmati ma eseguiti con procedura d'urgenza". Quindi si procede per chiamata diretta, saltando tutte le procedure normali. Pedone porta anche i casi concreti: "Tutti i lavori di manutenzione degli impianti di illuminazione venivano sempre affidati a due ditte: la Bm Impianti di Barraco Matteo di Trapani, e la Pomara, di Vincenzo Pomara, sempre di Trapani, ditte caldeggiate e segnalate da Catalano, e in passato anche da Giacomo Tranchida, che le preferiva per il fatto che già conoscevano gli impianti". Pedone ha una sensazione, ovvero che "non solo Catalano ma anche il Sindaco di Erice Daniela Toscano nella scelta di queste ditte fossero mossi da interessi personali". E' più di una sensazione per il dirigente Pedone. Quando nel 2017, in qualità di responsabile del settore dei lavori pubblici del Comune cerca di introdurre una sorta di scheda di lavorazione obbligatoria per le ditte (in pratica chiede una documentazione fotografica dello stato dei lavori, in modo che per le ditte diventa impossibile mentire sui lavori fatti...) si trova ad essere osteggiato in primis proprio dal Sindaco Toscano. "Con l'assessore Catalano - aggiunge poi Pedone - abbiamo avuto anche delle liti forti".
Qui una diffida alla redazione di Tp24.it del legale di Catalano.