Anche a Castelvetrano si vota il 28 aprile. Lo dice una comunicazione dell’assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica, protocollata proprio ieri.
A meno di un improbabile intervento di diverso tenore da parte del ministro dell’Interno, in città si voterà quindi tra meno di due mesi e mezzo.
E la campagna elettorale è destinata a subire un’accelerazione. C’è già un primo tema di scontro: l’ospedale (alla luce dell’ufficializzazione del nuovo piano sanitario regionale), in un botta e risposta tra il candidato sindaco del Movimento Liberi e Indipendenti Luciano Perricone e l’onorevole Sergio Tancredi, deputato mazarese all’Ars per i 5 Stelle.
Tancredi non parla al posto di quello che sarà il candidato sindaco pentastellato per Castelvetrano, Enzo Alfano (che per l’ufficialità deve ancora ricevere, insieme alla lista dei candidati consiglieri, l’accreditamento da Roma), ma reagisce con durezza alle dichiarazioni di Perricone, che aveva tirato in ballo una responsabilità dei deputati 5 Stelle all’Ars nel declassamento dell’ospedale:
“Se avete identificato il sig. Perricone come vostro portavoce vi invito a suggerirgli di fare una ricerca sulle norme che regolano gli aspetti sui quali si vuole pronunciare, perchè eviterebbe queste magre figure che lasciano trasparire l'assoluta inadeguatezza a ruoli di rappresentanza civica. Comprendo che la spasmodica ricerca di visibilità – continua Tancredi - porti a fare passi falsi, ma non è certamente spargendo menzogne che ci si può accreditare come guida di una città ‘complicata’ come Castelvetrano, che merita un periodo di normalità che manca da troppo tempo”
Il riferimento è alla nota diffusa nei giorni scorsi, in cui Perricone accusa il Movimento 5 Stelle di aver “condiviso” la scelta del governo regionale che penalizza l’ospedale di Castelvetrano, che avrebbe anche perso, sempre secondo Perricone diversi posti letto, passando da 130 posti a 116:
“Appare strano infatti, come Razza e la dott.ssa Grillo, Ministro responsabile in materia di sanità del Governo, abbiano parlato di ‘tagli’ economici e poi l’unica provincia siciliana dove vengono classificati DEA ben tre strutture è quella di Trapani. È evidente che i deputati 5 Stelle hanno fatto la loro parte per Mazara del Vallo. Come al solito tutti parlano, tutti si interessano e poi il risultato rimane uno e uno solo: Castelvetrano, ancora una volta viene considerata la cenerentola della provincia. E’ giusto ricordare che il vecchio Piano Sanitario, quando l’on. Lo Sciuto era all’ARS, non prevedeva questi tagli per l’ospedale di Castelvetrano. Con Musumeci è cambiato tutto e la mancanza di un deputato locale ha aperto le porte a chi voleva che l’ospedale di Castelvetrano sprofondasse”.
Il piano sanitario voluto dall’assessore regionale Ruggero Razza e da Musumeci, secondo Perricone, sarebbe stato condiviso da tutti i deputati regionali eletti nel trapanese, “per difendere gli interessi delle città vicine dove, questi deputati, vivono e agiscono politicamente. Deputati che mi piace ricordare – sottolinea Perricone - sono subito pronti a proferir parola quando si tratta di criticare e puntare il dito contro Castelvetrano e allo stesso modo, allineati a girare le spalle quando occorre aiutare la comunità castelvetranese. Nessuna logica sanitaria può essere plausibile dietro il declassamento di Castelvetrano se non quella riconducibile al mero interesse politico. Nessuna ragione vantaggiosa per il cittadino del Belice ci può essere, dietro alla scelta di Razza di elevare Mazara del Vallo a Dea di primo livello”.
Sergio Tancredi, in una nota, ha smontato quelle che considera una serie di menzogne.
A cominciare dal fatto che l’ospedale di Castelvetrano sia stato davvero declassato. Falso.
Secondo l’onorevole pentastellato, il Vittorio Emanuele II era già un ospedale di base nella precedente rete ospedaliera (Gucciardi/Crocetta), e tale è rimasto in quella attuale.
Poi, il ministro della Salute Grillo non avrebbe avallato un bel nulla, dal momento che “può esprimersi solo sui numeri complessivi della sanità regionale, come definito dal decreto Balduzzi e non può entrare dentro le scelte organizzative, di esclusiva competenza del governo regionale, (quindi Razza/Musumeci)”.
Inoltre, il piano sanitario non sarebbe stato affatto condiviso da tutti i deputati della provincia. E ha precisato che “non siamo riusciti, in commissione sanità, a far passare le nostre istanze essendo opposizione e quindi non avendo l'ultima parola in merito”.
Ed infine, sulla precedente “protezione” dell’Ospedale castelvetranese, afferma che “l’aver avallato il proliferare di reparti gemelli tra diversi nosocomi in disprezzo delle norme statali ha, di fatto, danneggiato Castelvertrano, perché essendo ‘ab origine’ ospedale di base non poteva, per legge, avere tutti quei reparti che in maniera illogica erano stati destinati e che hanno determinato più volte la bocciatura della rete ospedaliera”.
“Difese dal sapore elettorale - così le definisce Tancredi - che hanno solo fatto danni, ostacolando un percorso di potenziamento complementare tra Mazara e Castelvetrano. Una lotta per il campanile stupida e faziosa che non dovrebbe appartenere a chi lotta per il bene collettivo”.
Ma sul declassamento e sui numeri dei posti letto aveva fatto chiarezza il dottor Bartolomeo Lupo, direttore di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Castelvetrano, in un intervento del luglio 2018.
In quell’occasione spiegava che in passato, per la classificazione degli ospedali in base al bacino d’utenza, fu considerato il numero di abitanti del comune di appartenenza (Mazara 60 mila, Castelvetrano 32 mila) senza considerare le cittadine attorno: “Non è vero che l’ospedale rischia il declassamento. In realtà è già stato declassato nel 2007”.
“Inoltre non è affatto vero – aveva aggiunto - che siano stati tolti 44 posti letto. Nel precedente piano ospedaliero, c’era l’accorpamento Mazara-Castelvetrano, perché l’ospedale di Mazara era stato chiuso per ristrutturazione. Con l’accorpamento, la struttura di Castelvetrano ebbe 134 posti letto. Ma i posti letto dell’ospedale di Castelvetrano prima erano 118, al di sotto dei 120, che è il limite previsto dalla legge Balduzzi. Quelli di Mazara invece, originariamente, erano 121.
Alcuni trasferimenti sono consequenziali al fatto che l’ospedale di base non può avere determinate specialità, mentre il DEA di primo livello può averle.”
Egidio Morici