08:20 - Ieri pomeriggio è iniziata all’Ars la discussione sulla Finanziaria, sono stati otto gli articoli approvati, si torna in aula stamattina.
Non ha presenziato ai lavori il presidente della Regione, Nello Musumeci, presente Gaetano Armao, assessore all’Economia che ha comunicato ai deputati che il governo nazionale ha introdotto un ordine del giorno impegnandosi di fatto a creare le
condizioni per ripianare il disavanzo in trenta anni.
I toni dei parlamentari di opposizione non sono stati dei migliori, i dem sostengono che Musumeci non sia trasparente e mente con la consapevolezza di farlo, il disavanzo non è legato solamente al governo Crocetta, dice Antonello Cracolici, ma
da tutti i governi del passato.
Tra gli articoli approvati ieri ci sono quelli che riguardano il personale Asu che verrà assunto e quindi stabilizzato presso i musei dove prestano attualmente servizio, ha trovato spazio la norma che prevede la certificazione della raccolta e lo smaltimento
dei rifiuti: i Comuni che non arriveranno al 60% di differenziata avranno maggiori costi. Approvato l’articolo per le agevolazioni per il pagamento del bollo auto: esenzione a partire dal 2019 per chi acquisterà auto elettriche e con alimentazione esclusiva a
idrogeno, l’esenzione è prevista per i primi tre anni dall’immatricolazione.
Via libera alla norma che prevede l’utilizzo di beni pubblici come strutture ricettive attraverso un partenariato pubblico privato che consenta così il recupero e la valorizzazione del patrimonio immobiliare culturale.
Non c’è sintonia sull’articolo che prevede l’applicazione del modello Portogallo in Sicilia, al momento la norma è stata accantonata. L’aula si è trovata in agitazione poi per la questione che riguarda l’Irfis e Riscossione Sicilia. Con molta probabilità si darà il via alla costituzione di un nuovo ente che possa riscuotere i tributi, troppi dubbi ed incertezze e anche questa norma insieme agli 84 milioni dell’Irfis è stata
accantonata. Si torna in aula questa mattina alle ore 11.
6,00 - Quello che sta accadendo ai conti della Sicilia non è una novità, ad avere messo nero su bianco la preoccupante situazione è stato il magistrato della Corte dei Conti, Giuseppe Zingale.
Il giudice aveva indicato una strada, quella della non approvazione del bilancio, l’ultimo dell’era Crocetta, per la drammaticità dei conti siciliani e per un disavanzo che avrebbe, poi, bloccato la spesa con i tagli a cui adesso si assiste.
Non ci sono alternative, il disavanzo dovrà essere ripianato e se le trattative con lo Stato falliranno, per il ripianamento in trenta anni, allora davvero si assisterà a tagli su tagli, un bilancio di lacrime sangue.
Anni di sprechi hanno determinato questa situazione che oggi va fronteggiata senza tentennamenti, le generazioni future pagheranno un debito che non hanno prodotto ma che si abbatte inesorabilmente sulla popolazione siciliana.
Musumeci si dice razionale, non teme i tagli se sarà necessario effettuarli per ridare vigore a una terra che è stata ampiamente saccheggiata, con piccole incisioni non si risolverà il problema.
La Sicilia può risollevarsi se solo si avrà il coraggio di scelte impopolari ma in grado di risanare conti per portare l’isola lontana dal paventato rischio default.
Musumeci non si aspettava tante ostilità da parte dei rappresentanti dell’Ars unita ad una opposizione sterile.
Nessuna collaborazione, insomma, e una maggioranza che non è mai esistita, e sul debito ereditato ha voluto dire la sua: “Degli oltre due miliardi, 382 milioni vanno ripianati in due anni ed il resto in trent'anni. Questo ha costretto il mio governo a ridurre la spesa per il 2019 di 191 milioni di euro, con tagli dolorosi ma inevitabili: dal trasporto pubblico locale ai consorzi di bonifica, ai forestali, alla cultura. Un massacro”.
Intanto la finanziaria, già approdata in aula, ha ricevuto tantissimi emendamenti a firma grillina, posizione politica questa stigmatizzata da Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc: “Pur sapendo che non si potrà autorizzare ulteriore spesa, proprio per i vincoli che il governo nazionale impone alla Sicilia nel ripiano del deficit, i grillini puntano alla propaganda fine a se stessa presentando emendamenti che non hanno copertura per additare poi il governo Musumeci. È l’ennesimo fumo negli occhi che i cinquestelle sono bravi a diffondere per fare presa sugli elettori”.