La guardia di finanza di Catania ha eseguito undici misure cautelari, nove arresti domiciliari e due provvedimenti interdittivi, emesse dal Gip su richiesta della Procura nei confronti di tre professionisti di un noto studio associato e sette imprenditori nell'ambito di un'inchiesta per associazione per delinquere, bancarotte ed evasione fiscale.
Le Fiamme gialle hanno eseguito anche un sequestro preventivo di 4 marchi registrati e 4 complessi aziendali per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro. Gli investigatori ritengono di avere scoperto "un collaudato sistema fraudolento in grado di garantire a diversi gruppi imprenditoriali la sottrazione al pagamento di un complessivo volume di imposte per oltre 220 milioni di euro e la contestuale elusione di procedure esecutive e concorsuali".
C'è anche Antonio Pogliese, padre del sindaco di Catania, Salvo, tra le persone poste agli arresti domiciliari dalla guardia di finanza nell’ambito di un’inchiesta della Procura per associazione per delinquere, bancarotte e evasione fiscale. Professionista di successo ed esperto del settore della grande distribuzione, Antonio Pogliese ha uno dei più noti studi di economia e finanza della città.
Il papà del sindaco - Antonio Pogliese, classe 1944, padre del sindaco di Catania Salvo, è agli arresti domiciliari nell’operazione “Pupi di pezza” della Procura di Catania. La misura ha riguardato 11 soggetti responsabili, a vario titolo, di bancarotte fraudolente (patrimoniali e documentali) e reati tributari (sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte) realizzati anche in forma associata nonché dei delitti di favoreggiamento personale e reale. Al contempo, è in corso il sequestro preventivo di 4 marchi registrati e 4 complessi aziendali per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro.
I nomi degli arrestati - A finire ai domiciliari, oltre al già citato Antonio Pogliese, ci sono Michele Catania (classe 1966), Salvatore Pennisi (classe 1973), Salvatore Virgillito (classe 1953), Antonino Grasso (classe 1965), Giuseppe Andrea Grasso (classe 1968), Michele Grasso (classe 1961), Concetta Galifi (classe 1980), Rosario Patti (classe 1940). Destinatari di misure interdittive per l’esercizi di imprese per un anno Alfio Sciacca (1952) e Nunziata Conti (classe 1954).
Le frodi - Scoperta l’esistenza di un collaudato sistema fraudolento in grado di garantire a diversi gruppi familiari imprenditoriali la sottrazione al pagamento di un complessivo volume di imposte di oltre 220 milioni di euro e la contestuale elusione di procedure esecutive e concorsuali.
Le indagini - L’indagine delle Fiamme Gialle etnee nasce dal costante monitoraggio delle posizioni di contribuenti destinatari di ingenti cartelle esattoriali che avviano la procedura di liquidazione affidando la stessa a “prestanome” così da escludere gli effettivi amministratori da ogni responsabilità penale e civile con l’unica finalità di continuare l’attività d’impresa attraverso una differente, solo in apparenza, società commerciale.