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24/02/2019 15:40:00

"Denise Pipitone è viva ed è qui, in Basilicata", la telefonata al TGR lucano

«Denise Pipitone è viva ed è qui, in Basilicata». La voce ferma, senza esitazioni, è quella di un uomo che ha telefonato alla redazione del TgR Basilicata dicendo di conoscere la persona che ad agosto scrisse «sono Denise,mamma» sul profilo Facebook di Piera Maggio.

Gli ultimi elementi in possesso dei carabinieri che indagano sulla scomparsa della bambina scomparsa il 1 settembre del 2004 a Mazara del Vallo, portano in una scuola media di Tito, un comune in provincia di Potenza, frequentata da una ragazzina che vive insieme alla mamma di nazionalità serba e a due fratelli e che somiglierebbe molto a Denise. Tanto che, dopo la messa in onda dell'ultima puntata della trasmissione «Chi l'ha visto», alcune sue compagne di classe avrebbero detto ai genitori di conoscere la bambina nelle foto, perché frequenta la loro stessa scuola.

Di segnalazioni, in tutti questi anni, se ne sono registrate moltissime, sia in Italia che all'estero ma senza alcun esito positivo «ma - dice la madre di Denise , Piera Maggio - è sempre bene indagare». Sul fronte giudiziario, Piera Maggio, nonostante la sentenza definitiva sul caso della figlia, non si è mai arresa. Ascoltata la decisione dei giudici, si è messa alla ricerca di indizi e prove che le consentano di aprire una nuova battaglia legale. Dice: «Oramai sono passati oltre 14 anni dal sequestro della nostra bambina, che nel frattempo è diventata maggiorenne, ma nulla è cambiato. La mancanza di verità e giustizia permane nel tempo.

Noi genitori meritiamo e pretendiamo delle risposte certe e concrete dalla giustizia italiana, i bambini non spariscono nel nulla!». Lo scorso 25 ottobre, quando Denise ha compiuto 18 anni ed è stata ricordata anche con doni che Denise da piccola aveva ricevuto e che sono stati regalati a bambini della scuola da Piera Maggio, parlando delle lunghe vicende giudiziarie, ebbe a dire: “Non abbiamo dubbi sugli autori del sequestro rimasti finora impuniti. Il nostro legale, collaborato da altri colleghi, sta rivedendo tutti i faldoni dei processi durati oltre 10 anni per trovare qualcosa che possa fare riaprire un nuovo processo. Io, da parte mia, continuo a portare avanti un'iniziativa che ho già discusso con il ministro della giustizia, il mazarese Riccardo Bonafede, che riguarda la modifica di qualche articolo del codice penale che riguarda tutti gli scomparsi. Spero di vincere questa battaglia”.