Un primo punto fermo nel procedimento scaturito dall’operazione antimafia “Pionica” del 12 marzo 2018. Il gup di Palermo Filippo Lo Presti ha, infatti, rinviato a giudizio nove delle 16 persone coinvolte, tra arrestati e denunciati.
Altri sette imputati, invece, avevano già scelto il processo con rito abbreviato. Ad essere rinviati a giudizio (prima udienza davanti il Tribunale di Marsala il prossimo 26 marzo) sono stati il presunto capomafia di Salemi, Michele Gucciardi, 65 anni, al quale l’ordinanza di custodia cautelare fu notificata dai carabinieri in carcere (è stato condannato a 17 anni, in primo grado, nel processo “Ermes”), il presunto capomafia di Vita, Salvatore Crimi, di 60 anni, la moglie Anna Maria Crocetta Asaro, di 47, e il figlio Leonardo Crimi, di 24, Gaspare Salvatore Gucciardi, di 56, anche lui di Vita, Tommaso Asaro, di 47, di Partanna, Ciro Gino Ficarotta, di 67, il figlio Leonardo Ficarotta, di 38, e Paolo Vivirito, di 39, tutti di San Giuseppe Jato (Pa). Gli ultimi tre sono stati, comunque, prosciolti dall’accusa di intestazione fittizia di beni, che è l’unico reato contestato ad Anna Maria Crocetta Asaro e a Leonardo Crimi. Lo scorso 31 gennaio, avevano chiesto di essere processati con rito abbreviato (prima udienza il 6 marzo davanti al gup Lo Presti) gli altri sette coinvolti nella stessa operazione antimafia. E cioè gli alcamesi Vito e Roberto Nicastri, di 63 e 56 anni, fratelli (il primo è il cosiddetto “re dell’eolico”, al quale i contestati legami con Matteo Messina Denaro sono già costati sequestri per centinaia di milioni di euro), Giuseppe Bellitti, di 49 anni, di Salemi, Girolamo Scandariato, di 50, di Calatafimi, Melchiorre Leone, di 59, agronomo, di Vita, Antonino e Virgilio Asaro, di 76 e 42 anni, di Partanna. L’operazione “Pionica” prende il nome di una contrada di Santa Ninfa dove c’è un’azienda di 60 ettari appartenuta ai Salvo di Salemi comprata a un’asta giudiziaria e poi rivenduta a prezzo maggiorato. Parte civile si è costituita, infatti, anche l’ex proprietaria dell’azienda agricola, Giuseppa Salvo. A sostenere l’accusa sono i pm della Dda Carlo Marzella e Gianluca De Leo. Parte civile sono anche i Comuni di Salemi e Castelvetrano, le associazioni antiracket di Trapani e Alcamo, all’associazione Caponnetto, al Centro studi “Pio La Torre” e l'immancabile associazione antiracket di Marsala, “La Verità Vive onlus”, dell'avvocato Giuseppe Gandolfo, finita nell'occhio del ciclone per la costituzione "facile" di parte civile nei processi per mafia, senza che a ciò si accompagni alcuna attività di sostegno reale alle vittime dell'estorsione, come più volte raccontato da Tp24.it.