Doriana Licata, già candidata alle elezioni regionali, una vita in politica e adesso è tra le fondatrici del movimento “Siciliani verso la Costituente”, cos'è?
E' un movimento politico nato da un'idea di Salvo Fleres e in maniera diversa rispetto a tutti i movimenti sicilianisti nati in passato, come Grande Sud, come Mpa. Nasce come riscatto del popolo siciliano per avere una classe politica più attenta alle esigenze del nostro territorio. Abbiamo bisogno di un movimento politico che non risponda alle esigenze di un partito nazionale ma che risponda ai bisogni dei siciliani, di chi conosce questa terra e i suoi problemi.
Siciliani verso la Costituente è collocabile in una area politica in particolare?
Noi abbiamo scelto che, al netto delle appartenenze ideologiche che ognuno di noi può avere, di non collocarci né a destra, né a sinistra, né al centro. Ci collochiamo sopra, sopra una terra che ha bisogno di essere vegliata e assistita.
Varie commistioni di ideologie inserite in un contenitore politico che al primo posto mette i siciliani. Ma di questi tempi fondare un nuovo partito è dura. Calza con la vostra mission un tema molto dibattuto di recente. Tre regioni italiani hanno chiesto allo Stato una sorta di autonomia fiscale. La Sicilia è regione a statuto speciale, ha un futuro “secessionista”, “indipendentista”? Come viene letta questa questione da voi?
Il nostro non è un movimento scissionista e separatista, è invece un movimento autonomista e sicilianista, mirato a difendere la Sicilia e i siciliani. Vero è che le regioni del Nord in questo momento stanno chiedendo anticostituzionalmente, secondo me, qualcosa. Ma mi chiedo però cosa fa la Sicilia in questo senso. Cosa abbiamo fatto per far sì che questa nostra autonomia funzioni davvero. Ha funzionato solo per parificare gli stipendi di deputati regionali e senatori, solo per questo.
E voi cosa volete fare?
Vogliamo che questo strumento dell'autonomia che lo Stato italiano ha dato alla Sicilia funzioni veramente. Ci chiediamo per quale motivo parliamo di Tav e non lottiamo perchè le nostre ferrovie vengano equiparate a quelle del Nord. Io ho fatto l'Università a Palermo e per chi veniva come me da un paese come Campobello di Mazara con l'auto si impiegava un'ora, col treno si impiega 4 ore e mezzo.
Trapani-Siracusa 11 ore e tanti esempi di questo genere possono continuare, ma un movimento come il vostro cosa può fare?
Diceva Platini che la politica è come la nazionale, devi schierare gli uomini migliori. Ma quali uomini abbiamo schierato noi finora? Non hanno mai difeso la nostra terra. Le ferrovie sono da far west. Raffiniamo il 70% del petrolio su base nazionale, eppure la benzina ci costa più che in altre regioni.
Che giudizio dà al governo Musumeci?
Abbiamo cercato di parlare col presidente della Regione e stimolarlo di essere meno prigioniero delle logiche dei partiti. Vorremmo che Musumeci si intestasse questa battaglia perchè ne ha le capacità. Nella vita bisogna scegliere, rimanere senza schierarsi e senza prendere posizione oggi non è più consentito in una terra che ha bisogno di essere aiutata.
Prima i siciliani?
Prima i siciliani, prima di tutto i siciliani. Ecco perchè il prossimo consiglio nazionale del movimento lo vogliamo fare in provincia di Trapani. Soprattutto la Valle del Belice è stata maggiormente abbandonata dalla politica. Da qui deve partire un grido forte per quello che abbiamo subito in questi anni.
E' stato un territorio utile per attingere voti. Quale sarà il vostro primo passo una volta creato il partito?
Ci organizzeremo sul territorio. Abbiamo già schierato nella Valle del Belice l'avvocato Passanante come coordinatore nel Belice. E' una persona in gamba che seguirà quel territorio. Però voglio fare un appello. Un popolo che elegge questa categoria di politici, che poi abbandona il territorio, è un popolo complice di questo degrado. Il voto bisogna darlo a chi merita, a chi ha le capacità oggi per poter lottare. Lo stesso appello lo rivolgiamo alle altre piccole forze politiche che si riconoscono nei nostri ideali.